giovedì 19 dicembre 2019

Un sommesso dono fraterno ai cristiani di tradizione occidentale per il comune periodo di Avvento verso la Santa Bella e Buona Nascita di Cristo Dio


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Nei nove giorni che precedono la Solennità del Natale del Signore Gesù Cristo, si recita la Novena Natalizia tradizionale in latino che, a differenza delle altre novene, ha una struttura tutta sua 

Dopo un consueto inno di apertura a scelta, durante il quale ha luogo la solenne processione d’ingresso dei ministri, ha inizio il canto delle 9 profezie sulla venuta del Salvatore, ciascuna introdotta dal celebre invitatorio:
Regem venturu Dominum venite adoremus
Il Re Signore sta per venire, venite adoriamo

A seguire i testi in latino delle Profezie con relative traduzioni:

1) Jucundare filia Sion et exulta satis, filia Jerusalem: ecce Dominus veniet, et erit in die illa lux magna, et stillabunt montes dulcedimen, et colles fluent lac et mel, quia veniet Propheta magnus, et ipse renovabit Jerusalem
Rallegrati, figlia di Sion, esulta figlia di Gerusalemme: ecco il Signore verrà, ed in quel giorno ci sarà gran luce, e i monti stilleranno dolcezza, e dai colli scorrerà latte e miele, perché verrà un gran profeta che rinnoverà Gerusalemme
2) Ecce veniet Deus, et homo de domo David sedere in throno, et videbitis, et gaudebit cor vestrum
Ecco dalla casa di Davide verrà il Dio Uomo a sedersi sul trono, vedrete, e godrà il vostro cuore
3) Ecce veniet Dominus protector noster, Santctus Israel, coronam regni habens in capite suo, et dominabitur a mari usque ad mare, et a flumine usque ad terminos orbis terrarum
Ecco viene il Signore nostro protettore, il Santo di Israele, portando in capo la corona regale, e dominerà da un mare all’altro, e dal fiume fino agli estremi confini della Terra.
4) Ecce apparebit Dominus, et non mentietur: si moram fecerit expecta eum, quia veniet et non tardabit
Ecco apparirà il Signore e non mancherà di parola: se indugerà attendilo, perché verrà e non indugerà.
5) Descendet Dominus sicut pluvia in vellus: orietur in diebus ejus justitia, et abundatia pacis, et adorabunt eum omnes reges terrae, omnes gentes servient ei
Il Signore discenderà come la pioggia sul vello: in quei giorni spunterà la giustizia e l’abbondanza della pace: tutti i re della terra lo adoreranno e i popoli lo serviranno.
6) Nascetur nobis parvulus, et vocabitur Deus fortis: ipse sedebit super thronum David patris sui, et imperabit, cujus potestas super humerum ejus
Nascerà per noi un bambino, e sarà chiamato Dio forte: egli siederà sul trono di Davide suo padre la cui potesta è sulle sue spalle e dominerà.
7) Bethlehem, civitas Dei summi, exte exiet Dominator Israel, et egressus ejus sicut a principio dierum aeternitatis, et magnificabitur in medio universae terrae, et pax erit in terra nostra dum venerit
Betlemme, città del sommo Dio, da te nascerà il dominatore di Israele, la sua nascita risale al principio dei giorni dell’eternità, e sarà glorificato in mezzo a tutta la terra, e quando egli sarà venuto, vi sarà la pace sulla nostra terra.
Le profezie seguenti si recitano solo per la vigilia di Natale:
8) Crastina die delebitur iniquitas terrae, et regnabit super nos Salvatore mundi
Domani sarà cancellata la colpa dalla Terra e regnerà su di noi il Salvatore del mondo
9) Prope est jam Dominus. Venite adoremus
Il Signore è vicino venite adoriamo


Segue il cosiddetto polisalmo, una sorta di compendio delle più trepidanti invocazioni scritturistiche riguardanti la venuta del Salvatore.
Laetentur coeli et exultet terra, jubilate montes laudem
Eumapant montes jucunditatem, et colles justitiam
Quia Dominus noster veniet, et pauperum suorum miserebitur
Rorate coeli desuper et nubes pluant justum, aperiatur terra et germinet salvatorem,
Memento nostri Domine, et visita nos in salutari tuo
Ostende nobis Domine misericordiam tuam, et salutare tuum da nobis
Emitte agnum Domine dominatore terrae, de petra deserti ad montem filiae Sion
Veni ad liberandum nos Domine Deus virtutum, ostende faciem tuam et salvierimus
Veni Domine visitare nos in pace, ut laetemur coram te corde perfecto
Ut cognoscamus Domine in terram viam tuam, in omnibus gentibus salutare tuum
Excita Domine potentiam tuam et veni, ut salvos facias nos
Veni Domine et noli tardare, relaxa facinora plebi tuae
Utinam dirumperes coelos et descenderes, a facie tua montes defluerent
Veni et ostende nobis faciem tuam Domine, qui sedes super cherubim
Gloria Patri et Filio, et Spiritui Sancto
Sicut erat in principio et nunc et semper, et in saecula saeculorum. Amen
Gioscano i Cieli ed esulti la terra, cantate o monti una lode
Prorompano giocondità i monti ed i colli la giustizia
Perché verrà il Nostro Signore e avrà misericordia dei suoi poveri
Stillate o celi dall’alto e le nubi piovano il giusto, si apra la terra e germogli il Salvatore
Ricordati di noi Signore e visitaci con la tua salvezza
Dimostraci Signore la tua misericordia e donaci la tua redenzione
Manda o Signore l’Agnello dominatore della terra, dalla pietra del deserto al monte della figlia di Sion
Vieni a liberarci o Signore Dio delle virtù, mostraci il tuo volto e noi saremo salvi
Vieni o Signore a visitarci nella pace, affinché ci rallegriamo al tuo cospetto con cuore sincero
Affinché si conosca Signore sulla terra la tua via, fra tutte le genti la tua salvezza
Ridesta Signore la tua potenza e vieni, affinché siamo resi salvi
Vieni Signore e non tardare, perdona i delitti del tuo popolo
Potessi squarciare i celi e discendere, davanti a te i monti si scioglierebbero
Vieni e mostraci il tuo volto Signore, tue che siedi al di sopra dei cherubini
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo
Come era nel principio ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen


Al termine del Polisalmo, il celebrante accompagnato dai due candelieri, canta in tono di capitolo la lettura breve:

Præcúrsor pro nobis ingréditur Agnus sine Mácula, secúndum órdinem Melchísedech, Póntifex factus in ætérnum, et in seculum seculi. Ipse est Rex justítiæ cujus generátio non habet finem.
Avanza per noi il Precursore, l’Agnello senza macchia, secondo l’ordine di Melchisedech, fatto Pontefice in eterno e nei secoli dei secoli. Egli è il Re della giustizia e la sua generazione non ha fine. Rendiamo grazie a Dio.

E’ la volta quindi dell’inno “En clara vox redarguit” di cui qui sotto riportiamo il testo:


En clara vox redarguit, Obscura quaeque personans:
Procul fugentus somnia, Ad alto Jesus promicat.
En Agnus ad nos mittitur Laxare gratis debitum:
Omnes simul cum lacrymis precèmur indulgentiam.
Beatus auctor saeculi Servile corpus induit:
Ut carne carnem liberans ne perderet quos condidit.
Castae Parentis viscera Coelestis intrat gratia:
Venter puellae bajulat Secreta, quae non noverat.
Domus pudici pectoris Templum repente fit Dei,
Intacta nesciens virum, Concepit alvo filium.
Deo Patri sit Gloria Eiusque soli Filio,
Cum spiritu Paraclito, in saeculorum saecula. Amen
Echeggia una chiara voce facendo risuonare anche le cose oscure:
fuggano lontano i sonni, dall’alto splende Gesù.
Ecco l’Agnello viene mandato a noi per cancellare gratuitamente i nostri debiti:
con le lacrime agli occhi, tutti insieme imploriamo il suo perdono.
L’autore del mondo ha vestito il corpo del servo:
affinché liberando la carne nostra, per mezzo della sua,
non perdesse quelli che aveva creato.
Nel seno della casta Madre entra la grazia celeste:
il ventre della fanciulla porta segreti che non conosceva.
L’abitazione del petto pudico improvvisamente diviene tempio di Dio;
immacolata non conoscendo uomo, concepisce nel seno il Figlio.
Sia gloria a Dio Padre ed al suo Unigenito Figlio,
con lo Spirito Consolatore, nei secoli dei secoli. Così sia.

