giovedì 13 settembre 2018

ESALTAZIONE DELLA CROCE


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ESALTAZIONE DELLA CROCE


ll sacerdote, alla fine della grande dossologia, trasporta solennemente la croce, su un vassoio ornato di foglie e fiori, dal santuario al centro della chiesa e la depone su un tavolino al canto del Tropario: «Salva, Signore...»; l’incensa, e, fatte tre grandi prostrazioni, la bacia. Poi, ripresa in mano la croce, con un rito semplice, ma di evidente significato cosmico, la ’esalta’, cioè la eleva al massimo possibile sopra il suo capo, successivamente verso i quattro punti cardinali, mentre i fedeli, ad ognuna delle elevazioni, ripetono circa cento volte: «Kyrie eleison /Doamne miluieste ».


Rivolto verso oriente, dice:
Abbi pietà di noi Signore, secondo la tua grande misericordia; te ne preghiamo, esaudiscici ed abbi pietà di noi!

Spostandosi al lato destro del tavolino, verso il nord, dice:
Preghiamo ancora per i nostri re (o:per i governantipii e custoditi da Dio.

Spostandosi dietro il tavolino, verso occidente, dice:
Preghiamo ancora per il nostro Patriarca N. e per tutta la nostra fraternità in Cristo.

Spostandosi al lato sinistro del tavolino, verso il sud, dice:
Preghiamo ancora per tutti i cristiani ortodossi, per la loro salute, salvezza e remissione dei peccati.

Ritornato al posto iniziale, guardando verso oriente, dice:
Preghiamo ancora per tutti coloro che servono ed hanno servito in questa santa chiesa (o:in questo santo monastero), per la loro salute, salvezza e remissione dei peccati.
Fatta l’ultima esaltazione, il sacerdote benedice i fedeli, e si canta il Kontàkion del giorno:«Tu che volontariamente..sei stato innalzato sulla croce, Cristo Dio, fa misericordia al tuo popolo che porta il tuo nome; allieta nella tua potenza i nostri re fedeli (o: governanti) dando loro vittoria contro i nemici; trovino nella tua alleanza, un’arma di pace, un trofeo invincibile.». 

Depone poi la croce sul tavolino ed intona:
Adoriamo la tua croce, Signore, e glorifichiamo la tua santa risurrezione! (3 volte)

Nel frattempo si prostra fino a toccar la terra con la fronte per due volte, bacia la croce e fa una terza prostrazione. Lo seguono ed imitano il clero e i fedeli, mentre il coro canta i seguenti inni:

Venite, fedeli, adoriamo il legno vivificante: su di esso Cristo, Re di gloria, stese le braccia e ci risollevò alla beatitudine iniziale, di cui ci aveva spogliato il nemico allettandoci, facendo di noi degli esiliati da Dio. Venite, fedeli, adoriamo il legno grazie al quale siamo giudicati degni di schiacciare le teste dei nemici invisibili. Venite, famiglie tutte delle genti, veneriamo con i nostri canti la croce del Signore. Salve, croce, perfetta liberazione di Adamo caduto; in te si glorificano i nostri re fedelissimi, poiché nella tua potenza sottomettono con forza il popolo d’Ismaele. Baciandoti ora con riverenza noi cristiani glorifichiamo il Dio che su di te fu inchiodato, dicendo: Signore, che sei stato crocefisso su di essa, abbi pietà di noi, Tu Buono e Amico dell’uomo.

Venite, popoli, contemplando la gloriosa meraviglia, adoriamo la potenza della croce; poiché l’albero nel Paradiso aveva prodotto la morte, questo invece ha prodotto la vita, sostenendo crocifisso l’innocente Signore. Tutti i popoli vi colgano l’incorruttibilità esclamando: Tu che con la croce hai abolito la morte e ci hai liberato, gloria a Te!

In questo giorno l’albero della vita, uscito dalle profondità della terra, conferma la fede nella risurrezione del Cristo che vi fu inchiodato; elevata dalle mani dei sacerdoti, annuncia la sua ascensione ai cieli, per la quale l’impasto di cui siamo fatti, risollevato dalla caduta terrestre, vive già nei cieli. Cantiamo quindi con riconoscenza: Signore, che su di essa sei stato innalzato e che, per essa, ci hai elevati con Te, rendi degni della gioia celeste coloro che ti cantano.

O Dio, si è compiuta la parola dei tuoi profeti Isaia e Davide, che diceva: «Tutte le stirpi verranno, Signore, e ti adoreranno»; ecco infatti, o Dio buono, nei tuoi cortili a Gerusalemme, le genti, ripiene di grazia. Tu che hai sofferto la croce per noi e ci hai vivificato con la tua risurrezione, proteggici e salvaci!

Le quattro estremità del mondo sono santificate in questo giorno in cui è esaltata la tua croce dai quattro rami ed insieme è esaltata la forza dei nostri re credenti che, per essa, spezzano la potenza dei nemici.

