sabato 26 novembre 2016

Domenica del Vangelo del Giovane Ricco(XIII del Vangelo di Luca XXX Dopo Pentecoste)





 

http://www.ortodossiatorino.net/DocumentiSezDoc.php?cat_id=30&id=4035



per le Letture Bibliche Nuovo Testamento per la Divina Liturgia 



Lettera di Paolo ai Colossesi 3:12-16

Rivestitevi, dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di benevolenza, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza. Sopportatevi gli uni gli altri e perdonatevi a vicenda, se uno ha di che dolersi di un altro. Come il Signore vi ha perdonati, così fate anche voi. Al di sopra di tutte queste cose rivestitevi dell'amore che è il vincolo della perfezione. E la pace di Cristo, alla quale siete stati chiamati per essere un solo corpo, regni nei vostri cuori; e siate riconoscenti.
La parola di Cristo abiti in voi abbondantemente, ammaestrandovi ed esortandovi gli uni gli altri con ogni sapienza, cantando di cuore a Dio, sotto l'impulso della grazia, salmi, inni e cantici spirituali




Luca 18,18-27



18 Uno dei capi lo interrogò, dicendo: «Maestro buono, che devo fare per ereditare la vita eterna?» 19 Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, tranne uno solo, cioè Dio. 20 Tu conosci i comandamenti:Non commettere adulterio; non uccidere; non rubare; non dir falsa testimonianza; onora tuo padre e tua madre». 21 Ed egli rispose: «Tutte queste cose io le ho osservate fin dalla mia gioventù». 22 Gesù, udito questo, gli disse: «Una cosa ti manca ancora: vendi tutto quello che hai, e distribuiscilo ai poveri, e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi». 23 Ma egli, udite queste cose, ne fu afflitto, perché era molto ricco. 24 Gesù, vedendolo così triste, disse: «Quanto è difficile, per quelli che hanno delle ricchezze, entrare nel regno di Dio! 25 Perché è più facile per un cammello passare attraverso la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel regno di Dio». 26 Quelli che udirono dissero: «Chi dunque può essere salvato?» 27 Egli rispose: «Le cose impossibili agli uomini sono possibili a Dio».




 Proposta di Omelia dal sito del Patriarcato di Romania citato(in francese)



Homélie : après l’évangile du Riche insensé, celui du mauvais Riche et de Lazare, et l’exemple de générosité du Samaritain, la richesse est présentée ce dimanche comme un obstacle à jouir de l’amour de Dieu, de la liberté spirituelle, et de cet espace charismatique appelé le Royaume de Dieu, synonyme du Salut, et de la familiarité éternelle du Seigneur. Il y a à cela deux raisons opposées : l’abondance des richesses obsède l’esprit de l’homme par l’inquiétude ; le riche sent ses biens menacés. A l’inverse, la richesse donne quelque fois une telle assurance, une telle suffisance, un tel confort, que l’appétit spirituel, l’intérêt pour le Seigneur et son Royaume s’étiolent. L’inquiétude et l’assurance se disputent le cœur du riche : dans l’un et l’autre cas, Dieu disparaît de l’horizon spirituel de l’homme, soit par manque de foi en lui, soit par pur manque d’intérêt. Mais ce qui ouvre le Royaume au riche c’est l’appauvrissement volontaire (exemple des moines), l’aumône, ou l’offrande faite à Dieu avec action de grâces. Le riche entrera dans le Royaume s’il reçoit du Seigneur la grâce de la gratitude !


altra omelia sempre in francese

 https://www.sagesse-orthodoxe.fr/wp-content/uploads/2016/11/666-Ordo-du-27-novembre-2016.pdf





 

sabato 19 novembre 2016

Domenica IX di Luca-XXVI dopo Pentecoste -

 

 

TYPIKON DELLA  IX DOMENICA del Vangelo di Luca-XXVI Dopo Pentecoste










Lettura dall’epistola di Paolo agli Efesini (5, 8-19) 

Efesini 5,8-19

8 Perciocchè già eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore; camminate come figliuoli di luce 9 (poichè il frutto dello Spirito è in ogni bontà, e giustizia, e verità), 10 provando ciò che è accettevole al Signore. 11 E non partecipate le opere infruttuose delle tenebre, anzi più tosto ancora riprendetele. 12 Perciocchè egli è disonesto pur di dire le cose che si fanno da coloro in occulto. 13 Ma tutte le cose, che sono condannate sono manifestate dalla luce; perciocchè tutto ciò che è manifestato è luce. 14 Perciò dice: Risvegliati, tu che dormi, e risorgi da' morti, e Cristo ti risplenderà. 15 Riguardate adunque come voi camminate con diligente circospezione; non come stolti, ma come savi; 16 ricomperando il tempo, perciocchè i giorni sono malvagi. 17 Perciò, non siate disavveduti, ma intendenti qual sia la volontà del Signore. 18 E non v'inebbriate di vino, nel quale vi è dissoluzione; ma siate ripieni dello Spirito; 19 parlando a voi stessi con salmi, ed inni, e canzoni spirituali, cantando, e salmeggiando col cuor vostro al Signore.