Ecco che giungiamo al Magnificat preceduto e seguito dal canto dell’antifona. Durante il canto del Magnificat i ministri si recano all’altare e, fatte le dovute riverenze, lo incensano. Quindi vengono incensati gli stessi ministri ed i fedeli.

Considerando i nove giorni per i quali si protrae la preghiera, troviamo nove antifone diverse tra loro di cui la prima e l’ultima rispettivamente cantate in modo IV e in modo VIII fanno da cornice al cantico evangelico mariano (il Magnificat appunto) anch’esso cantato nei due rispettivi modi.

Magnificat

Magníficat *
ánima mea Dóminum,
et exsultávit spíritus meus *
in Deo salvatóre meo,
quia respéxit humilitátem ancíllæ suæ. *
Ecce enim ex hoc beátam me dicent
omnes generatiónes,
quia fecit mihi magna, qui potens est, *
et sanctum nomen eius,
et misericórdia eius in progénies et progénies *
timéntibus eum.
Fecit poténtiam in bráchio suo, *
dispérsit supérbos mente cordis sui;
depósuit poténtes de sede *
et exaltávit húmiles;
esuriéntes implévit bonis *
et dívites dimísit inánes.
Suscépit Israel púerum suum, *
recordátus misericórdiæ,
sicut locútus est ad patres nostros, *
Abraham et sémini eius in sæcula.
Glória Patri, et Fílio *
et Spirítui Sancto.
Sicut erat in princípio, et nunc et semper, *
et in sǽcula sæculórum.
Croce Amen.

sabato 30 novembre 2019

Typikòn della Divina Liturgia di Domenica 1 Dicembre 2019








Secondo il Tipikòn del Patriarcato di Romania   Domenica XVI dopo Pentecoste 

Lettura del testo Apostolico 

2Corinzi 6,1-10

Fedeltà e dedizione di Paolo al suo servizio

1 Come collaboratori di Dio, vi esortiamo a non ricevere la grazia di Dio invano; 2 poiché egli dice:
«Ti ho esaudito nel tempo favorevole,
e ti ho soccorso nel giorno della salvezza
».
Eccolo ora il tempo favorevole; eccolo ora il giorno della salvezza! 3 Noi non diamo nessun motivo di scandalo affinché il nostro servizio non sia biasimato; 4 ma in ogni cosa raccomandiamo noi stessi come servitori di Dio, con grande costanza nelle afflizioni, nelle necessità, nelle angustie, 5 nelle percosse, nelle prigionie, nei tumulti, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni; 6 con purezza, con conoscenza, con pazienza, con bontà, con lo Spirito Santo, con amore sincero; 7 con un parlare veritiero, con la potenza di Dio; con le armi della giustizia a destra e a sinistra; 8 nella gloria e nell'umiliazione, nella buona e nella cattiva fama; considerati come impostori, eppure veritieri; 9 come sconosciuti, eppure ben conosciuti; come moribondi, eppure eccoci viventi; come puniti, eppure non messi a morte; 10 come afflitti, eppure sempre allegri; come poveri, eppure arricchendo molti; come non avendo nulla, eppure possedendo ogni cosa!


Lettura della pericope del Vangelo



Matteo 25,14-30

Parabola dei talenti

14 «Poiché avverrà come a un uomo il quale, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e affidò loro i suoi beni. 15 A uno diede cinque talenti, a un altro due e a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità; e partì. 16 Subito, colui che aveva ricevuto i cinque talenti andò a farli fruttare, e ne guadagnò altri cinque. 17 Allo stesso modo, quello dei due talenti ne guadagnò altri due. 18 Ma colui che ne aveva ricevuto uno, andò a fare una buca in terra e vi nascose il denaro del suo padrone. 19 Dopo molto tempo, il padrone di quei servi ritornò a fare i conti con loro. 20 Colui che aveva ricevuto i cinque talenti venne e presentò altri cinque talenti, dicendo: "Signore, tu mi affidasti cinque talenti: ecco, ne ho guadagnati altri cinque". 21 Il suo padrone gli disse: "Va bene, servo buono e fedele; sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore". 22 Poi, si presentò anche quello dei due talenti e disse: "Signore, tu mi affidasti due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due". 23 Il suo padrone gli disse: "Va bene, servo buono e fedele, sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore". 24 Poi si avvicinò anche quello che aveva ricevuto un talento solo, e disse: "Signore, io sapevo che tu sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; 25 ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra; eccoti il tuo". 26 Il suo padrone gli rispose: "Servo malvagio e fannullone, tu sapevi che io mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; 27 dovevi dunque portare il mio denaro dai banchieri; al mio ritorno avrei ritirato il mio con l'interesse. 28 Toglietegli dunque il talento e datelo a colui che ha i dieci talenti. 29 Poiché a chiunque ha, sarà dato ed egli sovrabbonderà; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. 30 E quel servo inutile, gettatelo nelle tenebre di fuori. Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti".


Secondo il typikòn del Patriarcato di Costantinopoli 


Apostolo- Domenica della XXIV settimana (Ef 2, 14-22)

 Fratelli, Cristo è la nostra pace, lui che di due popoli fece una sola unità abbattendo il muro divisorio, annullando nella sua carne l’inimicizia - la legge dei dogmatici precetti – per creare in se stesso, dei due popoli, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare con Dio entrambi - in un solo corpo - mediante la croce, dopo aver ucciso in se stesso l’inimicizia. E venne per evangelizzare la pace a voi, i lontani, e pace ai vicini, perché, per suo mezzo, entrambi abbiamo libero accesso al Padre in un solo Spirito. Così dunque non siete più stranieri né ospiti, ma concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù. In lui ogni edificio cresce in armoniosa disposizione come tempio santo nel Signore; in lui anche voi siete incorporati nella costruzione come dimora di Dio nello Spirito


Vangelo della XIV settimana di Luca (Lc 18, 35-43) 

In quel tempo avvenne che, mentre Gesù si avvicinava a Gerico, c'era un cieco seduto a mendicare lungo la strada. Sentendo passare la folla, chiedeva cosa fosse. Gli dissero: "Passa Gesù il Nazareno!" Egli gridò e disse: "Gesù, figlio di David, abbi pietà di me!" Quelli che andavano avanti, lo sgridavano per farlo tacere ma egli molto più gridava: "Figlio di David, abbi pietà di me!" Gesù si fermò e comandò che gli fosse portato. Quando quello fu vicino, gli chiese: "Cosa vuoi che ti faccia?" Egli allora disse: "Signore, che torni a vedere!" Gesù gli disse: "Torna a vedere! La tua fede ti ha salvato". E subito tornò a vedere e lo seguiva glorificando Dio. E tutta la folla che aveva visto, diede lode a Dio.










venerdì 11 ottobre 2019

12/10 Hymn on the Life of St. Patrick di FIACE (FIECH, FIEQUE, FIEC, FIAC, FIAG), évêque de Slane en Lagénie (aujourd'hui le comté de Leinster en Irlande), disciple de saint Patrick (après 430)


FIACC: Hymn on the Life of St. Patrick

[O'Curry MS, Catholic University].

