Al Vangelo del Mattutino -Undicesimo Vangelo Aurorale
Giovanni 21,14-25
14 Ora questa fu la terza volta che Gesù si fece vedere dai suoi discepoli, dopo essere risuscitato dai morti. 15 Dopo
che ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giona, mi
ami tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo Signore, tu lo sai che io ti amo». Gesù gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16 Gli chiese di nuovo una seconda volta: «Simone di Giona, mi ami tu?». Gli rispose: «Certo Signore, tu lo sai che io ti amo». Gesù gli disse: «Abbi cura delle mie pecore». 17 Gli
chiese per la terza volta: «Simone di Giona, mi ami tu?». Pietro si
rattristò che per la terza volta gli avesse chiesto: «Mi ami tu?», e gli
rispose: «Signore, tu sai ogni cosa, tu sai che io ti amo». Gesù gli
disse: «Pasci le mie pecore. 18 In verità, in verità ti dico che, quando eri giovane, ti cingevi da
te e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio, stenderai le tue mani
e un altro ti cingerà e ti condurrà là dove tu non vorresti». 19 Or disse questo per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo, gli disse: «Seguimi». 20 Or Pietro, voltatosi, vide che li
seguiva il discepolo che Gesù amava, quello che durante la cena si era
anche posato sul petto di Gesù e aveva chiesto: «Signore, chi è colui
che ti tradisce?». 21 Al vederlo, Pietro disse a Gesù: «Signore, e di costui che ne sarà?». 22 Gesù gli rispose: «Se voglio che lui rimanga finché io venga, che te ne importa? Tu seguimi!». 23 Si sparse allora la voce tra i fratelli che quel discepolo non sarebbe morto; ma Gesù non aveva detto a Pietro che egli non sarebbe morto, ma: «Se io voglio che lui rimanga finché io venga, che te ne importa?». 24 Questo
è il discepolo che rende testimonianza di queste cose e che ha scritto
queste cose; e noi sappiamo che la sua testimonianza è verace. 25 Or
vi sono ancora molte altre cose che Gesù fece, che se fossero scritte
ad una ad una, io penso che non basterebbe il mondo intero a contenere i
libri che si potrebbero scrivere. Amen.
Alla Divina Liturgia
1Corinzi 9,2-12
2 Se non sono apostolo per gli altri, lo sono almeno per voi, poiché voi siete il sigillo del mio apostolato nel Signore. 3 Questa è la mia difesa nei confronti di coloro che fanno inchieste a mio riguardo. 4 Non abbiamo noi il diritto di mangiare e di bere? 5 Non abbiamo noi il diritto di condurre attorno una moglie, che sia una sorella in fede, come fanno anche gli altri apostoli, i fratelli del Signore e Cefa? 6 O soltanto io e Barnaba non abbiamo il diritto di non lavorare? 7 Chi
mai va alla guerra a proprie spese? Chi pianta una vigna e non ne
mangia il frutto? O chi si prende cura di un gregge e non mangia del
latte del gregge? 8 Dico queste cose secondo l'uomo? Non dice queste cose anche la legge? 9 Nella legge di Mosè infatti sta scritto: «Non mettere la museruola al bue che trebbia». Si dà forse Dio pensiero dei buoi? 10 Ovvero, dice tutto questo per noi? Certo queste cose sono scritte per noi, perché chi ara deve arare con speranza, e chi trebbia deve trebbiare con la speranza di avere ciò che spera. 11 Se abbiamo seminato fra voi le cose spirituali, è forse gran cosa se mietiamo i vostri beni materiali? 12 Se gli altri hanno tale
diritto su di voi, non l'avremmo noi molto di più? Noi però non ci
serviamo di questo diritto, ma sopportiamo ogni cosa per non porre alcun
ostacolo all'evangelo di Cristo.
Matteo 18,23-35
23 Perciò il regno dei cieli è simile ad un re, il quale volle fare i conti con i suoi servi. 24 Avendo iniziato a fare i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore di diecimila talenti. 25 E
non avendo questi di che pagare, il suo padrone comandò che fosse
venduto lui con sua moglie, i suoi figli e tutto quanto aveva, perché il debito fosse saldato. 26 Allora quel servo, gettandosi a terra, gli si prostrò davanti dicendo: "Signore, abbi pazienza con me e ti pagherò tutto". 27 Mosso a compassione, il padrone di quel servo lo lasciò andare e gli condonò il debito. 28 Ma quel servo, uscito fuori, incontrò uno dei suoi conservi, che gli doveva cento denari; e, afferratolo per la gola, lo soffocava dicendo: "Pagami ciò che mi devi". 29 Allora il suo conservo, gettandosi ai suoi piedi, lo supplicava dicendo: "Abbi pazienza con me, e ti pagherò tutto". 30 Ma costui non volle, anzi andò e lo fece imprigionare, finché non avesse pagato il debito. 31 Ora
gli altri servi, visto quanto era accaduto, ne furono grandemente
rattristati e andarono a riferire al loro padrone tutto ciò che era
accaduto. 32 Allora il suo padrone lo chiamò a sé e gli
disse: "Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito, perché mi
hai supplicato. 33 Non dovevi anche tu aver pietà del tuo conservo, come io ho avuto pietà di te?". 34 E il suo padrone, adiratosi, lo consegnò agli aguzzini finché non avesse pagato tutto quanto gli doveva. 35 Così il mio Padre celeste farà pure a voi, se ciascuno di voi non perdona di cuore al proprio fratello i suoi falli».
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.