mercoledì 15 marzo 2023

Jorge Luis Borges: Fede, poca fede e nessuna fede


In tempi lontani tre uomini partirono in pellegrinaggio; uno era un sacerdote, un altro una persona virtuosa e il terzo un vagabondo con la sua ascia. Lungo il cammino, il sacerdote parlò dei fondamenti della fede. «Vediamo le prove della nostra religione nelle opere della natura» disse, e si batté il petto. «Proprio così» disse la persona virtuosa. «Il pavone ha una voce aspra,» disse il sacerdote «come i nostri libri hanno sempre testimoniato. Quanto è incoraggiante!» esclamò come se piangesse. «Quanto è edificante!». «Non ho bisogno di prove del genere» disse la persona virtuosa. «Dunque la sua fede non è razionale» disse il sacerdote. «Grande è la giustizia e vincerà» gridò la persona virtuosa. «C’è lealtà nel mio cuore; siate certi che c’è lealtà nella mente di Odino».

«Questi sono giochi di parole» replicò il sacerdote. «In confronto al pavone, un sacco di queste inezie sono nulla». In quel momento passavano davanti a una fattoria, e c’era un pavone appollaiato sul recinto; l’uccello cantò e la sua voce era come quella di un usignolo. «E adesso cosa mi dice?» chiese la persona virtuosa. «Eppure non mi tocca. Grande è la verità e vincerà». «Che il demonio si porti quel pavone» disse il sacerdote, e per un paio di miglia camminò a testa bassa. Poi giunsero a un santuario, dove un fachiro faceva miracoli. «Ah,» disse il sacerdote «ecco i veri fondamenti della fede. Il pavone era solo un ammennicolo. Questa è la base della nostra religione». E si batté il petto e gemette come se soffrisse di coliche. «Per me» disse la persona virtuosa «tutto questo è insignificante quanto il pavone. Io credo perché so che la giustizia è grande e vincerà. Questo fachiro potrebbe continuare con i suoi trucchi fino al giorno del Giudizio ma non mi incanterebbe». Udendo queste parole, il fachiro si adirò tanto che gli tremò la mano e, nel bel mezzo di un miracolo, gli caddero le carte dalla manica. «E adesso cosa mi dice?» chiese la persona virtuosa. «Eppure non mi tocca». «Che il diavolo si porti quel fachiro» esclamò il sacerdote. «Non vedo davvero a cosa serva continuare questo pellegrinaggio». «Coraggio!» esclamò la persona virtuosa. «Grande è la giustizia e vincerà». «Se lei è convinto che vincerà…» disse il sacerdote. «Le do la mia parola» disse la persona virtuosa. Allora il sacerdote proseguì con migliore stato d’animo. Infine giunse uno di corsa e disse loro che tutto era perduto; i poteri delle tenebre assediavano le Dimore Celesti e Odino sarebbe morto e il male avrebbe trionfato. «Sono stato volgarmente ingannato» esclamò la persona virtuosa. «Ora tutto è perduto» disse il sacerdote. «Saremo ancora in tempo per patteggiare col diavolo?» disse la persona virtuosa. «Speriamo» disse il sacerdote. «Comunque proviamoci. Ma cosa sta facendo con la sua ascia?» chiese al vagabondo. «Morirò con Odino» rispose il vagabondo.


https://www.ilsecondomestiere.org/jorge-luis-borges-fede-poca-fede-e-nessuna-fede/

tratto da Racconti brevi e straordinari di Jorge Luis Borges e Adolfo Bioy Casares che firmano nel luglio 1953 la citata introduzione. Due autori che si sono divertiti a curare un’antologia di brani provenienti da una straordinaria varietà di opere, non esitando a introdurre graziose falsificazioni e spudorati lemmi bibliografici e apocrifi, arrivando – a volte – ad attribuire le opere ad autori inesistenti, quando in realtà l’autore era lo stesso Borges.




