sabato 4 marzo 2017

Prima di Quaresima Domenica dell'ortodossia


Prima di Quaresima Domenica dell'ortodossia

Il ciclo delle domeniche di quaresima inizia con la domenica dell'ortodossia. Tale festa fu istituita l'11 marzo dell'843 da San Metodio di Siracusa, Patriarca di Costantinopoli, a conclusione della controversia iconoclasta. Tale festa ricorda ed incita gli ecclesiastici ed i fedeli, in quanto membri e membra dell'UNA, SANTA, CATTOLICA ED APOSTOLICA, CHIESA a difendere senza compromessi e con fermezza la Santa Fede Ortodossa. L'iconoclasmo fu un movimento eretico che ebbe come fondatore l'imperatore di Costantinopoli Leone l'Isaurico, il quale godeva di un grande prestigio militare, in quanto contribuì a scacciare gli arabi dall'Europa mediante le vittorie riportate contro di essi tra il 717-718. Sulla base di tale prestigio cercò di convincere l'allora Patriarca di Costantinopoli ad appoggiare un editto che ordinasse di coprire od allontanare le icone, il Santo Patriarca Germano si rifiutò nettamente di sostenere un tale editto, che però lo stesso imperatore emanò nel 726. Invero, inizialmente tale editto non poggiava su vere basi teologiche, bensì su una considerazione contingente secondo cui i fedeli iniziavano ad adorare e non più a venerare le icone ed il crocifisso, che a detta degli intransigenti avrebbe portato il cristianesimo a cadere in una rozza eresia e divenire una mistificazione. Tale pensiero fu supportato dagli ebrei, che lo utilizzarono come tesi per condannare i cristiani all'idolatria e, precedentemente, dai musulmani che con il califfo Yazid distrussero le icone nelle chiese cristiane alla vigilia della guerra contro l'imperatore Leone l'Isaurico, circa nel 723. Ed in ciò si ebbe un'unione tra ebrei e musulmani nella comune intolleranza verso il culto delle icone reso dai cristiani. Ma anche dall'interno del cristianesiomo, vi furono gli eretici, in particolar modo nestoriani e pauliciani, che sostennero con gran vigore tale tesi. Invero, il dibattito sulla "legittimità" del culto delle icone iniziò indirettamente qualche secolo prima con l'apertura di una questione cristologica ovvero sull'opportunità di rappresentare o meno il Cristo. Vi fu una prima risposta con il Concilio di Elvira del 306 che al can. 36 vietò la riproduzione di immagini sui muri che potessero essere oggetto di culto ed adorazione, tale canone venne per la prima volta disatteso da San Gregorio il Grande, Papa di Roma, che nell'ammonire il Vescovo Sereno di Marsiglia, il quale nel 599 fece distruggere le rappresentazioni sacre allora presenti nella città, scrisse la "Litterarum tuarum primordia"* che il Papa gli inviò nell'ottobre dell'anno successivo: "Ci era stato* riferito che* hai spezzato immagini di santi con la scusa quasi che non dovessero essere adorate. E certo lodiamo piena­mente che tu ab­bia proibito di adorarle, rimpro­veriamo invece che le abbia spezzate* E infatti cosa diversa adorare una pittura e invece im­pa­rare, mediante l'immagine della pittura, che cosa si debba adorare. Infatti ciò che è la Scrittura per quanti (sanno) leggere, questo lo offre la pittura a quanti non istruiti (la) guardano, giacché in essa coloro che non sono istruiti vedono che cosa debbono seguire; in essa leggono coloro che non conoscono l'alfabeto. Onde la pittura prende anche, particolarmente per il popolo, il posto della lettura* Se qualcuno vuole fare un'immagine, non proi­birlo affatto; proibisci invece in ogni modo di adorare le