Anonymous translation from The Ecclesiastical Record, March 1868.
Original language: Old Irish.



EDITOR'S NOTE: The Hymn of Fiacc is one of the few accepted primary sources for the life of St. Patrick other than his own writings. Although its exact date of composition is disputed, there is no question that it is extremely ancient, a document of the Celtic Church before the Viking invasions. Tradition ascribes it to the fifth century bard Fiacc, who also figures as a character in some of the legends told about Patrick; modern scholars generally think it was composed later, in the seventh or possibly even the eighth century. -- N. Redington.
1.  Patrick was born at Emptur: 
    This it is that history relates to us.
    A child of sixteen years (was he) 
    When he was taken into bondage.

2.  Succat was his name, it is said; 
    Who was his father is thus told:
    He was son of Calpurn, son of Otidus, 
    Grandson of Deochain Odissus.
 
3.  He was six years in slavery; 
    Human food he ate it not.
    Cothraige he was called, 
    For as slave he served four families.
 
4.  Victor said to Milcho's slave: 
    "Go thou over the sea:"
    He placed his foot upon the *leac* (stone): 
    Its trace remains, it wears not away.
  
5.  He sent him across all the Alps; 
    Over the sea marvellous was his course,
    Until he stayed with Germanus in the south, 
    In southern Letha.
 
6.  In the islands of the Tyrrhene Sea he stayed; 
    Therein he meditated:
    He read the canon with Germanus: 
    It is this that history relates.
 
7.  To Ireland he was brought back 
    In visions by the angels of God:
    Often was he in vision 
    Solicited to return thither again.
 
8.  Salvation to Ireland 
    Was the coming of Patrick to Fochlaidh;
    Afar was heard the sound 
    Of the call of the youths of Caill-Fochladh.
 
9.  They prayed that the saint would come, 
    That he would return from Letha,
    To convert the people of Erin 
    From error to life.

10. The Tuatha of Erin were prophesying 
    That a new kingdom of faith would come,
    That it would last for evermore: 
    The land of Tara would be waste and silent.

11. The druids of Loegaire concealed not from him 
    The coming of Patrick;
    Their  prophecy was verified 
    As to the kingdom of which they spoke.

12. Patrick walked in piety till his death: 
    He was powerful in the extirpation of sin:
    He raised his hands in blessing 
    Upon the tribes of men.

13. Hymns, and the Apocalypse, and the thrice fifty (psalms) 
    He was wont to sing;
    He preached, baptized and prayed; 
    From the praise of God he ceased not.

14. The cold of the weather deterred him not 
    From passing the night in ponds:
    By heaven his kingdom was protected; 
    He preached by day on the hills.

15. In Slan, in the territory of Benna-Bairche, 
    Hunger or thirst possessed him not.
    Each night he sang a hundred psalms, 
    To adore the King of angels.

16  He slept on a bare stone, 
    And a wet sack-cloth around him;
    A bare rock was his pillow; 
    He allowed not his body to be in warmth.

17. He preached the Gospel to all; 
    He wrought great miracles in Letha;
    He healed the lame and the lepers; 
    The dead he restored to life.

18. Patrick preached to the Scoti: 
    He endured great toil in Letha:
    With him will come to judgment 
    Everyone whom he brought to the life of Faith.

19. The sons of Emer, the sons of Eremon, 
    All went to Cisal,
    To the abode of Satan --
    They were swallowed up in the deep abyss,

20. Until the apostle came to them:  
    He came despite the raging tempests:
    He preached, for three-score years, 
    The cross of Christ to the tribes of Feni.

21. On the land of Erin there was darkness; 
    The Tuatha adored the -sidhi-;
    They believed not 
    In the true Deity of the true Trinity.
 
22. In Armagh there is sovereignty; 
    It is long since Emain passed away;
    A great church is Dun-Lethglasse; 
    I wish not that Tara should be a desert.
 
23. Patrick, when he was in sickness, 
    Desired to go to Armagh:
    An angel went to meet him on the road 
    In the middle of the day.
 
24. Patrick came southwards towards Victor; 
    He it was that went to meet him;
    The bush in which Victor was, was in a blaze; 
    From the flame (the angel) spoke.
 
25. He said:  Thy dignity (shall be) at Armagh; 
    Return thanks to Christ;
    To heaven thou shalt come; 
    Thy prayer is granted thee.

26. The hymn which thou chosest in life 
    Shall be corselet of protection to all.
    Around thee on the Day of Judgment 
    The men of Erin will come for judgment.
 
27. Tassach remaineth after him (in Sabhall), 
    Having given the communion to him:
    He said that Patrick would return:  
    The word of Tassach was not false.
 
28. He (St. Patrick) put an end to night; 
    Light ceased not with him:
    To a years' end there was radiance; 
    It was a long day of peace.
 
29. At the battle fought around Beth-horon 
    Against the Canaanites by the son of Nun,
    The sun stood still at Gaboan; 
    This it is that the Scripture tells us.
 
30. The sun lasted with Josue unto the death of the wicked:
    This indeed was befitting;
    It was more befitting that there should be radiance 
    At the death of the saints.
 
31. The clergy of Erin went from every part 
    To watch around Patrick;
    The sound of harmony fell upon them, 
    So that they slept enchanted on the way.
 
32.  Patrick's body from his soul 
     Was severed after pains;
     The angels of God on the first night 
     Kept choir around it unceasingly.
 
33.  When Patrick departed (from life) 
     He went to visit the other Patrick;
     Together they ascended 
     To Jesus, Son of Mary.
 
34.  Patrick, without arrogance or pride, 
     Great was the good which he proposed to himself,
     To be in the service of Mary's Son; 
     Happy the hour in which Patrick was born.

The St. Pachomius Orthodox Library, St. Acacius the Obedient 1996.

Have mercy, O Lord, upon Thy servants, Elizabeth, David, and Mary. 

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               THE END, AND TO GOD BE THE GLORY!


OVVIAMENTE VA TRADOTTO 

giovedì 3 ottobre 2019

4/10 Le 4 octobre, mémoire de Saint HIÉROTHÉE, Evêque d'Athènes





Le 4 octobre, mémoire de Saint HIÉROTHÉE, Evêque d'Athènes
Saint Hiérothée était avec Denys l'Arèopagite l'un des neuf membres de l'Aréopage. Lorsque Saint Paul vint prêcher à Athènes, ils furent parmi les seuls qui se convertirent. Au départ de l'Apôtre, Hièrothée devint le premier Evêque d'Athènes et se chargea d'initier Denys aux Mystères que Dieu avait accordé à son intelligence céleste de contempler. Lui aussi fut emporté sur les nuées avec les Apôtres et les Hiérarques, pour assister aux funérailles de la Mère de Dieu. Il entonna alors les hymnes divines avec une telle ferveur, tout entier sorti de lui-même et plongé dans la contemplation, qu'il apparut à tous comme divinement inspiré. Comme il a déjà été dit à propos de Saint Denys, Saint Hiérothée ne livra pas par écrit les fruits de ses contemplations, ou du moins ceux-ci ne nous ont-ils été transmis que sous forme de fragments parmi les oeuvres de son disciple. Après avoir réjoui le Seigneur par sa vie et ses enseignements, il s'endormit dans la paix, laissant Denys comme successeur


 

Troparion — Tone 1

We the faithful all praise Hierótheus, the disciple of Paul, / Hierarch of Athens, / the world’s teacher and a preacher of the Faith, / who revealed to us Christ’s Mysteries / and poured forth streams of godly doctrine. / His life was well-pleasing to God, who is greatly merciful.

mercoledì 2 ottobre 2019

3/10 Saint hiéromartyr DENYS l'Aréopagite, disciple de saint Paul, martyr sous Domitien (96). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome X des Ménées. Office plus complet et plus récent et acathiste traduits par le même au tome X du Supplément aux Ménées.)


