sabato 26 maggio 2018

Domenica di Pentecoste

 

Al vespro del Sabato sera della Domenica di Pentecoste 

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Idiòmelon dell’imperatore Leone (Tono pl. 4) 

Venite, popoli,* adoriamo la Deità trisipostatica:* il Figlio nel Padre* insieme al santo 
Spirito.* Il Padre infatti ha intemporalmente generato* il Figlio coeterno e con lui 
regnante,* e lo Spirito santo era nel Padre,* glorificato insieme al Figlio;* una sola 
potenza, una sola sostanza,* una sola divinità* che noi tutti adoriamo dicendo:* Santo 
Dio,* che tutto hai creato mediante il Figlio,* con la sinergia del santo Spirito;*  Santo 
forte,* per il quale abbiamo conosciuto il Padre* e per il quale lo Spirito santo* è venuto 
nel mondo;* Santo immortale,* o Spirito Paraclito,* che dal Padre procedi* e nel Figlio 
riposi.* Triade santa, gloria a te.

 Lettura della profezia di Ezechiele (36, 24-28) 

Così dice il Signore: Vi prenderò di tra le genti, vi radunerò da tutte le terre e vi 
introdurrò nella vostra terra: vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati da tutte le 
vostre impurità e da tutti i vostri idoli, e io vi purificherò: vi darò un cuore nuovo e uno 
spirito nuovo; toglierò il cuore di pietra dalla vostra carne e vi darò un cuore di carne, 
metterò in voi il mio Spirito e farò sì che camminiate nei miei precetti, che custodiate e 
mettiate in pratica i miei decreti. Abiterete nella terra che ho dato ai vostri padri, sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio. 


Alla litì. Stichirà idiòmela. (Tono 2) 

Con i profeti ci hai annunciato la via della salvezza,* e con gli apostoli, o Salvatore 
nostro,* è rifulsa la grazia del tuo Spirito.* Tu sei il nostro Dio,* sei Dio prima,* Dio 
dopo,* e per i secoli.

 
Gloria. Ora e sempre. (Tono pl. 4) 

Quando inviasti il tuo Spirito, Signore,* agli apostoli seduti in casa,* i figli degli Ebrei 
videro* e sbigottirono per la meraviglia:* li udivano infatti esprimersi in lingue straniere,* 
come lo Spirito concedeva loro;* infatti, da illetterati che erano,* essi erano divenuti 
sapienti* e conquistando le genti alla fede,* esponevano loro con eloquenza le cose 
divine.* Anche noi dunque a te acclamiamo:* O tu che sei apparso sulla terra* e ci hai 
salvati dall’errore,* Signore,* gloria a te. 


Agli Apostica

Gloria. Ora e sempre. (Tono pl. 4) 

Un tempo si confusero le lingue* per l’audacia che spinse a costruire la torre7
,* ma ora le lingue sono riempite di sapienza* per la gloria della scienza divina.* Là, Dio condannò gli empi per la loro colpa,* qui il Cristo illumina i pescatori con lo Spirito.* Allora si produsse come castigo l’impossibilità di parlarsi,* adesso si inaugura la concorde sinfonia delle voci* per la salvezza delle anime nostre. 


 Apolytìkion. (Tono pl. 4) 

Benedetto sei tu, Cristo Dio nostro:* tu hai reso sapientissimi i pescatori,* inviando 
loro lo Spirito santo,* e per mezzo loro* hai preso nella rete l’universo8
.* Amico degli  uomini, gloria a te. 


Al Mattutino  .testo completo in   

Vespro, Mattutino, Liturgia e Vespro della genuflessione della Domenica di Pentecoste (italiano)

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Al Vangelo del Mattutino

Giovanni 20:19-23

19 La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 20 Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21 Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi». 22 Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; 23 a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi».