RISVOLTO
Secondo una leggenda, un dio dell’Indostan chiese a un altro dio di cedergli una delle sue 14.516 mo­gli. «Prenditi quella che trovi libera» fu la benevola risposta. Ma in tutti i 14.516 palazzi la moglie giace­va col suo signore, che «si era sdoppiato 14.516 vol­te» affinché ciascuna credesse di essere la favorita. La fonte di questo «racconto breve e straordinario», un libro apparso a Goa nel 1887, è in realtà il­lusoria. E grazie a Bioy Casares sappiamo come so­no andate le cose: «Domani compro il libro dove l’ho letta» gli aveva detto Borges riferendosi alla leggenda. E Bioy: «No, raccontiamola noi e attribuia­mola a un autore qualsiasi» – nella fattispecie, un gesuita portoghese. Così, con estro sfrenato e gio­coso, hanno lavorato i due appassionati antologisti: ritagliando brani da una sbalorditiva molteplicità di opere (dal taoista Trattato del Vuoto Perfetto a Max Ja­cob), ricorrendo ad amene falsificazioni, inventan­do spudorati lemmi bibliografici e apocrifi: come le Memorie di un bibliotecario di Francisco Acevedo, a­lias Borges, o la magnifica Storia dei due re e dei due labirinti, sempre di Borges malgrado la depistante attribuzione. Senza peritarsi di manipolare le fonti: in un’iscrizione che evoca la verginità di Iside, un semplice «(finora)» aggiunge al referto di Plutar­co una maliziosa connotazione: «nessun mortale (finora) ha sollevato il mio velo». Ma l’obiettivo è uno solo: mostrare come un’antologia di vertigino­sa varietà possa racchiudere «l’essenziale di ciò che è narrazione» – vale a dire uno dei grandi piaceri che la letteratura può offrire.




mercoledì 1 marzo 2023

dalla bacheca fb del fratello e compagno Claudio TabaccoQuesta generazione perversa non avrà altro segno che il Segno di Giona.






Dal Vangelo secondo secondo Luca capitolo 11,29-32. 

Giona. 

Questa generazione perversa non avrà altro segno che il Segno di Giona. 

Noi siamo il "Segno di Giona". Giona che fu inghiottito dal Mostro Leviathan e dopo tre giorni fu sputato sulla "spiaggia di Ninive". Ecco il segno di Giona. Giona "la Colomba" Leviathan "l'Attorcigliato". Lo Spirito di Di@ sotto emblema di Colomba ha posto il suo nido laddove regna l'Attorcigliato. Noi generazione di tempi perversi, generati in tempi perversi, ci siamo affidati al Leviathan affinché fosse per noi Salvatore. E lui, il Mostro Attorcigliato ci ha salvati quando stavamo affogando e già i nostri occhi terrorizzati contemplavano le radici dei monti, e l'acqua di morte ci annegava. L'Attorcigliato ci inghiottì nel suo ventre. E lì morimmo alla vita per esistere come suoi schiavi. 

Questo è Buon Annuncio per Anarchici e folli Gesuani… Ma il Mostro dovette restituirci alla Vita. Perché anche lui è nido dello Spirito. Ci sputò sulla spiaggia del nostro più grande terrore. Sulle rive della Tecnopoli Globale della Finanza, dell'immenso Città dove le sorti di ogni donna, di ogni uomo, di ogni, bambino si decidono. E cominciammo a percorrerla camminando giorni e giorni con la calura e con il gelo, con la pioggia che ci in fradicia a le ossa e con il vento che faceva in brandelli vestiti e pelle. Gridavamo come folli e come ebbri che il Giorno della Vendetta sarebbe presto giunto, ancora un albeggiare ed ancora un tramonto e un'altra alba e un altro tramonto ed il Popolo dei barconi, ed il Popolo degli straccioni, sarebbe giunto con le nere bandiere e con le rosse bandiere e nulla di nulla si sarebbe salvato. Mille fuochi e ancora mille più che nella notte di Los Angeles si sarebbero accesi, nulla si sarebbe salvato. E quelli si stracciarono le vesti, bruciarono le banche e le galere, rimisero i debiti dei defraudati, liberarono gli oppressi d'Africa dalla catena monetaria, chiesero perdono i mercanti d'armi e fabbricarono aratri e vomeri e falci, ed i padroni della salute bruciarono i brevetti sui farmaci e li regalarono ai malati. E tutti tutti insieme danzarono sino allo sfinimento e si coprirono di cenere. E Dio si commosse e pianse con loro, e tutti si abbracciarlo o anche con Dio. E l'Attorcigliato sparì nelle antiche leggende che si narrano ai bambini per farli star buoni la notte. 

Questo è il Segno di Giona, Buon Annuncio di Anarchici e Folli Gesuani. 