Tropaire de saint Denys l'Aéropagite ton 4


Having learned goodness and maintaining continence in all things,
you were arrayed with a good conscience as befits a priest.
From the chosen Vessel you drew ineffable mysteries;
you kept the faith, and finished a course equal to His.
Bishop martyr Dionysius, entreat Christ God that our souls may be saved.



Kondakion de saint Denys l'Aéropagite ton 8


As a disciple of the apostle caught up to the third heaven,

you spiritually entered the gate of heaven, Dionysius.
You were enriched with understanding of ineffable mysteries
and enlightened those who sat in the darkness of ignorance.
Therefore we cry to you: Rejoice, universal Father!




LETTURA APOSTOLICA ALLA DIVINA LITURGIA


Atti 17,16-34

16 Ora, mentre Paolo li aspettava ad Atene, il suo spirito s'inacerbiva in lui, vedendo la città piena di idoli. 17 Egli dunque discuteva nella sinagoga con i Giudei e con le persone pie, e ogni giorno sulla piazza con quelli che incontrava. 18 Con lui discutevano pure alcuni filosofi epicurei e stoici. Alcuni dicevano: «Che vuol dire questo cianciatore?». E gli altri: «Egli pare essere un annunziatore di divinità straniere», perché annunziava loro Gesù e la risurrezione. 19 Così lo presero e lo condussero nell'Areopago, dicendo: «Potremmo sapere qual è questa nuova dottrina che tu proponi? 20 Poiché tu rechi cose strane ai nostri orecchi, vogliamo dunque sapere che cosa significano queste cose». 21 Or tutti gli Ateniesi e i forestieri che dimoravano in quella città non avevano passatempo migliore che quello di dire o ascoltare qualche novità. 22 Allora Paolo, stando in piedi in mezzo all'Areopago, disse: «Ateniesi, io vi trovo in ogni cosa fin troppo religiosi. 23 Poiché, passando in rassegna e osservando gli oggetti del vostro culto, ho trovato anche un altare sul quale era scritto: "AL DIO SCONOSCIUTO". Quello dunque che voi adorate senza conoscerlo, io ve lo annunzio. 24 Il Dio che ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esso, essendo Signore del cielo e della terra, non abita in templi fatti da mani d'uomo25 e non è servito dalle mani di uomini come se avesse bisogno di qualcosa, essendo lui che dà a tutti la vita, il fiato e ogni cosa; 26 or egli ha tratto da uno solo tutte le stirpi degli uomini, perché abitassero sopra tutta la faccia della terra, avendo determinato le epoche prestabilite e i confini della loro abitazione, 27 affinché cercassero il Signore, se mai riuscissero a trovarlo come a tastoni, benché egli non sia lontano da ognuno di noi. 28 Poiché in lui viviamo, ci muoviamo e siamo, come persino alcuni dei vostri poeti hanno detto: "Poiché siamo anche sua progenie". 29 Essendo dunque noi progenie di Dio, non dobbiamo stimare che la deità sia simile all'oro o all'argento o alla pietra o alla scultura d'arte e d'invenzione umana. 30 Ma ora, passando sopra ai tempi dell'ignoranza, Dio comanda a tutti gli uomini e dappertutto che si ravvedano. 31 Poiché egli ha stabilito un giorno in cui giudicherà il mondo con giustizia, per mezzo di quell'uomo che egli ha stabilito; e ne ha dato prova a tutti, risuscitandolo dai morti». 32 Quando sentirono parlare di risurrezione dei morti, alcuni lo beffavano, altri dicevano: «Su questo argomento ti ascolteremo un'altra volta». 33 Così Paolo uscì di mezzo a loro. 34 Ma alcuni si unirono a lui e credettero, fra i quali anche Dionigi l'areopagita, una donna di nome Damaris e altri con loro.

PERICOPE EVANGELICA 

44 «Di nuovo, il regno dei cieli è simile ad un tesoro nascosto in un campo, che un uomo, avendolo trovato, nasconde; e, per la gioia che ne ha, va, vende tutto ciò che ha e compera quel campo. 45 Ancora, il regno dei cieli è simile ad un mercante che va in cerca di belle perle. 46 E, trovata una perla di grande valore, va, vende tutto ciò che ha, e la compera. 47 Il regno dei cieli è pure simile ad una rete gettata in mare, che raccoglie ogni sorta di cose48 Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e, postisi a sedere, raccolgono ciò che è buono nelle ceste, mentre gettano via quello non buono. 49 Così avverrà alla fine del mondo; gli angeli verranno e separeranno i malvagi dai giusti; 50 e li getteranno nella fornace del fuoco. Lì sarà pianto e stridor di denti». 51 Gesù disse loro: «Avete capito tutte queste cose?». Essi gli dissero: «Sì, Signore». 52 Ed egli disse loro: «Perciò ogni scriba ammaestrato per il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che trae fuori dal suo tesoro cose nuove e vecchie».
Gesù disprezzato in Nazaret
53 Ora, quando Gesù ebbe finito queste parabole, se ne andò di là. 54 E, venuto nella sua patria, li ammaestrava nella loro sinagoga, sicché essi stupivano e dicevano: «Da dove ha ricevuto costui questa sapienza e queste potenti operazioni?

Canon de rugăciune către Sfântul Sfinţit Mucenic Dionisie Areopagitul


martedì 1 ottobre 2019

2 0ttobreInno akathistos a San Cipriano




Inno akathistos a San Cipriano

sta in

http://www.madonnaallarovinata.it/st_germa_inno_akathistos.html



Dai Vespri

Mostrando la corona riservata ai martiri ai cui martiri desti il coraggio di affrontare molteplici patimenti, le catene, il carcere, la tortura, il freddo, le frustrate e per finire la morte, venerabile martire Cipriano.

Agli incanti del demone, essendoti opposto con i codici dello Spirito e il segno vittorioso della Croce, tu preservasti giustizia, o Cristo, quale vittima sacratissima, martire invincibile, perciò tu ricevesti la corona di vincitore nello splendore della verginità e del martirio.

Beato Cipriano hai veramente tralasciato l´insegnamento dell´errore dei falsi,per rivestirti della croce del Cristo, armatura di salvezza.
Hai gettato i libri di magie, deposto l´uomo vecchio e per la tua conoscenza di Dio, in te fece la sua dimora la consustanziale Trinità, insieme agli angeli,supplicala santo pontefice e intercedi per la nostra salvezza.


PREGHIERA
Al santo ieromartire Cipriano:

O santo intercessore presso Dio, ieromartire Cipriano, pronto aiuto e
intercessore per tutti quelli che ti invocano! Accetta da noi indegni la lode; presentaci al Signore Dio, e sii guarigione nelle malattie, forza nelle sofferenze,consolazione nei dolori e concedi quanto ci è utile per la nostra vita.
Innalza al Signore la tua potente preghiera, perché siamo preservati dal cadere nel peccato, perché possiamo imparare la vera conversione, perché siamo salvati dalle insidie del demonio e da ogni opera degli spiriti impuri e salvati da
coloro che ci odiano. Sii per noi un potente difensore da ogni nemico visibile e invisibile; concedici la pazienza nelle tentazioni e nell´ora della nostra morte mostrati protettore dalle insidie degli avversari dell´aria, così che guidati da te raggiungiamo la celeste Gerusalemme e siamo resi degni del regno dei cieli per cantare e lodare con tutti i santi il nome del tutto Santo del Padre, del
Figlio e del Santo Spirito, nei secoli dei secoli. Amin.

