Vespro e Mattutino del 18 febbraio - Memoria del nostro padre tra i santi Leone, papa di Roma (italiano)
Nel
440 c’è in Gallia quasi una guerra civile tra le due più alte autorità
romane: il generale Ezio e il prefetto del pretorio Albino. Il potere
imperiale è così debole, che per pacificarli si manda un uomo di Chiesa:
il diacono romano Leone. Questi va e riconcilia i due. Poi apprende che
papa Sisto III è morto e che è stato già eletto lui, Leone. Nei suoi 21
anni di pontificato passano 4 imperatori: uno cacciato subito (Avito) e
gli altri ammazzati: Valentiniano III, Petronio Massimo e Maggioriano.
L’Impero è in agonia e la giovane Chiesa è travagliata da scontri
dottrinali e discordie.
Con l’energia e la persuasione, Leone rafforza in Occidente l’autorità della Sede di Pietro, e affronta duri contrasti in dottrina. L’abate orientale Eutiche, influente a Costantinopoli, sostiene che in Cristo esiste una sola natura (monofisismo), contro la dottrina della Chiesa sulle due nature, distinte ma non separate, nella stessa persona. E ottiene che l’imperatore Teodosio convochi nel 449 un concilio a Efeso (Asia Minore). Ma qui parlano solo gli “eutichiani”, senza ascoltare i legati di Leone, e acquistando nuovi proseliti. Negando validità a questo concilio, il Papa persuade il nuovo imperatore Marciano a indirne un altro nel 451. E questo è il grande concilio di Calcedonia (presso Bisanzio), quarto ecumenico, che approva solennemente la dottrina delle due nature. Non tutti però ne accettano le decisioni, e ci sono gravi disordini, soprattutto in Palestina.
Intanto l’Occidente vive tempi di terrore. L’Impero non ha più un vero esercito; e gli Unni di Attila, già battuti da Ezio nel 451, si riorganizzano in fretta, piombano sull’Alta Italia nel 452. Lo Stato impotente chiede a papa Leone di andare da Attila con una delegazione del Senato. S’incontrano presso Mantova, e Leone convince il capo unno a lasciare l’Italia, anche col pagamento di un tributo (la leggenda parlerà poi di una visione celeste che terrorizza Attila). Tre anni dopo, i Vandali d’Africa sono davanti a Roma col re Genserico. A difendere gli inermi c’è solo Leone, che non può impedire il saccheggio; ma ottiene l’incolumità dei cittadini ed evita l’incendio dell’Urbe. E' un romano antico (forse anche di nascita) che ha incontrato Cristo, e che sente fortemente la responsabilità di Vescovo di Roma Antica nel sistema della sinodia indivisa della pentarchia Arricchisce la Chiesa col suo insegnamento (specie sull’Incarnazione); chiede obbedienza ai vescovi a lui suffraganei ma li sostiene col consiglio personale, li orienta in dottrina, nello splendido latino dei suoi scritti, per "tenere con costanza la giustizia" e "offrire amorosamente la clemenza", poiché "senza Cristo non possiamo nulla, ma con Lui possiamo tutto". Non si hanno notizie sugli ultimi tempi della sua vita. Il Liber pontificalis dice che governò 21 anni, un mese e 13 giorni. I suoi romani lo chiamano “Leone Magno”, il Grande.
Con l’energia e la persuasione, Leone rafforza in Occidente l’autorità della Sede di Pietro, e affronta duri contrasti in dottrina. L’abate orientale Eutiche, influente a Costantinopoli, sostiene che in Cristo esiste una sola natura (monofisismo), contro la dottrina della Chiesa sulle due nature, distinte ma non separate, nella stessa persona. E ottiene che l’imperatore Teodosio convochi nel 449 un concilio a Efeso (Asia Minore). Ma qui parlano solo gli “eutichiani”, senza ascoltare i legati di Leone, e acquistando nuovi proseliti. Negando validità a questo concilio, il Papa persuade il nuovo imperatore Marciano a indirne un altro nel 451. E questo è il grande concilio di Calcedonia (presso Bisanzio), quarto ecumenico, che approva solennemente la dottrina delle due nature. Non tutti però ne accettano le decisioni, e ci sono gravi disordini, soprattutto in Palestina.