Fu sufficiente la Parola, non usammo né pistola né bomba. Uccidere è la seduzione dell'Attorcigliato non si dice forse da parte dei suoi servi che solo lo Stato usa legittimamente la violenza? Noi che annunciamo con Amore e Rabbia il giorno della vendetta non siamo Stato e neppure vogliamo il Potere. Noi annunciamo l'Uragano, non siamo l'Uragano. Chi arma la mano e prima ancora anima e cuore appartiene a Ninive. 

Amen.


domenica 22 gennaio 2023

dalla bacheca fb del fratello e compagno Claudio Tabacco :Oggi riconosciamo le epifanie attuali del Peccato del Mondo





Sermoni del Tempo Ordinario (Domenica della III settimana. Oggi riconosciamo le epifanie attuali del Peccato del Mondo: a) Lamin giovane gambiano accolto quando era un adolescente, orfano, dalla Comunità di Accoglienza di Vicofaro, Pistoia, guidata da don Massimo Biancalani, verrà espulso il 1 Febbraio ed intanto rimarrà detenuto nel CPR di Potenza in isolamento esterno. La prima immagine, epifania, da riconoscere del Peccato - Male del Mondo è il rifiuto dell'Altro, è la demonizzazione dell'Altro, a fini di propaganda politica. Così operò il nazismo con gli Ebrei, così opera il Potere, in ogni tempo ed in particolare nei tempi di crisi: individuare il Nemico da gettare in pasto alle masse stremate dalla crisi e dalla paura indotta. b) Alfredo Cospito in sciopero della fame contro il regime carcerario del 41bis e l'ergastolo ostativo dal 20 Ottobre 2022. Alfredo non è un "martire" e neppure un nichilista innamorato della bella morte, è un militante politico radicale, anarchico, che di fronte alla prospettiva di essere sepolto vivo ha trasformato il suo corpo in uno strumento di lotta politica e dunque di vita. La seconda immagine del Peccato del Mondo è un Potere Debole incapace di rispondere ai bisogni strutturali dei cittadini, che nega i presupposti su cui esso stesso si fonda: la Costituzione. Uno stato che seppellisce vivi i suoi cittadini e le sue cittadine per torturarli e torturarle affinché divengano delatori e delatrici è uno Stato Totalitario che non pago di reprimere punisce con la tortura a morte. c) la terza immagine del Peccato del Mondo è un dato: nel 2022 ogni quattro giorni e mezzo un detenuto, dunque un uomo o una donna alla totale mercé del Potere Statale si è tolto la vita per le spaventose condizioni di vita in carcere. La Comunità Civile - Politica come la Comunità Essenziale dei e delle credenti non può accettare il Male, soprattutto se il Male ha la sua fonte nelle Istituzioni che dovrebbero garantire il Bene Comune. Memoria di Vivi e Memoria di Morti).



PS. non a caso ma volutamente ho inserito la meditazione di Claudio nel blog relativo agli inni e ai canti della tradizione  del Vangelo (ormai soffocato) quello della Grazie e della Libertà 
Padre Giovanni Festa 

giovedì 19 gennaio 2023

TRADIZIONE DRUIDICA. --una preghiera nativa britannica

 




testo in inglese

“... we have ... been despised and trampled underfoot by men who know nothing else than how to secure gain. ... let us ... do our duty while we still remember what freedom is, that we may leave to our children not only its appellation but also its reality. ... Have no fear whatever of the Romans; for they are superior to us neither in numbers nor in bravery. ... Furthermore, this region is familiar to us and is our ally, but to them it is unknown and hostile. As for the rivers, we swim them naked, whereas they do not across them easily even with boats. Let us, therefore, go against them trusting boldly to good fortune. Let us show them that they are hares and foxes trying to rule over dogs and wolves.”