TROPARIO DI S. CIPRIANO

Sei stato in vita un imitatore degli apostoli e sei salito dopo di loro sul trono della
gloria, o uomo ispirato da Dio. Tu che hai trovato nella pratica delle virtù la via che porta
alla contemplazione, dispensando fedelmente la parola di verità e che hai lottato per la fede
fino al sangue, o sacerdote e martire Cipriano, prega Dio di salvare le nostre anime.


KONDAKION del Santo

Con l’unzione sacerdotale e con il tuo sangue di martire, ti sei avvicinato a Dio in
modo perfetto, Cipriano, veramente degno dei nostri canti; dell’eloquenza tu incarnasti lo
splendore e della nostra natura tu porti il fiore, acropoli della sapienza e bilancia indicando
la rettitudine degli insegnamenti, armoniosa destrezza dei canoni e munificenza della Chiesa
di Dio.

martedì 23 aprile 2019

Mattutino del Grande e Santo Mercoledi [detto Ufficio dello Sposo] si celebra la sera del Grande Martedi


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Giovanni 12,17-50

17 La folla dunque, che era con lui quando aveva chiamato Lazzaro fuori dal sepolcro e l'aveva risuscitato dai morti, gli rendeva testimonianza. 18 Perciò la folla gli andò incontro, perché aveva udito che egli aveva fatto questo segno. 19 I farisei allora dissero tra di loro: «Vedete che non guadagnate nulla; ecco, il mondo gli va dietro».
Alcuni Greci vogliono vedere Gesù; egli parla della sua morte

20 Or tra quelli che erano saliti ad adorare durante la festa c'erano alcuni Greci. 21 Costoro dunque, accostatisi a Filippo, che era di Betsaida di Galilea, lo pregarono dicendo: «Signore, vorremmo vedere Gesù». 22 Filippo andò a dirlo ad Andrea; a loro volta, Andrea e Filippo lo dissero a Gesù. 23 Ma Gesù rispose loro, dicendo: «L'ora è venuta, in cui il Figlio dell'uomo deve essere glorificato. 24 In verità, in verità vi dico: Se il granel di frumento caduto in terra non muore, rimane solo; ma se muore, produce molto frutto. 25 Chi ama la sua vita la perderà, e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna. 26 Se uno mi serve, mi segua; e là dove sono io, là sarà anche il mio servo; se uno mi serve, il Padre l'onorerà. 27 Ora l'anima mia è turbata; e che dirò: Padre, salvami da quest'ora? Ma per questo io sono giunto a quest'ora. 28 Padre, glorifica il tuo nome!». Allora venne una voce dal cielo: «L'ho glorificato e lo glorificherò ancora». 29 La folla dunque, che era presente e aveva udito la voce, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». 30 E Gesù rispose e disse: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. 31 Ora è il giudizio di questo mondo; ora sarà cacciato fuori il principe di questo mondo. 32 Ed io, quando sarò innalzato dalla terra, attirerò tutti a me». 33 Or egli diceva questo, per indicare di qual morte egli doveva morire. 34 La folla gli rispose: «Noi abbiamo appreso dalla legge che il Cristo rimane in eterno; ora come puoi tu dire che il Figlio dell'uomo deve essere innalzato? Chi è questo Figlio dell'uomo?». 35 Gesù allora disse loro: «La luce è con voi ancora per un po'; camminate mentre avete la luce, affinché non vi sorprendano le tenebre; chi cammina nelle tenebre non sa dove va».




Gesù, luce del mondo

36 «Mentre avete la luce, credete nella luce, affinché diventiate figli di luce». Queste cose disse Gesù; poi se ne andò e si nascose da loro. 37 Sebbene avesse fatto tanti segni davanti a loro, non credevano in lui, 38 affinché si adempisse la parola detta dal profeta Isaia: «Signore, chi ha creduto alla nostra predicazione? E a chi è stato rivelato il braccio del Signore?». 39 Perciò non potevano credere, perché Isaia disse ancora: 40 «Egli ha accecato i loro occhi e ha indurito il loro cuore, perché non vedano con gli occhi, non intendano col cuore, non si convertano e io non li guarisca». 41 Queste cose disse Isaia, quando vide la sua gloria e parlò di lui. 42 Tuttavia, anche tra i capi, molti credettero in lui; ma a motivo dei farisei non lo confessavano, per non essere espulsi dalla sinagoga, 43 perché amavano la gloria degli uomini più della gloria di Dio. 44 Or Gesù gridò e disse: «Chi crede in me, non crede in me, ma in colui che mi ha mandato. 45 E chi vede me, vede colui che mi ha mandato. 46 Io sono venuto come luce per il mondo, affinché chiunque crede in me non resti nelle tenebre. 47 E se uno ode le mie parole e non crede, io non lo giudico; perché io non sono venuto a giudicare il mondo, ma a salvare il mondo. 48 Chi mi respinge e non accoglie le mie parole, ha chi lo giudica; la parola che ho annunziata sarà quella che lo giudicherà nell'ultimo giorno. 49 Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre stesso mi ha mandato e mi ha comandato ciò che io devo dire ed annunziare. 50 Ed io so che il suo comandamento è vita eterna; le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre me le ha dette».


LES TROIS LECTURES DES VÊPRES DU MARDI-SAINT 23 AVRIL.

Esodo 2,5-10

5 Or la figlia del Faraone scese per fare il bagno al fiume, mentre le sue ancelle passeggiavano lungo il fiume. Ella vide il canestro nel canneto e mandò la sua serva a prenderlo. 6 Lo aprì e vide il bambino; ed ecco, il piccolo piangeva; ella ne ebbe compassione e disse: «Questo è un bambino ebreo». 7 Allora la sorella del bambino disse alla figlia del Faraone: «Devo andare a chiamarti una balia tra le donne ebree che allatti questo bambino per te?». 8 La figlia del Faraone le rispose: «Va'». E la fanciulla andò a chiamare la madre del bambino. 9 E la figlia del Faraone le disse: «Porta via questo bambino, allattalo per me, e ti darò il tuo salario». Così la donna prese il bambino e lo allattò. 10 Quando il bambino fu cresciuto, ella lo portò alla figlia del Faraone; egli divenne suo figlio ed ella lo chiamò Mosè, dicendo: «Perché io l'ho tratto dall'acqua».

Giobbe 1,13-22

13 Così un giorno avvenne che, mentre i suoi figli e le sue figlie mangiavano e bevevano vino in casa del loro fratello maggiore, giunse da Giobbe un messaggero a dirgli: 14 «I buoi stavano arando e le asine pascolavano nelle vicinanze, 15 quando i Sabei sono piombati loro addosso, e li hanno portati via e hanno passato a fil di spada i servi. Io solo sono scampato per venire a dirtelo». 16 Egli stava ancora parlando, quando giunse un altro e disse: «Il fuoco di DIO è caduto dal cielo, ha investito pecore e servi e li ha divorati. Io solo sono scampato per venire a dirtelo». 17 Egli stava ancora parlando, quando giunse un altro e disse: «I Caldei hanno formato tre bande, si sono gettati sui cammelli e li hanno portati via, e hanno passato a fil di spada i servi. Io solo sono scampato per venire a dirtelo». 18 Egli stava ancora parlando, quando giunse un altro e disse: «I tuoi figli e le tue figlie stavano mangiando e bevendo vino in casa del loro fratello maggiore, 19 quand'ecco un vento impetuoso, venuto dal deserto, ha investito i quattro angoli della casa che è caduta sui giovani, ed essi sono morti. Io solo sono scampato per venire a dirtelo». 20 Allora Giobbe si alzò, si stracciò il suo mantello e si rase il capo; poi cadde a terra e adorò, 21 e disse: «Nudo sono uscito dal grembo di mia madre e nudo vi ritornerò. L'Eterno ha dato e l'Eterno ha tolto. Sia benedetto il nome dell'Eterno»22 In tutto questo Giobbe non peccò e non accusò DIO di alcuna ingiustizia.

