O Gesú, redentore del genere umano,
restauratore eterno della luce: concedi a noi tuoi servi che, come siamo stati
lavati dal peccato originale per l`immersione del Battesimo - e in ciò consiste
il significato di quella piscina che restituí la vista agli occhi dei ciechi -,
cosí pure siamo da te purificati dalle nostre colpe mediante il secondo
battesimo delle lacrime; e possiamo meritare di essere divulgatori delle tue
lodi, come quel cieco divenne nunzio della grazia.
E come quello fu riempito di fede per
confessare te vero Dio, cosí noi pure possiamo essere corroborati dalla
testimonianza delle buone opere. Possa tu subito venire incontro pietoso, per
la tua smisurata pietà, a noi che t`invochiamo, affinché, per questo sacrificio
che ti offriamo, se vivi otteniamo la medicina che salva, se defunti meritiamo
di conseguire l`eterno gaudio senza fine. Amen.
riportato in
http://www.episcopia-italiei.it/diocesioortodossa/wwwroot/merinde/2018/VI%20%20DOMENICA%20DI%20%20%20PASQUA.pdf
(Sacramentario Mozarabico, 392 Post Nomina)
Il rito mozarabico (detto anche visigotico, ispanico, toledano o
isidoriano) è una liturgia sorta nel IV secolo nella Penisola iberica e
praticata fino all'XI secolo nei territori ispanici, tanto in quelli
cristiani, quanto in quelli musulmani. Il Sacramentario (Liber
mozarabicus sacramentorum) è del IX secolo, ma rappresenta la liturgia
del VII.
Le fonti letterarie del rito mozarabico sono il Sacramentario di Toledo (sec. XI), l’Orazionale di Verona (sec. VII-VIII), il Liber ordinum (sec. XI), l’ Antifonario di León (sec. IX-X)
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