When she had finished speaking, she employed a species of divination, letting a hare escape from the fold of her dress; and since it ran on what they considered the auspicious side, the whole multitude shouted with pleasure, and Buduica, raising her hand toward heaven, said: “I thank thee, Andraste, and call upon thee as woman speaking to woman; for I rule over no burden-bearing Egyptians as did Nitocris, nor over trafficking Assyrians as did Semiramis ..., much less over the Romans themselves as did Messalina once and afterwards Agrippina and now Nero (who, though in name a man, is in fact a woman, as is proved by his singing, lyre-playing and beautification of his person); nay, those over whom I rule are Britons, men that know not how to till the soil or ply a trade, but are thoroughly versed in the art of war and hold all things in common, even children and wives, so that the latter possess the same valour as the men. As the queen, then, of such men and of such women, I supplicate and pray thee for victory, preservation of life, and liberty against men insolent, unjust, insatiable, impious, - if, indeed, we ought to term those people men who bathe in warm water, eat artificial dainties, drink unmixed wine, anoint themselves with myrrh, sleep on soft couches with boys for bedfellows, - boys past their prime at that, - and are slaves to a lyre-player and a poor one too. Wherefore may this Mistress Domitia-Nero reign no longer over me or over you men; let the wench sing and lord it over Romans, for they surely deserve to be the slaves of such a woman after having submitted to her so long. But for us, Mistress, be thou alone ever our leader.”



premessa

In traduzione parziale dal sito-blog 

https://greywolf.druidry.co.uk/

articolo. Spring Equinox – Alban Eilir – ‘Birth of the Fresh Quarter’

Alcuni ritengono che la celebrazione della Pasqua sia un adattamento cristiano di una festa dedicata a una dea della primavera e della fertilità chiamata Ēostre in anglosassone, Ôstara in antico alto tedesco. Il suo nome sopravvive nell'antico nome dialettale della Northumbria per il mese di aprile, Ēosturmōnaþ, "il mese di Ēostre". Il suo nome sembra derivare da una parola proto-germanica che significa "alba o mattino". È stato suggerito che l'uovo e la lepre marzolina che osserva la luna fossero simboli di lei. Nella tradizione popolare britannica, l'espressione "pazzo come una lepre di marzo" si basa sulle manifestazioni di corteggiamento dei lepri maschi che, in questo periodo dell'anno, possono essere visti saltare in aria, correre in cerchio e impegnarsi in quelli che sembrano incontri di boxe l'uno con l'altro. La lepre è riconosciuta come animale sacro della Luna nelle culture dalla Gran Bretagna alla Cina. Una delle più famose apparizioni di una lepre in un contesto spirituale britannico si trova nella descrizione di Cassio Dione  della rivolta di Boudica e della sua tribù di Iceni contro l'occupazione romana nel 60 d.C..* Cassio(oltre cent’anni dopo la morte della regina guerriera), riferisce  il seguente discorso di Boudica mentre raduna le sue truppe per la battaglia:


(*) Sotto la guida della regina degli iceni Budicca, tra il 60 e il 61 d.C. i britanni si ribellarono al recente dominio dei romani i quali, oltre a essere smodatamente avidi, avevano riservato un trattamento ignobile alla stessa sovrana e alle sue figlie, che erano state stuprate e umiliate. Roma schiacciò la rivolta con una brutale repressione

https://www.storicang.it/a/grande-ribellione-di-budicca_14677


PER UNA POSSIBILE TRADUZIONE IN ITALIANO 


... siamo stati... disprezzati e calpestati da uomini che non sanno fare altro che assicurarsi il guadagno. ... facciamo il nostro dovere finché ricordiamo cos'è la libertà, per lasciare ai nostri figli non solo il suo nome ma anche la sua realtà. ... Non temete i Romani, perché non sono superiori a noi né per numero né per coraggio. ... Inoltre, questa regione ci è familiare ed è nostra alleata, mentre per loro è sconosciuta e ostile. Quanto ai fiumi, noi li attraversiamo a nuoto, mentre loro non li attraversano facilmente nemmeno con le barche. Andiamo dunque contro di loro confidando nella buona sorte. Dimostriamo loro che sono lepri e volpi che cercano di dominare cani e lupi".