immagini. La tua frater­nità ammonisca poi con sollecitu­dine, che dalla vi­sione del fatto ci si apra all'ar­dore della compunzione e ci si prostri umilmente nell'a­dorazione della sola onni­potente santa Trinità". Essa ebbe un precedente già nel IV secolo con San Basilio il Grande, il quale affermò che:"l'o­nore reso alle immagini va al proto­tipo ". Noncurante dei Santi Padri, il Vescovo Costantino, preoccupato dell'adorazione dell'immagine del Cristo, spinse l'imperatore Leone a dar inzio all'iconoclastia che costituì una dolorosa vicenda che scosse la Santa Chiesa per un secolo e mezzo circa. Una conseguenza immediata dell'editto del 726 fu la rimozione dalle porte del palazzo imperiale dell'immagine di Cristo, che fu sostituita con la croce, la quale provocò un'immediata ribellione del popolo ed una pronta risposta di Gregorio II, Papa di Roma, che scrisse la lettera "Ta grammata"* spedita al­l'imperatore Leone III tra il 726 e il 730:"E dici che noi adoriamo le pietre, Ie pareti e le tavole di legno. Non è af­fatto così come tu dici, o imperatore; ma affinché la nostra memoria sia aiutata e la nostra fedeltà e la nostra mente inesperta e debole sia guidata ed elevata verso l'alto me­diante coloro che questi nomi e queste invocazioni e queste im­magini ri­producono; e non come se fossero dèi, come tu dici: questo è ben lon­tano da noi! Infatti non ri­po­niamo la nostra speranza in essi. E se poi è un'im­magine del Signore, diciamo: Signore Gesù Cristo Figlio di Dio, soccorrici e sal­vaci! E se (è l'immagine) della sua santa Madre, diciamo: Santa genitrice di Dio, Ma­dre del Signore, inter­cedi presso il Figlio tuo, vero Dio nostro, affinché faccia salve le nostre anime! Ma se (è l'im­magine) del martire (diciamo): O Santo Stefano, che hai versato il tuo sangue per il Cristo, tu che come protomartire hai la capacità di parlare con franchezza e fiducia, intercedi per noi! E di qualunque martire che ha sofferto il martirio, diciamo così, innalziamo simili preghiere per mezzo loro. E non è, come tu dici, o imperatore, che noi chia­miamo dèi i mar­tiri." Inoltre il Papa escluse Roma dall'autorità imperiale di Costantinopoli, ma non nominando contestualmente un altro imperatore per non scontrarsi militarmente con l'esercito di Costantinopoli. Nonostante l'autorevole intervento dei Papi di Roma, figura centrale nella lotta all'iconoclasmo deve essere riconosciuta a San Giovanni Damasceno. Egli si basò sulla dottrina dell'Incarnazione, precedentemente formulata da San Teodoro lo Studita, il quale affermò che: "l'inconcepibile viene concepito nel grembo di una Vergine; l'incom­men­su­ra­bile si fa alto tre cubiti; l'inqualificabile acquista una qualità; l'indefinibile si alza, si siede e si corica; e l'in­corporeo entra in un corpo"*. Tale supporto patristico gli consentì di scrivere un compendio sulla dottrina delle imma­gini e la loro venerazione all'interno della sua opera: "la Fede ortodossa", in quanto l'Incarnazione diede vita ad un nuovo rapporto tra Creatore e crea­ture, Dio e uomini, Spirito e materia. L'incarnazione del Verbo ha consentito al medesimo di entrare nella storia dell'umanità, divenendo un uomo concreto con il nome di Gesù di Nazareth ed un volto che ha assunto i tratti umani del volto di Dio. Ebbene, l'intervento del Damasceno non risolse la disputa iconoclasta, ma fu la base dottrinale su cui i Santi Padri del VII Concilio stabilirono definitivamente la sacralità delle icone svoltosi a Nicea nel 787 ed elevato a dogma. La