Ufficio delle Letture alla Divina Liturgia 

Atti 2,1-11

La discesa dello Spirito Santo
1 Come giunse il giorno della Pentecoste, essi erano tutti riuniti con una sola mente nello stesso luogo. 2 E all'improvviso venne dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffia, e riempì tutta la casa dove essi sedevano. 3 E apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano, e andarono a posarsi su ciascuno di loro. 4 Così furono tutti ripieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, secondo che lo Spirito dava loro di esprimersi. 5 Or a Gerusalemme dimoravano dei Giudei, uomini pii, da ogni nazione sotto il cielo. 6 Quando si fece quel suono, la folla si radunò e fu confusa, perché ciascuno di loro li udiva parlare nella sua propria lingua. 7 E tutti stupivano e si meravigliavano, e si dicevano l'un l'altro: «Ecco, non sono Galilei tutti questi che parlano? 8 Come mai ciascuno di noi li ode parlare nella propria lingua natìa? 9 Noi Parti, Medi, Elamiti e abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadocia, del Ponto e dell'Asia, 10 della Frigia e della Panfilia, dell'Egitto e delle parti della Libia che è di fronte a Cirene e noi residenti di passaggio da Roma, Giudei e proseliti, 11 Cretesi ed Arabi, li udiamo parlare delle grandi cose di Dio nelle nostre lingue!»


Giovanni 7:37-53- Giovanni 8,12


37 Nell'ultimo giorno, il giorno più solenne della festa, Gesù stando in piedi esclamò: «Se qualcuno ha sete, venga a me e beva. 38 Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi d'acqua viva sgorgheranno dal suo seno». 39 Disse questo dello Spirito, che dovevano ricevere quelli che avrebbero creduto in lui; lo Spirito, infatti, non era ancora stato dato, perché Gesù non era ancora glorificato.


40 Una parte dunque della gente, udite quelle parole, diceva: «Questi è davvero il profeta». 41 Altri dicevano: «Questi è il Cristo». Altri, invece, dicevano: «Ma è forse dalla Galilea che viene il Cristo? 42 La Scrittura non dice forse che il Cristo viene dalla discendenza di Davide e da Betlemme, il villaggio dove stava Davide?» 43 Vi fu dunque dissenso, tra la gente, a causa sua; 44 e alcuni di loro lo volevano arrestare, ma nessuno gli mise le mani addosso.
45 Le guardie dunque tornarono dai capi dei sacerdoti e dai farisei, i quali dissero loro: «Perché non l'avete portato?» 46 Le guardie risposero: «Nessuno parlò mai come quest'uomo!» 47 Perciò i farisei replicarono loro: «Siete stati sedotti anche voi? 48 Ha qualcuno dei capi o dei farisei creduto in lui? 49 Ma questo popolino, che non conosce la legge, è maledetto!» 50 Nicodemo (uno di loro, quello che prima era andato da lui) disse: 51 «La nostra legge giudica forse un uomo prima che sia stato udito e che si sappia quello che ha fatto?» 52 Essi gli risposero: «Sei anche tu di Galilea? Esamina, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta».
53 [E ognuno se ne andò a casa sua.

Giovanni 8,12

Gesù parlò loro di nuovo, dicendo: «Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita».


Testo in greco,in slavonico e in georgiano  dell'Ufficio delle letture della Divina Liturgia
 http://www.ortodossia.it/w/media/com_form2content/documents/c17/a4838/f255/Domenica%20della%20Santa%20Pentecoste%20multilingue.pdf



testo in romeno dell'ufficio delle Letture della Divina Liturgia
 http://www.episcopia-italiei.it/diocesioortodossa/wwwroot/merinde/2018/MERINDE%20PENTRU%20SUFLET%2026%20MAI%202018.pdf


APOLITIKION

 Εὐλογητὸς εἶ, Χριστὲ ὁ Θεὸς ἡμῶν, ὁ πανσόφους τοὺς ἁλιεῖς ἀναδείξας, καταπέμψας αὐτοῖς τὸ Πνεῦμα τὸ ἅγιον, καὶ δι' αὐτῶν τὴν οἰκουμένην σαγηνεύσας, φιλάνθρωπε, δόξα σοι.