Matteo 24,36-26,2
Il sermone profetico (seguito): La vigilanza raccomandata

24,36 «Quanto poi a quel giorno e a quell'ora, nessuno li conosce, neppure gli angeli dei cieli, ma soltanto il Padre mio. 37 Ma come fu ai giorni di Noè, così sarà anche alla venuta del Figlio dell'uomo. 38 Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio, le persone mangiavano, bevevano, si sposavano ed erano date in moglie, fino a quando Noè entrò nell'arca; 39 e non si avvidero di nulla, finché venne il diluvio e li portò via tutti; così sarà pure alla venuta del Figlio dell'uomo. 40 Allora due saranno nel campo; uno sarà preso e l'altro lasciato. 41 Due donne macineranno al mulino, una sarà presa e l'altra lasciata. 42 Vegliate dunque, perché non sapete a che ora il vostro Signore verrà. 43 Ma sappiate questo che, se il padrone di casa sapesse a che ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe forzare la casa. 44 Perciò anche voi siate pronti, perché nell'ora che non pensate, il Figlio dell'uomo verrà».

Il sermone profetico (seguito): Parabola dei due servi

45 «Qual è dunque quel servo fedele e avveduto, che il suo padrone ha preposto ai suoi domestici, per dar loro il cibo a suo tempo? 46 Beato quel servo che il suo padrone, quando egli tornerà, troverà facendo così. 47 In verità vi dico che gli affiderà l'amministrazione di tutti i suoi beni. 48 Ma, se quel malvagio servo dice in cuor suo: "Il mio padrone tarda a venire", 49 e comincia a battere i suoi conservi, e a mangiare e a bere con gli ubriaconi; 50 il padrone di quel servo verrà nel giorno in cui meno se l'aspetta e nell'ora che egli non sa; 51 lo punirà duramente e gli riserverà la sorte degli ipocriti. Lì sarà il pianto e lo stridor di denti».

Il sermone profetico (seguito): Parabola delle dieci vergini

25,1 «Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini le quali, prese le loro lampade, uscirono fuori incontro allo sposo. 2 Or cinque di loro erano avvedute e cinque stolte. 3 Le stolte, nel prendere le loro lampade, non presero con sé l'olio; 4 le avvedute, invece, insieme alle lampade, presero anche l'olio nei loro vasi. 5 Ora, siccome lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. 6 E sulla mezzanotte si levò un grido: "Ecco, arriva lo sposo, uscitegli incontro!". 7 Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. 8 E le stolte dissero alle avvedute: "Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade stanno per spegnersi". 9 Ma le avvedute, rispondendo, dissero: "No, perché non basterebbe né a noi, né a voi; andate piuttosto dai venditori e compratene". 10 Ora, mentre quelle andavano a comprarne, arrivò lo sposo; le vergini che erano pronte entrarono con lui per le nozze; e la porta fu chiusa. 11 Più tardi giunsero anche le altre vergini, dicendo: "Signore, signore, aprici". 12 Ma egli, rispondendo, disse: "In verità vi dico che non vi conosco". 13 Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno, né l'ora in cui il Figlio dell'uomo verrà».

Il sermone profetico (seguito): Parabola dei talenti

14 «Inoltre il regno dei cieli è simile a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e affidò loro i suoi beni. 15 A uno diede cinque talenti, a un altro due e a un altro uno; a ciascuno secondo la sua capacità; e subito partì. 16 Ora colui che aveva ricevuto i cinque talenti, andò e trafficò con essi e ne guadagnò altri cinque. 17 Similmente anche quello dei due ne guadagnò altri due. 18 Ma colui che ne aveva ricevuto uno, andò, fece una buca in terra e nascose il denaro del suo signore. 19 Ora, dopo molto tempo, ritornò il signore di quei servi e fece i conti con loro. 20 E colui che aveva ricevuto i cinque talenti si fece avanti e ne presentò altri cinque, dicendo: "Signore, tu mi affidasti cinque talenti; ecco, con quelli ne ho guadagnati altri cinque". 21 E il suo signore gli disse: "Bene, buono e fedele servo; tu sei stato fedele in poca cosa; io ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo signore". 22 Poi venne anche colui che aveva ricevuto i due talenti e disse: "Signore, tu mi affidasti due talenti; ecco, con quelli ne ho guadagnati altri due". 23 Il suo signore gli disse: "Bene, buono e fedele servo; tu sei stato fedele in poca cosa; io ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo signore". 24 Infine venne anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: "Signore, io sapevo bene che tu sei un uomo aspro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; 25 perciò ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra; ecco te lo restituisco". 26 E il suo signore rispondendo, gli disse: "Malvagio e indolente servo, tu sapevi che io mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; 27 tu avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, al mio ritorno, l'avrei riscosso con l'interesse. 28 Toglietegli dunque il talento e datelo a colui che ha i dieci talenti. 29 Poiché a chiunque ha, sarà dato e sovrabbonderà, ma a chi non ha gli sarà tolto anche quello che ha. 30 E gettate questo servo inutile nelle tenebre di fuori. Lì sarà il pianto e lo stridor di denti"».

Il sermone profetico (fine): Vita eterna e pene eterne

31 «Ora, quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i santi angeli, allora si siederà sul trono della sua gloria. 32 E tutte le genti saranno radunate davanti a lui; ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri. 33 E metterà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. 34 Allora il Re dirà a coloro che saranno alla sua destra: "Venite, benedetti del Padre mio; ricevete in eredità il regno che vi è stato preparato sin dalla fondazione del mondo. 35 Poiché ebbi fame e mi deste da mangiare, ebbi sete e mi deste da bere; fui forestiero e mi accoglieste, 36 fui ignudo e mi rivestiste, fui infermo e mi visitaste, fui in prigione e veniste a trovarmi". 37 Allora i giusti gli risponderanno, dicendo: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare? O assetato e ti abbiamo dato da bere? 38 E quando ti abbiamo visto forestiero e tiabbiamo ospitato? O ignudo e ti abbiamo rivestito? 39 E quando ti abbiamo visto infermo, o in prigione e siamo venuti a visitarti?". 40 E il Re, rispondendo, dirà loro: "In verità vi dico: tutte le volte che l'avete fatto ad uno di questi miei minimi fratelli, l'avete fatto a me". 41 Allora egli dirà ancora a coloro che saranno a sinistra: "Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno che è stato preparato per il diavolo e per i suoi angeli. 42 Poiché ebbi fame e non mi deste da mangiare, ebbi sete e non mi deste da bere, 43 fui forestiero e non mi accoglieste, ignudo e non mi rivestiste, infermo e in prigione e non mi visitaste". 44 Allora anche questi gli risponderanno, dicendo: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato, o assetato, o forestiero, o ignudo, o infermo, o in prigione e non ti abbiamo soccorso?". 45 Allora egli risponderà loro dicendo: "In verità vi dico: tutte le volte che non l'avete fatto a uno di questi minimi, non l'avete fatto neppure a me". 46 E questi andranno nelle pene eterne, e i giusti nella vita eterna».