disputa si potrasse con il successore dell'imperatore Leone l'Isaurico, Costantino V Copronimo, il quale indisse un Concilio ad Hieria nel 754 nel tentativo di dare una definizione teologica all'iconoclasmo ed in tale Concilio vi parteciparano circa 338 vescovi ad eccezione di tutti i Patriarchi. In tale concilio furono anatemizzati il Patriarca Germano e Giovanni Damasceno ed in risposta i monaci si ribellarono e per tal motivo furono perseguitati mediante torture, incarcerazioni e chiusure di monasteri ed i Patriarchi d'Oriente;Teodoro di Gerusalemme, Teodoro d'Antio­chia e Cosma di Alessandria si rifiutarono di accet­tare le deci­sioni del concilio e chiesero al Papa di prendere l'ini­ziativa. Allora Stefano III indisse un Concilio al Laterano ove parteciparono circa 50 vescovi provenienti dall'Italia, Oriente e Stato franco, che anatemizzò a sua volta il Concilio di Hieria, così ridimensionando notevolmente l'importanza del medesimo. In tale contesto si inseriscono le ultime figure chiavi della disputa iconoclasta, San Metodio di Siracusa, Patriarca di Costantinopoli e la Santa Imperatrice Teodora. Dopo la deposizione e condanna del Patriarca Niceforo, Metodio fu mandato a Roma su invito di altri vescovi per informare il Papa Pasquale I dell'accaduto e lì vi rimase sino alla morte dell'imperatore Leone. Il Papa scrisse una lettera al nuovo imperatore Michele il Balbuziente, che fece imprigionare il santo siciliano per 7 o 9 anni con l'accusa di aver costretto il Papa a scrivere una lettera in cui si chiedeva che lo stesso Metodio venisse insediato come legittimo Patriarca. La prigionìa ridusse il suo corpo ad uno scheletro, ma non intaccò minimamente la sua fede, infatti, quando l'imperatore iconoclasta Teofilo rinnovò l'interdizione delle immagini sacre, il Patriarca siracusano affermò che:"Se un'immagine è così indegna ai tuoi occhi, come mai tu che condanni la venerazione delle immagini di Cristo allo stesso tempo non condanni quella tributata alle raffigurazioni di te stesso?". La risposta dell'imperatore non tardò ed il santo venne nuovamente incarcerato, ma solo dopo esser stato pestato e fustigato violentemente al punto da subire l'insanabile rottura della mandibola. Dopo poco tempo, l'imperatore iconoclasta morì ed assunse il comando la vedova imperatrice Santa Teodora per conto del figlio, ancora bambino, Michele III, che era sostenitrice del culto delle icone e ciò mutò radicalmente la situazione in breve tempo, al punto da far cessare le persecuzioni contro i sostenitori del culto delle icone. Inoltre, la santa imperatrice dopo aver venerato l'Icona della Theotokos, davanti all'assise sinodale enunciò queste parole: "Se qualcuno non offre rispetto al culto delle sacre icone, non adorando loro come se fossero degli dei, ma venerandole con amore come immagini dell'archetipo, sia anatema" e nella prima domenica di quaresima ella insieme al figlio, la corte, il clero ed il popolo portarono in processione per le strade di Costantinopoli le sacre icone. Mentre nel breve, ma intenso episcopato di San Metodio,che durò circa 4 anni, fu indetto insieme alla Santa imperatrice il VII Concilio,dopo che la stessa depose il Patriarca Giovanni Grammatico, in cui fu ripristinato ufficialmente il culto delle icone, istituendo altresì la festa dell'Ortodossia in cui viene letto il synodicon scritto dal medesimo santo. Ultreriormente egli si impegnò a riportare a Costantinopoli le reliquie del suo predecessore addormentatosi in esilio.