Vangelo: Domenica IX, di Luca (Lc. 12,16-21)

16 Ed egli disse loro una parabola: Le possessioni d'un uomo ricco fruttarono copiosamente. 17 Ed egli ragionava fra sè medesimo, dicendo: Che farò? poichè io non ho ove riporre i miei frutti. 18 Poi disse: Questo farò: io disfarò i miei granai, e ne edificherò di maggiori, e quivi riporrò tutte le mie entrate, e i miei beni. 19 E dirò all'anima mia: Anima, tu hai molti beni, riposti per molti anni, quietati, mangia, bevi, e godi. 20 Ma Iddio gli disse: Stolto, questa stessa notte, l'anima tua ti sarà ridomandata; e di cui saranno le cose che tu hai apparecchiate? 21 Così avviene a chi fa tesoro a sè stesso, e non è ricco in Dio.




Testo di una breve omelia in francese da

http://www.sagesse-orthodoxe.fr/wp-content/uploads/2015/11/607-Ordo-du-22-novembre-2015.pdf

Homélie.
L’épîtrenous avertit : « Prenez donc bien garde à votre conduite » ; et l’évangile nous montre ce qui se passe dans l’esprit de l’homme. Les deux constituent un enseignement pour ce temps de l’Avent ou Carême de Noël. Il nous est conseillé de surveiller notre comportement, nos actes, tout ce qui paraît à l’extérieur ; mais il nous est suggéré de veiller à nos pensées et à tout ce qui occupe notre esprit. Nous faisons des projets (« il se demandait en lui-même », « il se dit ») qui sont à courte vue, souvent purement matériels. Ayons conscience des pensées qui habitent notre esprit : elles ne sont peut-être pas perverses ( !), mais elles sont peut-être vaines, la vie étant si courte… Ayons également conscience que Dieu nous parle ; Il parle à notre cœur. Ecoutons ce que le Seigneur nous dit (« insensé ! Cette nuit même… »). Souvent nous ne sommes pas bien conscients des paroles que le Seigneur nous adresse. Cela peut constituer un programme pour ce temps : être attentif ; écouter ce que Dieu nous dit. Ne disons pas que Dieu ne nous parle pas : disons plutôt que nous ne savons pas encore l’écouter. Disons cela à nos enfants. Comme le jeune Samuel, apprenons-leur à reconnaître l’appel qui leur est adressé et à répondre comme cet enfant : « parle, Seigneur, ton serviteur écoute ! ». Le temps de l’Avent est fait pour s’intérioriser, alors que la société civile nous invite à sortir de nous-mêmes. Il y a un temps pour sortir et faire la fête – il sera temps dans la fête ellemême ; il y a un temps pour être à l’intérieur de soi, dans la grotte, dans le Bethléem de son propre cœur, pour y accueillir la parole de Dieu, peut-être sous une forme minuscule, mais capable toutefois de grandir si nous lui faisons une place, même très modeste, mais sincère et pure. Tel est l’enseignement concernant les pensées. Certaines viennent de notre propre fond ; d’autres du Malin ; mais certaines, les plus utiles, viennent de Dieu lui-même.

 




sabato 12 novembre 2016

Domenica del Vangelo del Buon Samaritano-XXV dopo Pentecoste-VIII del Vangelo di Luca


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dal Vangelo di Luca (10, 25-37).

Ed ecco, un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».





Lettura Apostolica alla Divina Liturgia 

nel  typikòn della Sacra Arcidiocesi Ortodossa di Italia e Malta per il 13 Novembre 2016

 

Ebrei 7,26- 8,2

A noi infatti occorreva un tale sommo sacerdote, che fosse santo, innocente, immacolato, separato dai peccatori ed elevato al di sopra dei cieli,27 che non ha bisogno ogni giorno, come quei sommi sacerdoti, di offrire sacrifici prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo, poiché egli ha fatto questo una volta per tutte, quando offerse se stesso. 28 La legge infatti costituisce come sommi sacerdoti uomini soggetti a debolezza, ma la parola del giuramento, che viene dopo la legge, costituisce il Figlio reso perfetto in eterno.1 Ora il punto essenziale delle cose che stiamo dicendo è questo: noi abbiamo un sommo sacerdote così grande, che si è posto a sedere alla destra del trono della Maestà nei cieli, 2 ministro del santuario e del vero tabernacolo, che ha eretto il Signore e non un uomo.

 http://www.piccoloeremodellequerce.it/gliko/foto2010/Codice_purpureo.jpg

nel Typikòn del Patriarcato di Romania per la XXV Domenica dopo Pentecoste 


Efesini 4,1-7


1 Io dunque, il prigioniero per il Signore, vi esorto a camminare nel modo degno della vocazione a cui siete stati chiamati, 2 con ogni umiltà e mansuetudine, con pazienza, sopportandovi gli uni gli altri nell'amore, 3 studiandovi di conservare l'unità dello Spirito nel vincolo della pace. 4 Vi è un unico corpo e un unico Spirito, come pure siete stati chiamati nell'unica speranza della vostra vocazione. 5 Vi è un unico Signore, un'unica fede, un unico battesimo, 6 un Dio unico e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, fra tutti e in voi tutti. 7 Ma a ciascuno di noi è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo.