Quando ebbe finito di parlare, ricorse a una specie di divinazione, facendo uscire una lepre dalla piega del suo vestito; e poiché correva su quello che consideravano il lato di buon auspicio, tutta la folla gridò di piacere e Buduica, alzando la mano verso il cielo, disse: "Ti ringrazio, Andraste, e ti invoco come donna che parla a donna; perché non domino su egiziani portatori di fardelli come Nitocris, né su assiri trafficanti come Semiramide ... tanto meno sui Romani stessi, come Messalina un tempo e poi Agrippina e ora Nerone (che, pur essendo un uomo di nome, è in realtà una donna, come dimostrano il suo canto, il suo suonare la lira e l'abbellimento della sua persona); anzi, quelli su cui governo sono i Britanni, uomini che non sanno coltivare la terra o esercitare un mestiere, ma conoscono a fondo l'arte della guerra e tengono in comune tutte le cose, anche i figli e le mogli, tanto che queste ultime hanno lo stesso valore degli uomini. Come regina, dunque, di tali uomini e di tali donne, ti supplico e ti prego per la vittoria, la conservazione della vita e la libertà contro gli uomini insolenti, ingiusti, insaziabili, empi, - se, in effetti, dobbiamo chiamare uomini quelle persone che fanno il bagno nell'acqua calda, mangiano prelibatezze artificiali, bevono vino non mescolato, si ungono con la mirra, dormono su morbidi giacigli con ragazzi per compagni di letto, - per di più ragazzi agazzi oltre il loro apice - e sono schiavi di un suonatore di lira e anche povero. Pertanto, che questa padrona Domizia-Nero non regni più su di me o su voi uomini; lasciate che la fanciulla canti e domini sui Romani, poiché essi meritano sicuramente di essere schiavi di una tale donna dopo esserli a lei sottomessi  così a lungo. Ma per noi, padrona, sii sempre e solo tu il nostro capo".


conclusione sempre dal blog citato


Ho incluso l'intero discorso di Boudica ad Andrastein quanto è uno dei pochi documenti che abbiamo di una preghiera nativa britannica di quest'epoca, sebbene registrata molti anni dopo da uno scrittore che non fu lui stesso testimone degli eventi descritti. Boudica nel riferirsi alla sua terra natale come alleata ha sicuramente un buon suono druidico. Paragonare i romani a lepri e volpi e il suo stesso popolo a cani e lupi ha anche un'atmosfera autenticamente animistica. Anche la divinazione osservando i movimenti di una lepre è in linea sia con l'antico paganesimo europeo che con il folklore più recente. La liberazione della lepre, immediatamente seguita dall'onore di Boudica ad Andraste, ha portato molti a supporre che la lepre fosse sacra ad Andraste e che, poiché la lepre è ampiamente riconosciuta come un animale sacro della luna, Andraste doveva essere una dea della Luna. Il nome Andraste potrebbe derivare dal proto-celtico *anderā , 'giovane donna' e * ster , 'stella', dando il significato di 'Giovane Donna delle Stelle', nome ragionevole per una dea della Luna e che la collocherebbe in una famiglia di dee stellari tra le quali collocheremmo la Il gallese Arianrhod , il cui nome significa 'Ruota d'argento' e che è legato al cerchio di stelle noto come Corona del Nord (latino Corona Borealis ), chiamato Caer Arianrhod in gallese.

ITradotto con www.DeepL.com/Translator (versione gratuita)





mercoledì 4 gennaio 2023

Maya(otto anni) dedica" Il torero Camomillo" al Walter Veltroni e al suo "non solo ma anche"

Piccolo Coro dell'Antoniano - Torero Camomillo (cartoon) - 10° Zecchino  d'Oro - YouTube


Il torero Camomillo

Testo
Lallara lallara lallara lalla la olèGià il toro è nell'arenaPerò non c'è il toreroCos'è questo misteroChissà dove sarà
Olé!
Lo cercano dovunqueLa folla intanto gridaChe vuole la corridaChe vuole il matador
Olé Olé Olè
Il matador chi èTorero CamomilloIl matador tranquilloChe dorme appena puòTorero CamomilloSe il toro ti è vicinoTu schiacci un pisolinoE non ci pensi più
Lallara lallara lallara lalla la olè
Ed ecco finalmenteChe scende nell'arenaNon sembra darsi penaVa con tranquillità
Olé
Avanza lemme lemmeSi piega sui ginocchiE si stropiccia gli occhiIl grande matador
Olé Olé Olè
Il matador chi èTorero CamomilloIl matador tranquilloChe dorme appena puòTorero CamomilloSe il toro ti è vicinoTu schiacci un pisolinoE non ci pensi più
Lallara lallara lallara lalla la olè
La folla va in delirioVedendo quel toreroAccarezza il toroE poi ci dorme su
Olé
E' buono e sottomessoQuel toro grande e grossoChe fa da materassoAl grande matador
Olé Olé Olè
Il matador chi èTorero CamomilloIl matador tranquilloChe dorme appena puòTorero CamomilloSe il toro ti è vicinoTu schiacci un pisolinoE non ci pensi più.
Lallara lallara lallara lalla la olè



una interpretazione della canzone 

lunedì 2 gennaio 2023

Maya(otto anni) dedica il "caffè della Peppina" ai cristiani progressisti ma interni al sistema: scoppieranno .Non hanno scampo

