sabato 31 dicembre 2022

A Coloro che verranno -Da Bertolt Brecht, Poesie e canzoni, Einaudi, 1959, A cura di Ruth Leiser e Franco Fortini


Davvero, vivo in tempi bui!
La parola innocente è stolta. Una fronte distesa
vuol dire insensibilità. Chi ride,
la notizia atroce
non l’ha ancora ricevuta.

Quali tempi sono questi, quando
discorrere d’alberi è quasi un delitto,
perché su troppe stragi comporta silenzio!
E l’uomo che ora traversa tranquillo la via
mai piú potranno raggiungerlo dunque gli amici
che sono nell’angoscia?

È vero: ancora mi guadagno da vivere.
Ma, credetemi, è appena un caso. Nulla
di quel che fo m’autorizza a sfamarmi.
Per caso mi risparmiano. (Basta che il vento giri, sono perduto).

«Mangia e bevi, –mi dicono: –E sii contento di averne».
Ma come posso io mangiare e bere, quando
quel che mangio, a chi ha fame lo strappo, e
manca a chi ha sete il mio bicchiere d’acqua?
Eppure mangio e bevo.

Vorrei anche essere un saggio.
Nei libri antichi è scritta la saggezza:
lasciar le contese del mondo e il tempo breve
senza tema trascorrere.
Spogliarsi di violenza,
render bene per male,
non soddisfare i desideri, anzi
dimenticarli, dicono, è saggezza.
Tutto questo io non posso:
davvero, vivo in tempi bui!

II.

Nelle città venni al tempo del disordine,
quando la fame regnava.
Tra gli uomini venni al tempo delle rivolte
e mi ribellai insieme a loro.
Cosí il tempo passò
che sulla terra m’era stato dato.

Il mio pane, lo mangiai tra le battaglie.
Per dormire mi stesi in mezzo agli assassini.
Feci all’amore senza badarci
e la natura la guardai con impazienza.
Cosí il tempo passò
che sulla terra m’era stato dato.

Al mio tempo, le strade si perdevano nella palude.
La parola mi tradiva al carnefice.
Poco era in mio potere. Ma i potenti
posavano piú sicuri senza di me; o lo speravo.
Cosí il tempo passò
che sulla terra m’era stato dato.

Le forze erano misere. La meta
era molto remota.
La si poteva scorgere chiaramente, seppure anche per me
quasi inattingibile.
Cosí il tempo passò
che sulla terra m’era stato dato.

III.

Voi che sarete emersi dai gorghi
dove fummo travolti
pensate
quando parlate delle nostre debolezze
anche ai tempi bui
cui voi siete scampati.

Andammo noi, piú spesso cambiando paese che scarpe,
attraverso le guerre di classe, disperati
quando solo ingiustizia c’era, e nessuna rivolta.

Eppure lo sappiamo:
anche l’odio contro la bassezza
stravolge il viso.
Anche l’ira per l’ingiustizia
fa roca la voce. Oh, noi
che abbiamo voluto apprestare il terreno alla gentilezza,
noi non si poté essere gentili.

Ma voi, quando sarà venuta l’ora
che all’uomo un aiuto sia l’uomo,
pensate a noi
con indulgenza.

Bertolt Brecht
(Traduzione di Franco Fortini)


https://www.acro-polis.it/2022/12/25/a-coloro-che-verranno/

venerdì 30 dicembre 2022

la sana ecclesiologia non dogmatica di mia nipote Maya (anni otto)

LA CASA IN VIA DEI MATTI NUMERO ZERO 

La canzone per bambini La Casa fu cantata da Sergio Endrigo nel 1969  la musica e il testo originali sono di Vinicius de Moraes.

Era una casa molto carina,

senza soffitto, senza cucina;

non si poteva entrarci dentro,

perché non c’era il pavimento;

non si poteva andarci a letto,

in quella casa non c’era il tetto;

non si poteva fare pipì,

perché non c’era il vasino lì.

Ma era bella, bella davvero,

in Via dei Matti numero zero.

Ma era bella, bella davvero,

in Via dei Matti numero zero.


la mia nipotina la conosce (ovviamente) anche in tedesco


Es war ein sehr schönes Haus Ohne Decke, ohne Küche
Man konnte nicht hineingehen, Weil es keinen Boden gab.

Man konnte nicht ins Bett gehen
In diesem Haus gab es kein Dach.
Man konnte nicht pinkeln,
Weil es dort kein Töpfchen gab
Aber sie war wunderschön, wirklich wunderschön. Im “Verrücktestr. n. null”.

Aber sie war wunderschön, wirklich wunderschön. Im “Verrücktestr. n. null”.


https://www.europaschule-evropskasola.com/homelearning/wp-content/uploads/2020/04/Via-dei-matti-numero-zero.pdf




casa-in-via-dei-matti-numero-zero-sergio-endrigo

sabato 24 dicembre 2022

Il cantico del Benedictus di Zaccaria padre. del Battista e il subcomandante Marcos.

 




Dalla. bacheca facebook. del fratello Claudio Tabacco 

https://www.facebook.com/cldtabacco/posts/pfbid0ZPhpDknh2iMUtux7hdaVKfiFmfEBTHV1XQbiPCqYw1YyK3mr3b93axH4Snzey3zJl

UN'ALTRA CANDELA PER OMBRA.

L'alba.

Il sole inizia ad aiutare le case e gli edifici ...  nel loro languido inclinarsi verso ovest...

L'altro jalisco affila la parola e accorda 

l'orecchio.

Fuori chiedono:

"Pronto"? 

Dentro l' ombra piega con cura il desiderio,

lo mette nella tasca sinistra della camicia,

vicino al cuore, e risponde: 

"Sempre".

Subcomandante Insurgente Marcos. 


«Benedetto il Signore, Dio d'Israele,

perché ha visitato e redento il suo popolo,

e ha suscitato per noi un Salvatore potente

nella casa di Davide, suo servo,

come aveva detto

per bocca dei suoi santi profeti d'un tempo:

salvezza dai nostri nemici,

e dalle mani di quanti ci odiano.

Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri

e si è ricordato della sua santa alleanza,

del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,

di concederci, liberati dalle mani dei nemici,

di servirlo senza timore, in santità e giustizia

al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.

E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo

perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,

per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza

nella remissione dei suoi peccati.

Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio,

ci visiterà un sole che sorge dall'alto,

per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre

e nell'ombra di morte,

e dirigere i nostri passi

sulla via della pace

(Luca 1,68-79)


***

 voci della Comunità Essenziale dei Credenti nel Buon Annuncio della Liberazione che stanno alla frontiera estrema, sulla barricata più avanzata non per difendere una territorialità conquistata, ma per spostare di un metro più avanti la barricata e liberare nuovi orizzonti. 

Amen

(Claudio Ze'ev Tabacco )