 http://www.terrasanta.net/tsx/assets/foto/l_iconaGoodSamaritanEcoMarApr2016.jpg

 Buon Samaritano:



sabato 5 novembre 2016

Novembre 2016 Domenica VII di Luca-Vangelo della figlia di Giairo e dell'emoroissa

http://www.arcidiocesibaribitonto.it/pubblicazioni/articoli-on-line/giotto_giairo_000.jpg




Lettura Apostolica nel Typkòn della Sacra Arcidiocesi Italia e Malta del Patriarcato Ecumenico 



Galati 1,11-19

11 Ora, fratelli, vi faccio sapere che l'evangelo, che è stato da me annunziato, non è secondo l'uomo, 12 poiché io non l'ho ricevuto né imparato da nessun uomo, ma l'ho ricevuto per una rivelazione di Gesù Cristo. 13 Avete infatti udito quale fu un tempo la mia condotta nel giudaismo, come perseguitavo con grande ferocia la chiesa di Dio e la devastavo. 14 E progredivo nel giudaismo più di molti coetanei tra i miei connazionali, essendo estremamente zelante nelle tradizioni dei miei padri. 15 Ma quando piacque a Dio, che mi aveva appartato fin dal grembo di mia madre e mi ha chiamato per la sua grazia, 16 di rivelare in me suo Figlio, affinché l'annunziassi fra i gentili, io non mi consultai subito con carne e sangue, 17 né salii a Gerusalemme da quelli che erano stati apostoli prima di me, ma me ne andai in Arabia e ritornai di nuovo a Damasco. 18 Poi, dopo tre anni, salii a Gerusalemme per andare a vedere Pietro e rimasi con lui quindici giorni. 19 E non vidi alcun altro degli apostoli, se non Giacomo, il fratello del Signore.

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Vangelo- della Domenica VII di Luca (Lc 8, 41-56) 
In quel tempo venne un uomo di nome Giàiro, che era capo della sinagoga. Gettatosi ai piedi di Gesù, lo supplicava di andare a casa sua, perché l’unica figlia che aveva, di circa dodici anni, stava per morire. Mentre Gesù si recava in quel luogo, la folla lo premeva da ogni parte. E parte. E una donna, che soffriva di continue perdite di sangue da dodici anni e che aveva speso l’intero suo patrimonio con i medici, senza che nessuno fosse riuscito a guarirla, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello: subito il flusso di sangue si arrestò. Gesù disse: Chi mi ha toccato? Tutti negavano. Pietro e quelli che erano con lui dissero: Maestro, la folla ti stringe da ogni parte e ti schiaccia, e dici: “Chi mi ha toccato”? Ma Gesù disse: Qualcuno mi ha toccato: so che una forza è uscita da me. Allora la donna, rendendosi conto che non poteva rimanere nascosta, si fece avanti tremando, si gettò ai suoi piedi e dichiarò davanti a tutto il popolo per quale motivo l’aveva toccato e come era stata subito guarita. Egli le disse: Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace. Stava ancora parlando, quando arrivò uno dalla casa del capo della sinagoga a dire: Tua figlia è morta, non disturbare più il maestro. Ma Gesù, avendo udito, rispose: Non temere; soltanto abbi fede e sarà salvata. Giunto alla casa, non permise a nessuno di entrare con lui, fuorché a Pietro, Giovanni e Giacomo e al padre e alla madre della fanciulla. Tutti piangevano e si battevano il petto per lei. Ma egli disse: Non piangete: non è morta, ma dorme. Essi lo deridevano, sapendo bene che era morta. Ma egli, prendendole la mano, disse ad alta voce: Fanciulla, àlzati! Il suo spirito ritornò in lei ed ella si alzò all’istante. E ordinò di darle da mangiare. I genitori rimasero sbalorditi, ma egli comandò loro di non raccontare a nessuno dell’accaduto



La variante nel typikòn del Patriarcato di Romania  XXI domenica dopo Pentecoste


Lettura dell’epistola di Paolo agli Efesini (2, 14-22) 
Fratelli, Cristo è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l'inimicizia, annullando, per mezzo della sua carne, la legge fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, distruggendo in se stesso l'inimicizia. Egli è venuto perciò ad annunziare pace a voi che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini. Per mezzo di lui possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito. Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù. In lui ogni costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi insieme con gli altri venite edificati per diventare dimora di Dio per mezzo dello Spirito.






Risurrezione della figlia di Giairo, dipinto di Ilya Repin, olio su tela, 229 x 382 cm, San Pietroburgo, Museo di Stato Russo.