 Benedetto sei Tu, o Cristo Dio nostro, che hai mostrato sapienti i pescatori per aver mandato lo Spirito Santo, e per mezzo di essi hai preso nelle reti il mondo; o amico degli uomini, gloria a te.

 Binecuvântat ești, Hristoase, Dumnezeul nostru, Cela ce preaînțelepți pe pescari ai arătat, trimițându-le lor Duhul Sfânt și printr-înșii lumea ai vânat, Iubitorule de oameni, mărire ție.

 

 

Al Vespro della Domenica.Vespro delle Grandi Metanie/Genuflessione

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IL GRANDE VESPERO DI PENTECOSTE O DELLA GENUFLESSIONE (italiano)

 

si trascrive la prima preghiera  della Genuflessione

 Signore purissimo, immacolato, eterno, invisibile, inaccessibile, imperscrutabile, immutabile, invincibile, incommensurabile, longanime, solo immortale, che abiti una luce inaccessibile; che hai creato il cielo e la terra, il mare e tutti gli esseri che essi contengono; Tu che esaudisci le nostre domande prima che Ti invochiamo. Ti preghiamo e Ti domandiamo, Sovrano che hai amore per gli uomini, Padre del nostro Signore e Dio e Salvatore Gesù Cristo, che per noi uomini e per la nostra salvezza è disceso dal cielo e si è incarnato di Santo Spirito dalla semprevergine Maria e gloriosa Madre di Dio; Cristo, che dapprima insegnando con le parole e poi mostrando con le opere, cioè quando sopportò la salvifica Passione ci diede l’esempio e ci mostrò come dei servitori umili, peccatori ed indegni, devono offrirti le loro preghiere inchinando la fronte e flettendo le ginocchia per i propri peccati e le ignoranze del popolo. Tu stesso, pieno di misericordia ed amico degli uomini, ascoltaci nel giorno in cui Ti invochiamo e soprattutto in questo cinquantesimo giorno, nel quale, dopo la Sua Ascensione ai cieli e la sua sessione alla Tua destra, Dio Padre, inviasti il Santo Spirito sui suoi santi discepoli ed apostoli; e lo Spirito sostò sopra ciascuno di essi e tutti furono ripieni della Sua grazia inesauribile e si misero a diffondere nelle lingue straniere le Tue grandezze e ad annunciarle. Adesso ascolta noi che Ti preghiamo e ricordati di noi, umili e condannati, e riconduci dall’esilio e dalla prigionia le nostre anime, poiché la Tua misericordia invoca in nostro favore. Accoglici allorché ci prostriamo innanzi a Te e gridiamo: “Abbiamo peccato!”. In Te siamo stati gettati alla nascita; dal seno materno Tu sei il nostro Dio. Ma poiché i nostri giorni sono svaniti nelle vanità, siamo stati spogliati del Tuo soccorso, siamo stati privati di ogni difesa. Fatti coraggiosi dalla Tua generosità, invochiamo: Non ricordare i peccati della nostra giovinezza e le nostre ignoranze; purificaci dalle nostre colpe occulte e non abbandonarci nel tempo della vecchiaia; quando le nostre forze declineranno, non ci lasciare; prima che ritorniamo alla terra, rendici degni di convertirci a Te e prestaci attenzione con benevolenza e grazia; misura le nostre iniquità alle Tue larghezze; opponi alla moltitudine dei nostri peccati l’abisso delle Tue misericordie. Guarda dall’alto del Tuo santuario, Signore, il Tuo popolo qui presente che attende da Te copiosa misericordia; visitaci con la Tua grazia, liberaci dalla violenza del demonio; sostieni la nostra vita nelle Tue sacrosante leggi. Affida il Tuo popolo ad un fedele angelo custode, riuniscici tutti nel Tuo regno; accorda il perdono a chi spera in Te, rimetti a lui ed a noi i peccati; purificaci per l’azione del Tuo Santo Spirito; dissipa le insidie a noi tese dal nemico.