Noi veneriamo,o Buono,la tua santa icona e chiediamo perdono per le nostre colpe o Cristo Dio
Di tua volontà e per la tua benevolenza sei salito nella carne sulla croce per liberare dalla schiavitù del Nemico coloro che avevi plasmato Noi grati ti cantiamo Hai riempito ogni respiro di gioia o Salvatore Nostro quando sei venuto a salvare il mondo


il coro dei profeti ,dei santi e dei martiri oggi si rallegra pienamente La profezia è realizzata,l'antico israele è oltrepassato Rifulge la croce del Signore,la croce della vita e del trionfo sull'Avversario Signore tre volte santo sia gloria a te



http://www.calendariobizantino.it/misc/calendario/icons/-42.jpg
Il verbo del Padre, che non ha limiti, si è circoscritto prendendo umana
carne nel tuo seno, o madre di Dio; ha riportato al primitivo stato la nostra immagine
deturpata e l’ha unita alla bellezza divina. Proclamando la nostra salvezza,
noi la esprimiamo con l’azione e con la parola.
 
 




Trionfo dell'Ortodossia, icona costantinopolitana 1400 ca.
L'icona della festa rappresenta la grande processione svoltasi l' 11 marzo 843 dalla chiesa delle Blacherne a S. Sofia.
Al centro due angeli sorreggono l'Odigitria, la veneratissima icona del monastero di Odegon, palladio della Città.
A sinistra è raffigurata l'imperatrice Teodora con il figlio Michele III.
A destra è il patriarca Metodio. Nelle icone è raffigurato anche il patriarca Tarasio su cui richiesta l'imperatrice Irene nel 787 aveva convocato il concilio di Nicea in cui si era avuto la prima condanna dell'eresia.  


http://tradizione.oodegr.com/tradizione_index/commentilit/santita.htm 

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Domenica dell'Ortodossia

In questo giorno si fa memoria del ripristino della dignità delle sante Icone e dell'onore che ad esse deve essere dato, ossia di Venerazione. La vittoria dell'ortodossia sull'eresia iconoclasta, che negava il culto a Dio per mezzo delle immagini sacre e la possibilità dell'esistenza stessa delle immagini, avvenne nel VII Concilio Ecumenico, detto Concilio di Nicea II. In questo Concilio i Santi Padri condannarono l'iconoclastia e confermarono le condanne delle dottrine eretiche affrontate nei precedenti Concili Ecumenici, segnando la fine delle controversie teologiche e cristologiche. L'11 marzo 843 avvenne la solenne liturgia per la restaurazione del culto dell'Icona all'interno della Chiesa di Santa Sofia in Costantinopoli e da allora si celebra tale festa nella prima domenica di Quaresima. "Definiamo con ogni accuratezza e diligenza che, a somiglianza della preziosa e vivificante Croce, le venerande e sante immagini, sia dipinte che in mosaico, di qualsiasi altra materia adatta, debbono essere esposte nelle sante chiese di Dio, nelle sacre suppellettili e nelle vesti, sulle pareti e sulle tavole, nelle case e nelle vie; siano esse l'immagine del Signore e Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo, o quella della immacolata Signora nostra, la santa madre di Dio, degli angeli degni di onore, di tutti i santi e pii uomini. Infatti, quanto più continuamente essi vengono visti nelle immagini, tanto più quelli che le vedono sono portati al ricordo e al desiderio di quelli che esse rappresentano e a tributare ad essi rispetto e venerazione... L'onore reso all'immagine passa a colui che essa rappresenta; e chi adora l'immagine, adora la sostanza di chi in essa è riprodotto".
 
sta  in 

http://fosilaron.tumblr.com/post/78947451331/licona-per-la-domenica-dellortodossia 
 
 

 
 qui il testo integrale (compresi gli anatema) del Synodikòn Conciliare 
 
 http://www.sentiericona.it/public/icone/?p=11902
 
 

Vespro (sabato sera), Mattutino - Liturgia (Domenica mattina) e Vespro (Domenica sera) della Domenica dell'Ortodossia (italiano)

sta in

http://www.ortodossia.it/w/index.php?option=com_content&view=article&id=1998:vespro-sabato-sera-mattutino-liturgia-domenica-mattina-e-vespro-domenica-sera-della-domenica-dell-ortodossia-italiano&catid=246:prima-settimana&lang=it

 

Prokimenon e Lettura Apostolica alla Divina Liturgia


Apostolo (Ebrei 11,24-26,32-40)

- Benedetto sei tu, o Signore, Dio dei Padri nostri,
e lodato e glorificato è il tuo nome nei secoli. (Dan. 3,26)
- Poiché sei giusto in tutto ciò che hai fatto; e tutte
le tue opere sono vere e rette le tue vie. (Dan. 3,27)


Lettura dalla lettera di San Paolo agli Ebrei.

Fratelli, per fede Mosè, divenuto adulto, rifiutò di essere chiamato figlio
Della figlia del faraone, preferendo essere maltrattato con il popolo di Dio piuttosto che godere per breve tempo del peccato.
Questo perché stimava l’obbrobrio di Cristo ricchezza maggiore dei tesori d’Egitto; guardava infatti alla ricompensa.
E che dirò ancora? Mi mancherebbe il tempo, se volessi narrare di Gedeone, di Barak, di Sansone, li Lefte, di Davide, di Samuele e dei profeti, i quali per fede conquistarono regni, esercitarono la giustizia, conseguirono le promesse, chiusero le fauci dei leoni, spensero la violenza del fuoco, scamparono al taglio della spada, trovarono forza dalla loro debolezza, divennero forti in guerra, respinsero invasioni di stranieri.
Alcune donne riacquistarono i loro morti risuscitati. Altri poi furono torturati, non accettando la liberazione loro offerta, per ottenere una migliore risurrezione. Altri, infine, subirono scherni e flagelli, catene e prigionia. Furono lapidati, torturati, segati, furono uccisi di spada, andarono in giro coperti di pelli di pecora e di capra, bisognosi, tribolati, maltrattati – di loro il mondo non era degno! - vaganti per i deserti, sui monti, tra le caverne e le spelonche della terra.
Eppure, tutti costoro, pur avendo ricevuto per la loro fede una buona testimonianza, non conseguirono la promessa: Dio aveva in vista qualcosa di meglio per noi, perché essi non ottenessero la perfezione senza di noi.

