sabato 4 novembre 2017

Domenica V di Luca XXII D OMENICA D OPO PENTECOSTE Vangelo di Lazzaro e del ricco Epulone




File:Meister des Codex Aureus Epternacensis 001.jpg




Lazzaro ed il ricco Epulone, illustrazione dall'Evangeliario di Echternach. Pannello superiore: Lazzaro alla porta dell'uomo ricco. Pannello centrale: L'anima di Lazzaro è trasportata in Paradiso da due angeli; Lazzaro nel petto di Abramo. Pannello inferiore: L'anima del ricco è trasportata da due diavoli all'inferno; il ricco è torturato nell'inferno.

L'Evangeliario di Echternach, è un libro miniato dell'VIII secolo, proveniente dalla biblioteca dell'abazia lussemburghese di Echternache ora conservato alla Bibliothèque nationale de France (ms. Latin 9389), realizzato da un unico scriba.


Lettura Apostolica alla Divina Liturgia  Galati  6, 11- 18

Galati 6,11-18


11 Guardate con che grossi caratteri vi ho scritto di mia propria mano!
12 Tutti coloro che vogliono fare bella figura nella carne, vi costringono a farvi circoncidere e ciò al solo fine di non essere perseguitati a causa della croce di Cristo. 13 Poiché neppure loro, che sono circoncisi, osservano la legge; ma vogliono che siate circoncisi per potersi vantare della vostra carne. 14 Ma quanto a me, non sia mai che io mi vanti di altro che della croce del nostro Signore Gesù Cristo, mediante la quale il mondo, per me, è stato crocifisso e io sono stato crocifisso per il mondo. 15 Infatti, tanto la circoncisione che l'incirconcisione non sono nulla; quello che importa è l'essere una nuova creatura. 16 Su quanti cammineranno secondo questa regola siano pace e misericordia, e così siano sull'Israele di Dio. 17 Da ora in poi nessuno mi dia molestia, perché io porto nel mio corpo il marchio di Gesù. 18 La grazia del nostro Signore Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen.



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Vangelo di luca  Luca capitolo 16 versetti da 19 a 31



C'era un uomo ricco, che era vestito di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente. Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando nell'inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura. Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi. E quegli replicò: Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento. Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro. E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno. Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi. »   (Luca 16,19-31)



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 Parabola del Ricco Epulone e del Povero Lazzaro - miniatura da salterio, Francia, XIII


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