 Sei benedetto, Signore e Padrone onnipotente, che illumini il giorno della luce del sole e che rischiari la notte con splendori di fuoco; che ci hai accordato di trascorrere la durata del giorno e di avvicinarci all’inizio della notte. Ascolta le nostre preghiere e di tutto il Tuo popolo; ed avendo perdonato a noi tutti i peccati volontari ed involontari, accogli le nostre preghiere serali e spandi la moltitudine delle Tue misericordie e delle Tue larghezze sul Tuo retaggio; circondaci come di un muro dei Tuoi santi angeli; armaci dell’arma della Tua giustizia; la Tua verità ci sia difesa; conservaci nella Tua forza; liberaci da ogni insidia, da ogni incursione dell’avversario; fa che la sera presente sia perfetta e la notte ventura santa, pacifica, senza peccato, senza tentazioni, senza incubi: e così tutti i giorni della nostra vita, per le preghiere sella Santa Madre di Dio e di tutti i Santi che Ti hanno servito in ogni tempo.

 

 

 

venerdì 25 maggio 2018

Sabato delle Anime prima di Pentecoste


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1Tessalonicesi 4,13-17
 Non vogliamo poi lasciarvi nell'ignoranza, fratelli, circa quelli che sono morti, perché non continuiate ad affliggervi come gli altri che non hanno speranza.  Noi crediamo infatti che Gesù è morto e risuscitato; così anche quelli che sono morti, Dio li radunerà per mezzo di Gesù insieme con lui.  Questo vi diciamo sulla parola del Signore: noi che viviamo e saremo ancora in vita per la venuta del Signore, non avremo alcun vantaggio su quelli che sono morti.  Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell'arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo;  quindi noi, i vivi, i superstiti, saremo rapiti insieme con loro tra le nuvole, per andare incontro al Signore nell'aria, e così saremo sempre con il Signore.


Giovanni 21,14-25
 Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti.
 Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti amo». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».  Gli disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti amo». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle».  Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi ami?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi ami?, e gli disse: «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti amo». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle.  In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi».  Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: «Seguimi».
 Pietro allora, voltatosi, vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, quello che nella cena si era trovato al suo fianco e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?».  Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: «Signore, e lui?».  Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, che importa a te? Tu seguimi».  Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che rimanga finché io venga, che importa a te?».
 Questo è il discepolo che rende testimonianza su questi fatti e li ha scritti; e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera.  Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.

Tropari 

  
Te che, con profonda sapienza, amorosamente tutto governi e distribuisci a ciascuno ciò che gli è utile, o solo Creatore, concedi il riposo, o Signore alle anime dei tuoi servi, poiché hanno riposto la loro speranza in Te, Creatore e fattore e Dio nostro.



Te abbiamo qual difesa e riparo e interceditrice ben accetta presso Dio, che hai generato, o Deipara, sposa inviolata, salvezza dei fedeli.



 Assieme ai tuoi santi fa’ che riposino, o Cristo, le anime dei tuoi servi, là dove non vi è affanno, né dolore, né gemito, ma vita sempiterna.


 


  Dio degli spiriti e di ogni carne, che hai calpestato la morte, hai annientato la forza del diavolo, e hai donato la vita al mondo tuo: tu stesso, Signore, fa' che l'anima del tuo servo defunto (...) riposi in un luogo luminoso, in un luogo verdeggiante, in un luogo di riposo, da dove sono fuggiti dolore, tristezza e gemito. Perdona, qual Dio buono e amico degli uomini, ogni peccato da lui commesso con la parola, o con l'azione, o con il pensiero, poiché non c'è uomo che viva senza peccare: tu sei infatti il solo senza peccato, la tua giustizia è la giustizia nei secoli, e la tua parola è verità Poiché sei tu la risurrezione, la vita e il riposo dei defunti tuoi servi (...), Cristo Dio nostro, e a te innalziamo la gloria, con il tuo eterno Padre e con il tuo Spirito tuttosanto, buono e vivifico, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.