Complotto dei sacerdoti
26,1 E avvenne che, quando Gesù ebbe finito tutti questi discorsi, disse ai suoi discepoli: 2 «Voi sapete che fra due giorni è la Pasqua, e il Figlio dell'uomo sarà consegnato per esser crocifisso». 


lunedì 22 aprile 2019

Mattutino del Martedì Grande [detto Ufficio dello Sposo] si celebra la sera del Grande Lunedi

Mattutino del Martedì Grande [detto Ufficio dello Sposo]


si celebra la sera del Grande Lunedi 



Matteo 22,15-23,39

Il tributo a Cesare
=(Mr 12:13-17Lu 20:20-26Gb 5:13
22,15 Allora i farisei si ritirarono e tennero consiglio per vedere di coglierlo in fallo nelle sue parole. 16 E gli mandarono i loro discepoli con gli erodiani a dirgli: «Maestro, noi sappiamo che sei sincero e insegni la via di Dio secondo verità, e non hai riguardi per nessuno, perché non badi all'apparenza delle persone. 17 Dicci dunque: Che te ne pare? È lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?» 18 Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, disse: «Perché mi tentate, ipocriti? 19 Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli porsero un denaro. 20 Ed egli domandò loro: «Di chi è questa effigie e questa iscrizione?» 21 Gli risposero: «Di Cesare». E Gesù disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare, e a Dio quello che è di Dio». 22 Ed essi, udito ciò, si stupirono e, lasciatolo, se ne andarono.


Dibattito sulla risurrezione
=(Mr 12:18-27Lu 20:27-402Ti 3:6-9
23 In quello stesso giorno vennero a lui dei sadducei, i quali dicono che non vi è risurrezione, e gli domandarono: 24 «Maestro, Mosè ha detto: "Se uno muore senza figli, il fratello suo sposi la moglie di lui e dia una discendenza a suo fratello". 25 Vi erano tra di noi sette fratelli; il primo, ammogliatosi, morì; e, non avendo prole, lasciò sua moglie a suo fratello. 26 Lo stesso fece pure il secondo, poi il terzo, fino al settimo. 27 Infine, dopo tutti, morì anche la donna. 28 Alla risurrezione, dunque, di quale dei sette sarà ella moglie? Poiché tutti l'hanno avuta». 29 Ma Gesù rispose loro: «Voi errate, perché non conoscete le Scritture, né la potenza di Dio. 30 Perché alla risurrezione non si prende né si dà moglie; ma i risorti sono come angeli nei cieli. 31 Quanto poi alla risurrezione dei morti, non avete letto quello che vi è stato detto da Dio: 32 "Io sono il Dio d'Abraamo, il Dio d'Isacco e il Dio di Giacobbe"? Egli non è il Dio dei morti, ma dei vivi». 33 E la folla, udite queste cose, stupiva del suo insegnamento.


Il gran comandamento
=Mr 12:28-34 (Lu 10:25-37)
34 I farisei, udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si radunarono; 35 e uno di loro, dottore della legge, gli domandò, per metterlo alla prova: 36 «Maestro, qual è, nella legge, il gran comandamento?» 37 Gesù gli disse: «"Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente". 38 Questo è il grande e il primo comandamento. 39 Il secondo, simile a questo, è: "Ama il tuo prossimo come te stesso". 40 Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti».


Gesù interroga i farisei
=(Mr 12:35-37Lu 20:41-44)
41 Essendo i farisei riuniti, Gesù li interrogò, 42 dicendo: «Che cosa pensate del Cristo? Di chi è figlio?» Essi gli risposero: «Di Davide». 43 Ed egli a loro: «Come mai dunque Davide, ispirato dallo Spirito, lo chiama Signore, dicendo: 44 "Il SIGNORE ha detto al mio Signore:
'Siedi alla mia destra
finché io abbia messo i tuoi nemici sotto i tuoi piedi'"? 45 Se dunque Davide lo chiama Signore, come può essere suo figlio?» 46 E nessuno poteva replicargli parola; da quel giorno nessuno ardì più interrogarlo.


Gesù condanna gli scribi e i farisei
=(Mr 12:38-39Lu 20:45-47; 11:43, 46)(Mt 6:1-5, 16Lu 14:7-11)
23,1 Allora Gesù parlò alla folla e ai suoi discepoli, 2 dicendo: «Gli scribi e i farisei siedono sulla cattedra di Mosè. 3 Fate dunque e osservate tutte le cose che vi diranno, ma non fate secondo le loro opere; perché dicono e non fanno. 4 Infatti, legano dei fardelli pesanti e li mettono sulle spalle della gente; ma loro non li vogliono muovere neppure con un dito. 5 Tutte le loro opere le fanno per essere osservati dagli uomini; infatti allargano le loro filatterie e allungano le frange dei mantelli; 6 amano i primi posti nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe, 7 i saluti nelle piazze ed essere chiamati dalla gente: "Rabbì!" 8 Ma voi non vi fate chiamare "Rabbì"; perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. 9 Non chiamate nessuno sulla terra vostro padre, perché uno solo è il Padre vostro, quello che è nei cieli. 10 Non vi fate chiamare guide, perché una sola è la vostra Guida, il Cristo; 11 ma il maggiore tra di voi sia vostro servitore. 12 Chiunque si innalzerà sarà abbassato e chiunque si abbasserà sarà innalzato.
=(Mr 12:40Lu 11:38-52)
13 Ma guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché serrate il regno dei cieli davanti alla gente; poiché non vi entrate voi, né lasciate entrare quelli che cercano di entrare. 14 [Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché divorate le case delle vedove e fate lunghe preghiere per mettervi in mostra; perciò riceverete maggior condanna.] 15 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché viaggiate per mare e per terra per fare un proselito; e quando lo avete fatto, lo rendete figlio della geenna il doppio di voi. 16 Guai a voi, guide cieche, che dite: Se uno giura per il tempio, non importa; ma se giura per l'oro del tempio, resta obbligato. 17 Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l'oro o il tempio che santifica l'oro? 18 E se uno, voi dite, giura per l'altare, non importa; ma se giura per l'offerta che c'è sopra, resta obbligato. 19 Ciechi! Che cosa è più grande: l'offerta o l'altare che santifica l'offerta? 20 Chi dunque giura per l'altare, giura per esso e per tutto quello che c'è sopra; 21 e chi giura per il tempio, giura per esso e per Colui che lo abita; 22 e chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi siede sopra. 23 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché pagate la decima della menta, dell'aneto e del comino, e trascurate le cose più importanti della legge: il giudizio, la misericordia, e la fede. Queste sono le cose che bisognava fare, senza tralasciare le altre. 24 Guide cieche, che filtrate il moscerino e inghiottite il cammello. 25 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché pulite l'esterno del bicchiere e del piatto, mentre dentro sono pieni di rapina e d'intemperanza. 26 Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere e del piatto, affinché anche l'esterno diventi pulito. 27 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché siete simili a sepolcri imbiancati, che appaiono belli di fuori, ma dentro sono pieni d'ossa di morti e d'ogni immondizia. 28 Così anche voi, di fuori sembrate giusti alla gente; ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità. 29 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché costruite i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti 30 e dite: "Se fossimo vissuti ai tempi dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nello spargere il sangue dei profeti!" 31 In tal modo voi testimoniate contro voi stessi, di essere figli di coloro che uccisero i profeti. 32 E colmate pure la misura dei vostri padri! 33 Serpenti, razza di vipere, come scamperete al giudizio della geenna? 34 Perciò ecco, io vi mando dei profeti, dei saggi e degli scribi; di questi, alcuni ne ucciderete e metterete in croce; altri ne flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città, 35 affinché ricada su di voi tutto il sangue giusto sparso sulla terra, dal sangue del giusto Abele, fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachia, che voi uccideste fra il tempio e l'altare. 36 Io vi dico in verità che tutto ciò ricadrà su questa generazione.


Il lamento di Gesù su Gerusalemme
=Lu 13:34-35; 19:41-44Ez 24:6-14; cfr. Gr 22:5
37 «Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono mandati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come la chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali; e voi non avete voluto! 38 Ecco, la vostra casa sta per esservi lasciata deserta. 39 Infatti vi dico che da ora in avanti non mi vedrete più, finché non direte: "Benedetto colui che viene nel nome del Signore!"»