 

Canto dell'Alliluia e del Vangelo alla Divina Liturgia

Alliluia (3 volte).

- O Dio, abbiamo ascoltato con i nostri orecchi. I nostri antenati
ci hanno trasmesso i prodigi da Te compiuti nei tempi antichi.

Alliluia (3 volte).

- Invocavano il Signore ed egli rispondeva, parlava loro
da una colonna di nubi.

Alliluia (3 volte).

Vangelo (Gv 1, 43-52))

Il giorno dopo Gesù aveva stabilito di partire per la Galilea; incontrò Filippo e gli disse: «Seguimi». Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazaret». Natanaèle esclamò: «Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo».

 

 http://www.ortodossia.it/w/media/com_form2content/documents/c17/a2938/f255/Domenica%20dell'Ortodossia-%205.3.2017.pdf

http://www.episcopia-italiei.it/diocesioortodossa/wwwroot/merinde/2017/DOMENICA%20%20DELL'ORTODOSSIA.pdf



 

 

 

 
 

sabato 25 febbraio 2017

Domenica dei latticini/domenica del perdono/ domenica dell'esilio di Adamo ed Eva ultima del triodion prequaresimale










Kontakion — Tone 6

Master, Teacher of wisdom, / Bestower of virtue, / you teach the thoughtless and protect the poor: / Strengthen and enlighten my heart. / Word of the Father, / let me not restrain my mouth from crying to you: / Have mercy on me, a transgressor, / O merciful Lord!
 
 
 Maestro di sapienza e guida dell’intelletto, che ti compiaci istruire gli ignoranti e proteggere i poveri, tu o Signore, fortifica e ammaestra il cuor mio. Tu che sei il Verbo del divin Padre, infondi anche a me la tua parola ed io non  frenerò le mie labbra dal ripeterti: o misericordioso, abbi pietà di me, miseramente caduto.





Romani 13,11-14,4

13,11 E questo tanto più dobbiamo fare, conoscendo il tempo, perché è ormai ora che ci svegliamo dal sonno, poiché la salvezza ci è ora più vicina di quando credemmo. 12 La notte è avanzata e il giorno è vicino; gettiamo dunque via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. 13 Camminiamo onestamente, come di giorno, non in gozzoviglie ed ebbrezze, non in immoralità e sensualità, non in contese ed invidie. 14 Ma siate rivestiti del Signor Gesù Cristo e non abbiate cura della carne per soddisfarne le sue concupiscenze.
14,1 Or accogliete chi è debole nella fede, ma non per giudicare le sue opinioni. 2 L'uno crede di poter mangiare d'ogni cosa, mentre l'altro, che è debole, mangia solo legumi. 3 Colui che mangia non disprezzi colui che non mangia, e colui che non mangia non giudichi colui che mangia, poiché Dio lo ha accettato. 4 Chi sei tu che giudichi il domestico altrui? Stia egli in piedi o cada, ciò riguarda il suo proprio signore, ma sarà mantenuto saldo, perché Dio è capace di tenerlo in piedi.


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Matteo 6,14-21

14 Perché, se voi perdonate agli uomini le loro offese, il vostro Padre celeste perdonerà anche a voi; 15 ma se voi non perdonate agli uomini le loro offese, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre. 16 Ora, quando digiunate, non siate mesti d'aspetto come gli ipocriti; perché essi si sfigurano la faccia, per mostrare agli uomini che digiunano; in verità vi dico che essi hanno già ricevuto il loro premio. 17 Ma tu, quando digiuni, ungiti il capo e lavati la faccia, 18 per non mostrare agli uomini che tu digiuni, ma al Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa pubblicamente».
19 «Non vi fate tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine guastano, e dove i ladri sfondano e rubano, 20 anzi fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non sfondano e non rubano. 21 Perché dov'è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.