domenica 20 maggio 2018

21 Maggio Santi Imperatori da Dio coronati ed isoapostoli Costantino ed Elena sua madre


Al Vangelo del Mattutino 

Vangelo di Giovanni 10,9-16

9 Io sono la porta; se uno entra per me, sarà salvato, entrerà e uscirà, e troverà pastura. 10 Il ladro non viene se non per rubare, ammazzare e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza. 11 Io sono il buon pastore; il buon pastore dà la sua vita per le pecore. 12 Il mercenario, che non è pastore, a cui non appartengono le pecore, vede venire il lupo, abbandona le pecore e si dà alla fuga (e il lupo le rapisce e disperde), 13 perché è mercenario e non si cura delle pecore. 14 Io sono il buon pastore, e conosco le mie, e le mie conoscono me, 15 come il Padre mi conosce e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. 16 Ho anche altre pecore, che non sono di quest'ovile; anche quelle devo raccogliere ed esse ascolteranno la mia voce, e vi sarà un solo gregge, un solo pastore.


Alla Divina Liturgia


Atti 26,1; 26,12-20

Agrippa disse a Paolo: «Ti è concesso di parlare a tua difesa». Allora Paolo, stesa la mano, si difese così: in tali circostanze, mentre stavo andando a Damasco con autorizzazione e pieni poteri da parte dei sommi sacerdoti, verso mezzogiorno  vidi sulla strada, o re, una luce dal cielo, più splendente del sole, che avvolse me e i miei compagni di viaggio.  Tutti cademmo a terra e io udii dal cielo una voce che mi diceva in ebraico: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? Duro è per te ricalcitrare contro il pungolo.  E io dissi: Chi sei, o Signore? E il Signore rispose: Io sono Gesù, che tu perseguiti.  Su, alzati e rimettiti in piedi; ti sono apparso infatti per costituirti ministro e testimone di quelle cose che hai visto e di quelle per cui ti apparirò ancora.  Per questo ti libererò dal popolo e dai pagani, ai quali ti mando  ad aprir loro gli occhi, perché passino dalle tenebre alla luce e dal potere di satana a Dio e ottengano la remissione dei peccati e l'eredità in mezzo a coloro che sono stati santificati per la fede in me.
 Pertanto, o re Agrippa, io non ho disobbedito alla visione celeste;  ma prima a quelli di Damasco, poi a quelli di Gerusalemme e in tutta la regione della Giudea e infine ai pagani, predicavo di convertirsi e di rivolgersi a Dio, comportandosi in maniera degna della conversione.



Vangelo di Giovanni 10,1-9

«In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori. E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». Questa similitudine disse loro Gesù; ma essi non capirono che cosa significava ciò che diceva loro.
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo
 
 
 
Il typikon della Diocesi Ortodossa Romena in italia al 21 Maggio prevede anche le seguenti due letture alla Divina Liturgia
 
 
https://doxologia.ro/calendar-ortodox/2018-05

Ap. Fapte 21, 8-14  Atti degli Apostoli  21,8-14


Atti 21,8-14

8 Ripartiti il giorno dopo, giungemmo a Cesarea; ed entrati in casa di Filippo l'evangelista, che era uno dei sette, restammo da lui. 9 Egli aveva quattro figlie non sposate, le quali profetizzavano. 10 Eravamo là da molti giorni, quando scese dalla Giudea un profeta, di nome Agabo. 11 Egli venne da noi e, presa la cintura di Paolo, si legò i piedi e le mani e disse: «Questo dice lo Spirito Santo: "A Gerusalemme i Giudei legheranno così l'uomo a cui questa cintura appartiene, e lo consegneranno nelle mani dei pagani"». 12 Quando udimmo queste cose, tanto noi che quelli del luogo lo pregavamo di non salire a Gerusalemme. 13 Paolo allora rispose: «Che fate voi, piangendo e spezzandomi il cuore? Sappiate che io sono pronto non solo a essere legato, ma anche a morire a Gerusalemme per il nome del Signore Gesù». 14 E, poiché non si lasciava persuadere, ci rassegnammo dicendo: «Sia fatta la volontà del Signore».
 

