giovedì 30 maggio 2024

in onore e memoria dell'ottimismo militante di Franco Basaglia




"l’ottimismo militante di Basaglia, che ci insegna che dobbiamo riappropriarci dell’esercizio del conflitto e costituire un fronte di conflittività intransigente. Dobbiamo, dunque, mobilitare conflitti sui temi vicini alla vita quotidiana delle persone e delle comunità più deprivate, marginalizzate e private di diritti. Il coraggio di Basaglia permette di esigere e realizzare l’impossibile che diventa possibile. Esigere e realizzare non una società senza diversi, ma una società diversa. Una società dove le identità si fanno deboli per dare luogo a una cittadinanza diffusa. Una società permeata da un senso forte di cittadinanza. La cittadinanza è la certezza del diritto, è un corpo di garanzie, di istituzioni riformate e in permanente trasformazione che definiscono, o dovrebbero definire, una nuova etica, secondo cui tutti i soggetti in quanto tali hanno diritto ad accedere alle risposte appropriate ai loro bisogni. Cittadinanza è accesso alle opportunità lavorative, ai servizi sanitari, alla casa, ma anche all’ascolto, all’accoglienza, allo scambio. Quindi è certezza del diritto, ma anche tenerezza dell’umano." 


(Benedetto Saraceno, psichiatra, professore di Global Health alla Università di Lisbona appartiene al movimento della psichiatria anti-istituzionale italiana. Da sempre si occupa di approfondire i fenomeni della sofferenza urbana e, richiamandosi all’esperienza con Franco Basaglia, alla cui scuola si è formato, mette al centro della sua riflessione la cultura della deistituzionalizzazione.)


sta in 

“A società contenitive si risponde con società fondate sulla certezza del diritto”

di Valentina Rigoldi casadellacarita.org, 30 maggio 2024


https://ristretti.org/a-societa-contenitive-si-risponde-con-societa-fondate-sulla-certezza-del-diritto?fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTEAAR0ZTVzG1CqoG5YKNlwKYgC2YruuF1f8yV4lQiqXKwQg9PALH9AnxOI22ws_aem_AY9NhGyVUz9v7reU6xaPoll9DEG9aJqevZsXCHD67PCRpeNe9jPChNNh8ar7L7guTTs_kBlyNiCtxAKg2sjVQB6r



«Noi, i campioni della grande civiltà occidentale che rivendica i valori dell'individuo, dello spirito e della ragione, ci troviamo indeboliti e distrutti da un sistema la cui logica sopravvive sulla nostra debolezza, sulla nostra acquiescenza e sulla manipolazione di questa debolezza e questa acquiescenza. I valori assoluti che ci sono stati sempre proposti (vanto della nostra civiltà popolata di santi e di eroi) hanno agito - nella loro irraggiungibilità e disumana perfezione - come strumento di dominio attraverso il gioco della colpa in chi non riesce a realizzarli, e come addestramento al compromesso e all'accettazione della propria impotenza negli ostinati che tentano di farlo. La distanza fra assoluto e relativo, quando il valore proposto come unico sia assoluto, serve come strumento di soggezione, dipendenza, manipolazione; serve a rendere assolutamente relativa (quindi vuota, inutile, priva di significato) ogni azione agli occhi di chi agisce; serve a far accettare supinamente e acriticamente la condizione disumana in cui si vive.»


(Franco Basaglia, Introduzione a La salute mentale in Cina, di Gregorio Bermann, Einaudi 1972)


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