Intanto l’Occidente vive tempi di terrore. L’Impero non ha più un vero esercito; e gli Unni di Attila, già battuti da Ezio nel 451, si riorganizzano in fretta, piombano sull’Alta Italia nel 452. Lo Stato impotente chiede a papa Leone di andare da Attila con una delegazione del Senato. S’incontrano presso Mantova, e Leone convince il capo unno a lasciare l’Italia, anche col pagamento di un tributo (la leggenda parlerà poi di una visione celeste che terrorizza Attila). Tre anni dopo, i Vandali d’Africa sono davanti a Roma col re Genserico. A difendere gli inermi c’è solo Leone, che non può impedire il saccheggio; ma ottiene l’incolumità dei cittadini ed evita l’incendio dell’Urbe. E' un romano antico (forse anche di nascita) che ha incontrato Cristo, e che sente fortemente la responsabilità di Vescovo di Roma Antica nel sistema della sinodia indivisa della pentarchia Arricchisce la Chiesa col suo insegnamento (specie sull’Incarnazione); chiede obbedienza ai vescovi a lui suffraganei ma li sostiene col consiglio personale, li orienta in dottrina, nello splendido latino dei suoi scritti, per "tenere con costanza la giustizia" e "offrire amorosamente la clemenza", poiché "senza Cristo non possiamo nulla, ma con Lui possiamo tutto". Non si hanno notizie sugli ultimi tempi della sua vita. Il Liber pontificalis dice che governò 21 anni, un mese e 13 giorni. I suoi romani lo chiamano “Leone Magno”, il Grande.
APOLYTIKION. TONO PL. 4
GUIDA
DI RETTA FEDE, MAESTRO DI PIETA’ E DI DECORO, ASTRO DEL MONDO,
ORNAMENTO DIVINAMENTE ISPIRATO DEGLI ORTODOSSI, O SAPIENTE LEONE, CON LE
TUE DOTTRINE HAI ILLUMINATO TUTTI, O LIRA DELLO SPIRITO: INTERCEDI
PRESSO IL CRISTO DIO PER LA SALVEZZA DELLE ANIME NOSTRE.
KONDAKION. TONO 3. La vergine oggi.
ASSISO,
O GLORIOSO, SUL TRONO DEL SACERDOZIO, E CHIUSA LA BOCCA DEI LEONI
RAZIONALI, HAI FATTO RISPLENDERE PER IL TUO GREGGE, CON DOTTRINE
DIVINAMENTE ISPIRATE, LA LUCE DELLA SCIENZA DIVINA DELL’AUGUSTA TRIADE:
SEI STATO PERCIO’ GLORIFICATO COME DIVINO INIZIATO DELLA GRAZIA DI DIO.
IKOS. Betlemme ha aperto l’Eden.
ANNUNCIANDO
IL PADRE, IL FIGLIO E LO SPIRITO SANTO, LA LUCE TRISOLARE, LA POTENZA
TRE VOLTE SANTA, COME UNA SOLA DIVINITA’ E UNA SOLA SOSTANZA, HAI
DEFINITIVAMENTE CHIUSO, O LEONE SAPIENTE IN DIO, LE LABBRA INGANNATRICI
DEGLI ERETICI; PROCLAMANDO PERCIO’ MADRE DI
DIO LA PURA GENITRICE DI CRISTO, HAI ABBATTUTO VIGOROSAMENTE, O BEATO,
L’ALTERIGIA DI NESTORIO. PER QUESTO SEI STATO RICONOSCIUTO NEL MONDO E
IN ROMA COME DIVINO INIZIATO DELLA GRAZIA DI DIO.
EXAPOSTILARION. Udite, donne.
TI SEI MOSTRATO LEONE A PAROLE E A FATTI, SCONVOLGENDO
REGALMENTE CON IL RUGGITO DEI DOGMI, O APIENTISSIMO, GLI EMPI PROGETTI
COME BRUTTE ASTUZIE DI VOLPE, E ALLIETANDO LA RADUNANZA DEI PADRI DA DIO
ELETTI.
https://doxologia.ro/sfantul-ierarh-leon-episcopul-romei
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