   Risultati immagini per icona della parusia del SignoreAlla Divina Liturgia dei Presantificati 


celebrata il Grande Lunedi 

Esodo 1,11-20

11 Stabilirono dunque su di loro dei sovrintendenti ai lavori, che li opprimessero con le loro angherie. Così essi costruirono al Faraone le città-deposito, Pithom e Raamses. 12 Ma più li opprimevano, più essi moltiplicavano e si estendevano; per questo gli Egiziani giunsero a temere grandemente i figli d'Israele, 13 e gli Egiziani costrinsero i figli d'Israele a servire con asprezza, 14 e amareggiarono la loro vita con una dura schiavitù, nei lavori d'argilla e di mattoni e in ogni sorta di lavori nei campi. Li obbligavano a fare tutti questi lavori con asprezza.
Il Faraone cerca di sterminare il popolo d'Israele
15 Il re d'Egitto parlò anche alle levatrici ebree, delle quali una si chiamava Scifrah e l'altra si chiamava Puah, e disse: 16 «Quando assisterete le donne ebree partorienti, e le vedrete sul sedile del parto, se è un maschio, uccidetelo; ma se è una femmina, lasciatela vivere». 17 Ma le levatrici ebbero timore di DIO e non fecero come il re d'Egitto aveva loro comandato, e lasciarono in vita i bambini maschi. 18 Allora il re d'Egitto chiamò le levatrici e disse loro: «Perché avete fatto questo e avete lasciato in vita i bambini maschi?». 19 Le levatrici risposero al Faraone: «Perché le donne ebree non sono come le egiziane, ma sono vigorose e, prima che la levatrice arrivi da loro, hanno già partorito». 20 Or DIO fece del bene a quellelevatrici; e il popolo moltiplicò e divenne straordinariamente forte.

Giobbe 1,1-12

Le grandi ricchezze di Giobbe e la sua rettitudine
1 C'era nel paese di Uz un uomo chiamato Giobbe. Quest'uomo era integro e retto, temeva DIO e fuggiva il male. 2 Gli erano nati sette figli e tre figlie. 3 Inoltre possedeva settemila pecore, tremila cammelli, cinquecento paia di buoi, cinquecento asine e un grandissimo numero di servi. Così quest'uomo era il più grande di tutti gli Orientali. 4 I suoi figli solevano andare a banchettare in casa di ciascuno, nel suo giorno; e mandavano a chiamare le loro tre sorelle perché venissero a mangiare e a bere con loro. 5 Quando la serie dei giorni di banchetto era terminata, Giobbe li andava a chiamare per purificarli; si alzava al mattino presto e offriva olocausti secondo il numero di tutti loro, perché Giobbe pensava: «Può darsi che i miei figli abbiano peccato e abbiano bestemmiato DIO nel loro cuore». Così faceva Giobbe ogni volta.
Nella prima prova Giobbe perde tutti i suoi beni e i figli
6 Un giorno avvenne che i figli di DIO andarono a presentarsi davanti all'Eterno, e in mezzo a loro andò anche Satana. 7 L'Eterno disse a Satana: «Da dove vieni?». Satana rispose all'Eterno e disse: «Dall'andare avanti e indietro sulla terra e dal percorrerla su e giù». 8 L'Eterno disse a Satana: «Hai notato il mio servo Giobbe? Poiché sulla terra non c'è nessun altro come lui, che sia integro, retto, tema DIO e fugga il male». 9 Allora Satana rispose all'Eterno e disse: «È forse per nulla che Giobbe teme DIO? 10 Non hai tu messo un riparo tutt'intorno a lui, alla sua casa e a tutto ciò che possiede? Tu hai benedetto l'opera delle sue mani e il suo bestiame è grandemente cresciuto nel paese. 11 Ma stendi la tua mano e tocca tutto ciò che possiede e vedrai se non ti maledice in faccia». 12 L'Eterno disse a Satana: «Ecco, tutto ciò che possiede è in tuo potere; non stendere però la mano sulla sua persona». Così Satana si ritirò dalla presenza dell'Eterno.

Matteo 24,3-35

3 Poi, mentre egli era seduto sul monte degli Ulivi, i discepoli gli si accostarono in disparte, dicendo: «Dicci, quando avverranno queste cose? E quale sarà il segno della tua venuta e della fine dell'età presente?». 4 E Gesù, rispondendo, disse loro: «Guardate che nessuno vi seduca! 5 Poiché molti verranno nel mio nome, dicendo: "Io sono il Cristo"; e ne sedurranno molti. 6 Allora sentirete parlare di guerre e di rumori di guerre; guardate di non turbarvi, perché bisogna che tutte queste cose avvengano, ma non sarà ancora la fine. 7 Infatti si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno; vi saranno carestie, pestilenze e terremoti in vari luoghi. 8 Ma tutte queste cose saranno soltanto l'inizio delle doglie di parto. 9 Allora vi sottoporranno a supplizi e vi uccideranno; e sarete odiati da tutte le genti a causa del mio nome. 10 Allora molti si scandalizzeranno, si tradiranno e si odieranno l'un l'altro. 11 E sorgeranno molti falsi profeti, e ne sedurranno molti. 12 E perché l'iniquità sarà moltiplicata, l'amore di molti si raffredderà; 13 ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. 14 E questo evangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo in testimonianza a tutte le genti, e allora verrà la fine».
Il sermone profetico (seguito): La grande tribolazoine
15 «Quando dunque avrete visto l'abominazione della desolazione, predetta dal profeta Daniele, posta nel luogo santo (chi legge intenda), 16 allora coloro che sono nella Giudea fuggano ai monti. 17 Chi si trova sulla terrazza della casa, non scenda a prendere qualcosa di casa sua; 18 e chi è nei campi, non torni indietro a prendere il suo mantello. 19 Ma guai alle donne incinte e a quelle che allatteranno in quei giorni! 20 E pregate che la vostra fuga non accada d'inverno, né di sabato, 21 perché allora vi sarà una tribolazione così grande, quale non vi fu mai dal principio del mondo fino ad ora, né mai più vi sarà. 22 E se quei giorni non fossero abbreviati, nessuna carne si salverebbe; ma a motivo degli eletti quei giorni saranno abbreviati. 23 Allora se qualcuno vi dice: "Ecco, il Cristo è qui", oppure "È là", non gli credete. 24 Perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti, e faranno grandi segni e miracoli tanto da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti. 25 Ecco, io ve l'ho predetto. 26 Se dunque vi dicono: "Ecco è nel deserto", non vi andate: "Ecco è nelle stanze segrete", non ci credete. 27 Infatti, come il lampo esce da levante e sfolgora fino a ponente, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. 28 Poiché dovunque sarà il carname, lì si aduneranno le aquile».
Il sermone profetico (seguito): La venuta del Figlio dell'uomo
29 «Ora, subito dopo l'afflizione di quei giorni, il sole si oscurerà e la luna non darà il suo chiarore, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno scrollate. 30 E allora apparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo; e tutte le nazioni della terra faranno cordoglio e vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nuvole del cielo con potenza e grande gloria. 31 Ed egli manderà i suoi angeli con un potente suono di tromba; ed essi raccoglieranno i suoi eletti dai quattro venti, da una estremità dei cieli all'altra. 32 Ora imparate dal fico questa similitudine: quando ormai i suoi rami s'inteneriscono e le fronde germogliano, sapete che l'estate è vicina. 33 Così anche voi, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che egli è vicino, anzi alle porte. 34 In verità vi dico che questa generazione non passerà, finché tutte queste cose non siano avvenute. 35 Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».