mercoledì 27 aprile 2016

Grande e Santo Giovedi Vangelo alla Divina Liturgia



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Grande e Santo Giovedi Vangelo alla Divina Liturgia
secondo Matteo (26, 2-20. Gv 13, 3-17. Mt 26, 21-39. Lc 22, 43-44. Mt 26, 40 - 27, 5)
 


Il Signore ha detto ai suoi discepoli: "Sapete che tra due giorni c'è la pasqua, e il Figlio dell'Uomo sarà consegnato per essere crocifisso". Allora i sommi sacerdoti, gli scribi e gli anziani del popolo si riunirono nel palazzo del sommo sacerdote chiamato Kaiafa e tennero il Consiglio per prendere con inganno Gesù e ucciderlo. Dicevano però: "Non durante la festa, perché non ci sia tumulto tra il popolo". Mentre Gesù si trovava a Betania, in casa di Simone il lebbroso, gli si avvicinò una donna con un vaso di alabastro di unguento molto prezioso, e glielo versò sul capo mentre lui stava a mensa. I discepoli vedendo ciò si sdegnarono e dissero: "Perché questo spreco? Quest'unguento lo si poteva vendere caro, e dare ai poveri!" Ma Gesù, accortesene, disse loro: "Perché date fastidio alla donna? Essa ha fatto una cosa bella per me. I poveri infatti li avete sempre con voi, me, invece, non sempre mi avete. Versando quest'unguento sul mio corpo, lo ha fatto per la mia sepoltura. In verità vi dico: dovunque sarà predicato questo vangelo, nel mondo intero, sarà detto anche ciò che essa ha fatto, in memoriale per lei". Allora uno dei dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai sommi sacerdoti e disse: "Che mi volete dare perché io ve lo consegni?" E quelli allora stabilirono per lui trenta pezzi d'argento. Da quel momento cercava il momento favorevole per consegnarlo. Il primo giorno degli azzimi si avvicinarono a Gesù i discepoli, dicendo: "Dove vuoi che ti prepariamo per mangiare la pasqua?" Egli allora disse: "Andate in città dal tale e ditegli: Il Maestro dice: Il tempo è vicino; faccio Pasqua da te insieme ai miei discepoli". E i discepoli fecero come aveva ordinato loro Gesù e prepararono la pasqua. Venuta sera, sedeva a mensa con i dodici. Sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che da Dio era uscito e presso Dio tornava, Gesù si alza dalla cena, depone le vesti e, preso un asciugatoio, cinse se stesso. Poi mette acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio con cui era cinto. Viene dunque da Simon Pietro e questi gli dice: "Signore, tu lavi i miei piedi?" Rispose Gesù e gli disse: "Quel che io faccio, tu ora non sai, ma lo conoscerai dopo queste cose". Gli dice Simon Pietro: "Non mi laverai i piedi, in eterno!" Gli rispose Gesù: "Se non ti lavo, non hai parte con me". Gli dice Simon Pietro: "Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e la testa!" Gli dice Gesù: "Chi ha fatto il bagno non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti".
Sapeva infatti chi lo consegnava; per questo disse: "Non tutti siete puri". Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: "Capite cosa vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi. In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato. Se queste cose capite, siete beati se le farete". Mentre mangiavano, Gesù disse: "In verità vi dico che uno di voi mi consegnerà". Ed essi, molto rattristati, cominciarono a dirgli l'uno dopo l'altro: "Forse sono io, Signore?" Egli allora rispose e disse: "Chi intinge la mano con me nel piatto, questi mi consegnerà. Il Figlio dell'Uomo va, come è scritto di lui; guai però a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo viene consegnato. Era ben per lui se non fosse nato quell'uomo". Rispose allora Giuda, il suo traditore, e chiese: "Forse sono io, Ravvì?" Dice a lui: "Tu hai parlato". Mentre mangiavano, Gesù prese il pane, lo benedisse, lo spezzò e lo diede ai discepoli, dicendo: "Prendete, mangiate, questo è il mio corpo". Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: "Bevetene tutti; questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti in remissione dei peccati. Io vi dico: Non berrò di questo frutto della vite da ora fino al giorno in cui lo berrò con voi nuovo, nel regno del Padre mio". Dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il Monte degli Ulivi. Allora Gesù dice loro: "Questa notte tutti voi sarete scandalizzati in me; sta scritto infatti: Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge: ma dopo che io sarò risuscitato, vi precederò in Galilea". Rispose allora Pietro e gli disse: "Se tutti saranno scandalizzati in te, io non sarò mai scandalizzato". Gli disse Gesù: "In verità ti dico che questa notte, prima che gallo canti, mi rinnegherai tre volte". Gli dice Pietro: "Anche se dovessi morire con te, non rinnegherò". Lo stesso dissero tutti i discepoli. Allora Gesù viene con loro in un podere chiamato Gethsemani e dice ai