Tu sei grande, Signore, e ammirevole nelle tue opere: gloria a Te!

Le voci dei profeti hanno predetto il legno sacro sul quale Adamo è stato liberato dall’antica maledizione della morte; il creato, in questo giorno della sua esaltazione, eleva la voce chiedendo a Dio grande misericordia. E Tu, che solo compatisci oltre ogni misura, o Sovrano, sii la nostra espiazione e salvaci.

Si è compiuta, o Dio, la parola del tuo profeta Mosè che diceva: «Vedrete la vostra vita sospesa davanti ai vostri occhi». Oggi la croce è esaltata e il mondo liberato dall’errore. 

Oggi la risurrezione di Cristo è rinnovata e i confini della terra si rallegrano, offrendoti i loro canti con cembali davidici, e dicono: «Hai operato la salvezza in mezzo alla terra, o Dio, passando per la croce e la risurrezione. Con questo ci hai salvato, Tu che sei buono e amico dell’uomo: Onnipotente Signore, gloria a Te!»

sabato 1 settembre 2018

Quattordicesima domenica di Matteo-XIV Dopo Pentecoste

Evangelo mattutino III (Marco 16, 9-20)   

Risuscitato, al mattino presto, nel primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria Maddalena dalla quale aveva cacciato sette demoni. Questa andò ad annunciarlo a quelli che erano stati con  lui, mentre erano in lutto e piangevano. Ma essi, udito che era vivo e che lei lo aveva visto, non vollero credere. Dopo di ciò, sotto altro aspetto apparve a due di loro che erano in cammino, mentre andavano verso la campagna. Anch'essi ritornarono ad annunciarlo agli altri, ma neanche a loro vollero credere. Infine apparve agli undici, mentre stavano a mensa, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: "Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo a tutto il creato. Chi crederà e verrà immerso, sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E questi segni accompagneranno i credenti: nel mio nome cacceranno demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno mortale, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi avranno bene". Dopo aver parlato con loro, il Signore fu assunto al cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi uscirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme e confermava la parola con i segni che la accompagnavano. Amin.



Prochimeno
Tu, Signore, ci custodirai e ci preserverai da questa generazione e in eterno.
Salvami, Signore, perché non resta un santo, perché scompaiono le verità dai figli degli uomini. (Ps 11, 8. 2)


Lettura della seconda epistola di Paolo ai Corinti (1, 21 – 2, 4)
Fratelli, Dio stesso ci conferma, insieme a voi, in Cristo e ci ha crismati e sigillati e ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori. Io però chiamo Dio a testimonio sulla mia vita, che solo per risparmiarvi rimproveri non sono venuto più a Corinto. Noi non comandiamo sulla vostra fede, ma siamo i collaboratori della vostra gioia; ché, quanto alla fede, voi state saldi. Ritenni opportuno non venire di nuovo tra voi nell’afflizione. Perché se io vi affliggo, chi potrà rallegrarmi, tolto colui che da me viene afflitto? E vi ho scritto proprio in quei termini per non dover poi essere rattristato, alla mia venuta, da quelli che dovrebbero rendermi lieto, persuaso, riguardo a tutti voi, che la mia gioia è la vostra. Vi ho scritto invero in grande afflizione e col cuore angosciato, tra molte lacrime, non perché vi rattristiate, ma perché conosciate il grande amore che nutro per voi.


Alleluia
Le tue misericordie, Signore, canterò in eterno;
di generazione in generazione annuncerò la tua verità con la mia bocca



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Evangelo
secondo Matteo (22, 2-14)
 

Il Signore ha detto questa parabola: “Il regno dei cieli è come un uomo, un re, che fece un banchetto nuziale per suo figlio e inviò i suoi servi a chiamare gli invitati al banchetto delle nozze, ma non volevano venire. Inviò di nuovo altri servi, dicendo: Dite agli invitati: ecco che ho preparato il mio pranzo, sono stati macellati i miei buoi e sono stati uccisi gli animali ingrassati; tutto è pronto. Venite al pranzo di nozze! Essi invece, incuranti, andarono uno nella propria campagna, un altro per gli affari suoi, e gli altri presero i suoi servi, li maltrattarono e li uccisero. Allora il re si adirò e inviate le sue truppe, uccise quegli omicidi e incendiò la loro città. Poi dice ai suoi servi: Il banchetto di nozze è pronto ma gli invitati non erano degni; andate dunque agli incroci delle strade e quanti trovate, chiamate al banchetto di nozze. I suoi servi uscirono per le strade e radunarono tutti coloro che trovarono, cattivi e buoni, e fu piena di commensali la sala delle nozze. Essendo entrato allora il re per vedere i commensali, vide un uomo non vestito con l’abito da nozze e gli dice: Amico, come sei entrato qui senza avere l’abito da nozze? Ma egli tacque. Allora il re disse ai servi: Legatelo piedi e mani e gettatelo nella tenebra di fuori; là sarà pianto e stridore di denti. Molti infatti sono chiamati e pochi eletti”.