Ev. Ioan 14, 27-31; 15, 1-7

 

Giovanni 14,27-31

27 Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti.
28 Avete udito che vi ho detto: "Io me ne vado, e torno da voi"; se voi mi amaste, vi rallegrereste che io vada al Padre, perché il Padre è maggiore di me. 29 Ora ve l'ho detto prima che avvenga, affinché, quando sarà avvenuto, crediate. 30 Io non parlerò più con voi per molto, perché viene il principe di questo mondo. Egli non può nulla contro di me; 31 ma così avviene affinché il mondo conosca che amo il Padre e opero come il Padre mi ha ordinato. Alzatevi, andiamo via di qui.

Giovanni 15,1-7

La vite e i tralci

1 «Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiuolo. 2 Ogni tralcio che in me non dà frutto, lo toglie via; e ogni tralcio che dà frutto, lo pota affinché ne dia di più. 3 Voi siete già puri a causa della parola che vi ho annunciata. 4 Dimorate in me, e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dare frutto se non rimane nella vite, così neppure voi, se non dimorate in me. 5 Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete fare nulla. 6 Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano. 7 Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto.

 


 

mercoledì 16 maggio 2018

Giovedì dell’Ascensione del Signore, Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo


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Al Vangelo del Mattutino 

Marco 16,9-20

Le apparizioni di Gesù risorto
9 Ora Gesù, essendo risuscitato la mattina del primo giorno della settimana, apparve prima a Maria Maddalena, dalla quale aveva scacciato sette demoni. 10 Ed ella andò e l'annunciò a quelli che erano stati con lui, i quali erano afflitti e piangevano. 11 Ma essi, sentendo dire che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero. 12 Dopo queste cose, apparve in altra forma a due di loro, che erano in cammino verso la campagna. 13 Anch'essi andarono ad annunziarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro. 14 Infine apparve agli undici mentre erano a tavola e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a coloro che lo avevano visto risuscitato. 15 Poi disse loro: «Andate per tutto il mondo e predicate l'evangelo a ogni creatura; 16 chi ha creduto ed è stato battezzato, sarà salvato; ma chi non ha creduto, sarà condannato. 17 E questi sono i segni che accompagneranno quelli che hanno creduto: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno nuove lingue; 18 prenderanno in mano dei serpenti, anche se berranno qualcosa di mortifero, non farà loro alcun male; imporranno le mani agli infermi, e questi guariranno». 19 Il Signore Gesù dunque, dopo aver loro parlato, fu portato in cielo e si assise alla destra di Dio. 20 Essi poi se ne andarono a predicare dappertutto, mentre il Signore operava con loro e confermava la parola con i segni che l'accompagnavano. Amen.

Alla Divina Liturgia

Atti 1, 1-12

Nel mio primo libro ho già trattato, o Teòfilo, di tutto quello che Gesù fece e insegnò dal principio fino al giorno in cui, dopo aver dato istruzioni agli apostoli che si era scelti nello Spirito Santo, egli fu assunto in cielo.
Egli si mostrò ad essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, apparendo loro per quaranta giorni e parlando del regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere che si adempisse la promessa del Padre «quella, disse, che voi avete udito da me: Giovanni ha battezzato con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo, fra non molti giorni».
Così venutisi a trovare insieme gli domandarono: «Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta, ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra».
Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. E poiché essi stavano fissando il cielo mentre egli se n'andava, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo».
Allora ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in un sabato.



Luca 24,36-53

Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente all'intelligenza delle Scritture e disse: «Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto».
Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo. Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia; e stavano sempre nel tempio lodando Dio.


APOLITIKION

νελήφθης ἐν δόξῃ, Χριστὲ ὁ Θεὸς ἡμῶν, χαροποιήσας τοὺς Μαθητάς, τῇ ἐπαγγελίᾳ τοῦ ἁγίου Πνεύματος· βεβαιωθέντων αὐτῶν διὰ τῆς εὐλογίας, ὅτι σὺ εἶ ὁ Υἱός τοῦ Θεοῦ, ὁ λυτρωτὴς τοῦ κόσμου.