Nel 1971 si svolse la tredicesima edizione dello Zecchino d'oro. Vinse "Il caffè della Peppina". Un motivetto spiritoso nella musica e nelle parole, ispirate a una vecchia canzone popolare italiana. Le due bimbe che interpretavano la canzone erano Marina D'Amici, la piccola "ciociara" dall'aria candida e trasognata e Simonetta Gruppioni, appartenente al Piccolo Coro. La canzone diventò subito popolare tra i bambini  e anche i piùpiccoli, con l'estensione musicale di una sola nota, cantarono il suo inserto esclamativa: "che caffè!".



Il caffè della Peppina

Non si beve alla mattina

Né col latte, né col tè

Ma perché, perché, perché...


La Peppina fa il caffè

Fa il caffè con la cioccolata

Poi ci mette la marmellata

Mezzo chilo di cipolle


Quattro o cinque caramelle

Sette ali di farfalle

E poi dice: «Che caffè!»...


Il caffè della Peppina

Non si beve alla mattina

Né col latte, né col tè

Ma perché, perché, perché...


La Peppina fa il caffè

Fa il caffè col rosmarino

Mette qualche formaggino

Una zampa di tacchino

Una penna di pulcino

Cinque sacchi di farina

E poi dice: «Che caffè!»...


Orchestra


Il caffè della Peppina

Non si beve alla mattina

Né col latte, né col tè

Ma perché, perché, perché...


La Peppina fa il caffè

Fa il caffè con pepe e sale

L'aglio no, perché fa male

L'acqua sì, ma col petrolio

Insalata, aceto e olio

Quando prova col tritolo

Salta in aria col caffè...


Il caffè della Peppina

Non si beve alla mattina

Né col latte, né col tè

Ma perché, perché, perché...


Il caffè della Peppina

Non si beve alla mattina

Né col latte, né col tè

Ma perché, perché, perché...


https://www.youtube.com/watch?v=-xL2Y2HKEI8

domenica 1 gennaio 2023

secondo Maya(otto anni ) Johnny il Bassotto è ( il solo simpatico) modello di inquisitore duro e puro






Johnny Bassotto

Brano di Bruno Lauzi


Chi ha rubato la marmellata? (Chi sarà?)

Ed un uovo di cioccolata? (Chi sarà?)

E chi ha rotto la vetrata con un colpo di pallone?

Chi ha scaldato la cassata con il fon

Io non c'ero, non son stato, non son mai venuto qui

A quell'ora vado sempre a far pipì

Ma il bassotto poliziotto scoprirà la verità

Il bassotto poliziotto scoprirà la verità

Che poliziotto, Johnny bassotto,

Come una freccia nella notte schizza via

Passa dal tetto, entra nel letto

Di ogni bimbo che racconta una bugia

Che poliziotto, Johnny bassotto

Con le manette arresta la tua fantasi

Ti fa svegliare e confessare

Tutto quel che hai combinato tu da solo o in compagnia

Il bassotto poliziotto è il più in gamba che ci sia

Chi ha toccato il registratore? (Chi sarà?)

Chi ha giocato sull'ascensore? (Chi sarà?)

Chi ha legato a un palloncino la cravatta del papà

E ora vola sopra tutta la città,

Io davvero non son stata, non mi interrogare più

A quest'ora guardo sempre la TV

Ma il bassotto poliziotto scoprirà la verità

Il bassotto poliziotto scoprirà la verità

Che poliziotto, Johnny bassotto

Ha un pappagallo che gli fa da radiospia

E un elefante come aiutante

Quando è proprio troppo grossa la bugia

Che poliziotto, Johnny bassotto

Con il fischietto arresta la tua fantasia

Ti fa svegliare e confessare

Tutto quel che hai combinato tu da solo o in compagnia

Il bassotto poliziotto è il più in gamba che ci sia

Il bassotto poliziotto è il più in gamba che ci sia


https://www.youtube.com/watch?v=j8SizQ6f6ZY