discepoli: "Sedete qui mentre io vado là a pregare". Presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a rattristarsi ed essere angosciato. Allora dice loro: "La mia anima è triste fino alla morte; rimanete qui e vegliate con me". Andato un poco avanti, cadde faccia a terra e pregava dicendo: "Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice; però non come voglio io ma come vuoi tu". Gli apparve allora un angelo al cielo che lo confortava. E giunto al combattimento, più intensamente pregava: il suo sudore divenne come grumi di sangue che cadevano sulla terra. Alzatosi dalla preghiera, viene dai discepoli e, trovatili addormentati, dice a Pietro: "Così non siete stati capaci di vegliare una sola ora con me? Vegliate e pregate per non entrare in tentazione. Sì, lo spirito è pronto, ma la carne è debole!" Si allontanò di nuovo, per una seconda volta, e pregò dicendo: "Padre mio, se esso non può passare senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà". Ritornato di nuovo, li trovò addormentati; i loro occhi, infatti, erano appesantiti. Lasciatili, se ne andò di nuovo e per la terza volta pregò ripetendo le stesse parole. Quindi viene dai discepoli e dice loro: "Dormite ormai e riposate. Ecco, l'ora è vicina e il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani degli empi. Alzatevi, andiamo! Ecco, è vicino chi mi consegna". Stava ancora parlando, ed ecco arriva Giuda, uno dei dodici, insieme a molta folla con coltelli e bastoni, da parte dei sommi sacerdoti e degli anziani del popolo. Chi lo consegnava aveva dato loro un segno, dicendo: "Chi bacerò, è lui: prendetelo". Subito si avvicinò a Gesù e gli disse: "Salve, Ravvì!" E lo baciò. E Gesù a lui: "Compagno, perché sei qui?" Allora si avvicinarono, misero le mani su Gesù e lo presero. Ed ecco, uno di quelli con Gesù, stese la mano e tirò fuori il coltello; colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l'orecchio. Allora Gesù gli dice: "Metti il coltello al suo posto; chi prende il coltello, nuore di coltello. Ritieni che non posso supplicare mio Padre, e che non metterebbe subito accanto a me più di dodici legioni di angeli? Ma allora come si compirebbero le Scritture secondo le quali così deve accadere?" In quell'ora Gesù disse alle folle: "Come contro un brigante siete usciti con lame e bastoni per catturarmi? Ogni giorno ero seduto nel tempio a insegnare e non mi avete preso. Tutto ciò è accaduto perché si compiano le Scritture dei profeti". Allora tutti i discepoli lo abbandonarono e fuggirono. Quelli che avevano preso Gesù, lo condussero dal sommo sacerdote Kaiafa, presso il quale erano riuniti gli scribi e gli anziani. Pietro lo seguiva da lontano fin nel cortile del sommo sacerdote, ed essendo entrato dentro sedeva con i servi per vedere la fine. I sommi sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una falsa testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non trovarono pur essendo venuti molti falsi testimoni. Infine vennero due a dire: "Costui ha detto: posso distruggere il tempio di Dio e riedificarlo in tre giorni". Si alzò il sommo sacerdote e gli disse: "Non rispondi niente? Cosa testimoniano contro di te?" Ma Gesù taceva. Il sommo sacerdote gli disse: "Ti scongiuro per il Dio vivente: di' a noi se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio!" Gesù gli dice: "Tu l'hai detto che Io Sono; anzi vi dico che da ora vedrete il Figlio dell'uomo seduto a destra della Potenza, mentre viene sulle nubi del cielo". Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: "Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco: ora avete udito la bestemmia! Che vi pare?" Essi allora risposero dicendo: "E' reo di morte!" E gli sputarono in faccia, e lo schiaffeggiarono; alcuni poi lo bastonarono dicendo: "Profetizza, Cristo: chi ti ha colpito?" Pietro se ne stava seduto fuori, nel cortile. Gli si avvicinò una serva e disse: "Anche tu eri con Gesù il Galileo!" Ma egli negò davanti a tutti, dicendo: "Non so cosa dici". Uscito nell'atrio, lo vide un'altra serva che dice ai presenti: "Costui era con Gesù il Nazoreo!" E di nuovo negò giurando: "Non conosco l'uomo!" Dopo un poco gli astanti si avvicinarono e dissero a Pietro: "E' vero, anche tu sei dei loro; infatti la tua parlata ti fa scoprire". Allora cominciò a imprecare e a giurare: "Non conosco l'uomo!" E subito il gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola di Gesù che aveva detto: "Prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte". E uscito fuori pianse amaramente. Venuto il mattino, tutti i sommi sacerdoti e gli anziani tennero il Consiglio contro Gesù per metterlo a morte. Dopo averlo legato, lo condussero e lo consegnarono al governatore Pilato.
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