 Ascendesti nella gloria, o Cristo Dio nostro, e rallegrasti i discepoli con la promessa del Santo Spirito, essendo essi confermati per la tua benedizione, che tu sei il Figlio di Dio, il Redentore del mondo.

Glasul al 4-lea
Înălțatu-Te-ai întru slavă, Hristoase, Dumnezeul nostru, bucurie făcând Ucenicilor, cu făgăduința Sfântului Duh, încredințându-se ei, prin binecuvântare, că Tu ești Fiul lui Dumnezeu, Izbăvitorul lumii.

 

KONDAKION

Τὴν ὑπὲρ ἡμῶν πληρώσας οἰκονομίαν, καὶ τὰ ἐπὶ γῆς ἑνώσας τοῖς οὐρανίοις, ἀνελήφθης ἐν δόξῃ, Χριστε ὁ Θεὸς ἡμῶν, οὐδαμόθεν χωριζόμενος, ἀλλὰ μένων ἀδιάστατος, καὶ βοῶν τοῖς ἀγαπῶσί σε· Ἐγώ εἰμι μεθ' ὑμῶν, καὶ οὐδεὶς καθ' ὑμῶν.

 Dopo aver compiuto l’economia in nostro favore e unito le creature celesti alle terrestri, sei asceso al cielo in gloria, o Cristo Dio nostro, senza separarti da nessuna parte, ma rimanendo sempre unito e dicendo a coloro che ti amano: Io sono con voi e nessuno contro di voi.


Glasul al 6-lea
Plinind rânduiala cea pentru noi și cele de pe pământ unindu-le cu cele cerești, Te-ai înălțat întru slavă, Hristoase, Dumnezeul nostru, nicicum despărțindu-Te, ci rămânând nedepărtat și strigând celor ce Te iubesc pe Tine: Eu sunt cu voi și nimeni împotriva voastră!

sabato 12 maggio 2018

Domenica del Cieco Nato -Preghiera dal (Sacramentario Mozarabico, 392 Post Nomina)


            
 
O Gesú, redentore del genere umano, restauratore eterno della luce: concedi a noi tuoi servi che, come siamo stati lavati dal peccato originale per l`immersione del Battesimo - e in ciò consiste il significato di quella piscina che restituí la vista agli occhi dei ciechi -, cosí pure siamo da te purificati dalle nostre colpe mediante il secondo battesimo delle lacrime; e possiamo meritare di essere divulgatori delle tue lodi, come quel cieco divenne nunzio della grazia.
           E come quello fu riempito di fede per confessare te vero Dio, cosí noi pure possiamo essere corroborati dalla testimonianza delle buone opere. Possa tu subito venire incontro pietoso, per la tua smisurata pietà, a noi che t`invochiamo, affinché, per questo sacrificio che ti offriamo, se vivi otteniamo la medicina che salva, se defunti meritiamo di conseguire l`eterno gaudio senza fine. Amen.

riportato in
http://www.episcopia-italiei.it/diocesioortodossa/wwwroot/merinde/2018/VI%20%20DOMENICA%20DI%20%20%20PASQUA.pdf


   (Sacramentario Mozarabico, 392 Post Nomina)

        Il rito mozarabico (detto anche visigotico, ispanico, toledano o isidoriano) è una liturgia sorta nel IV secolo nella Penisola iberica e praticata fino all'XI secolo nei territori ispanici, tanto in quelli cristiani, quanto in quelli musulmani. Il Sacramentario (Liber mozarabicus sacramentorum)  è del IX secolo, ma rappresenta la liturgia del VII.
Le fonti letterarie del rito mozarabico sono il  Sacramentario di Toledo (sec. XI), l’Orazionale di Verona (sec. VII-VIII), il Liber ordinum (sec. XI), l’ Antifonario di León (sec. IX-X)