 


SABATO SERA AI VESPRI



Il mio Creatore, il Signore,

prendendo del fango della terra mi ha formato,
mi ha donato un’anima con il suo soffio vivificante,
mi ha messo a capo di tutte le cose visibili
e mi ha fatto concittadino degli Angeli;
ma satana, con l’intervento del serpente,
mi ha preso all’amo e mi ha separato dalla gloria di Dio,
abbandonandomi alla morte sulla terra;
ma tu, Signore della tenerezza, richiamami a te.
Ahimè, io mi sono spogliato dell’abito divino, Signore,
trasgredendo al tuo comandamento per il consiglio del Nemico;
mi sono coperto con le foglie del fico e con le tuniche di pelle;
ho mangiato il mio pane con il sudore della mia fronte,
e per colpa mia la terra fu condannata a portare cardi e spine;
ma tu, Signore, nato dalla Vergine in questi ultimi tempi,
richiamami per farmi rientrare nel paradiso.
Amabile paradiso, primaverile bellezza, dimora divinamente creata,
gioia e delizia senza fine, gloria dei giusti,
incanto dei profeti e residenza dei Santi,
supplica con il mormorio delle tue foglie il Creatore dell’universo
di schiudermi le porte che io stesso ho chiuso con la mia colpa
e di lasciarmi cogliere all’albero della Vita
la gioia che una volta trovavo in te.
Adamo per la sua disobbedienza fu cacciato dal paradiso
e privato delle sue delizie, ingannato dalle parole della donna;
e nudo se ne stava davanti al giardino piangendo.
Perciò accogliamo tutti con zelo questo tempo,
digiuniamo ed obbediamo agli insegnamenti evangelici,
al fine di essere graditi a Cristo e di abitare di nuovo nel paradiso. 
 
Gloria al Padre, tono 6
Adamo sedette davanti al giardino gemendo per la sua nudità:
Ahimè, con un inganno io fui sedotto e spogliato
e mi sono allontanato dalla gloria;
ahimè, io che prima me ne stavo nudo in tutta semplicità,
ora non so più che fare.
O Paradiso, io non gusterò mai più la tua gloria,
mai più vedrò il Signore, mio Dio, mio Creatore,
poiché devo tornare alla terra da cui fui creato.
Dio d’amore, a te io grido: Dopo la mia colpa, abbi pietà di me.






sabato 28 gennaio 2017

- Domenica XVII di Matteo (tono grave ) ( della Cananea ) - nel 2020 in tale domenica cade anche la Festa della Presentazione del Signore Gesu Cristo al Tempio

Risultati immagini per immagini  dell'episodio della donna cananea

Gesù e la Cananea (Mt 15,22) - Miniatura di Ilyas Basim Khuri Bazzi Rahib, Egitto (1684)

Alla Divina Liturgia

2Corinzi 6,16-18. capitolo 7 versetto 1

16 Quale accordo tra il tempio di Dio e gli idoli? Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente, come Dio stesso ha detto:
Abiterò in mezzo a loro e con loro camminerò
e sarò il loro Dio,
ed essi saranno il mio popolo.
17 Perciò uscite di mezzo a loro
e riparatevi, dice il Signore,
non toccate nulla d'impuro.
E io vi accoglierò,
18 e sarò per voi come un padre,
e voi mi sarete come figli e figlie,
dice il Signore onnipotente
.

2Corinzi 7,1

In possesso dunque di queste promesse, carissimi, purifichiamoci da ogni macchia della carne e dello spirito, portando a compimento la nostra santificazione, nel timore di Dio.



Matteo 15,21-28

Gesù e la donna cananea

21 Partito di là, Gesù si ritirò nel territorio di Tiro e di Sidone. 22 Ed ecco una donna cananea di quei luoghi venne fuori e si mise a gridare: «Abbi pietà di me, Signore, Figlio di Davide. Mia figlia è gravemente tormentata da un demonio». 23 Ma egli non le rispose parola. E i suoi discepoli si avvicinarono e lo pregavano dicendo: «Mandala via, perché ci grida dietro». 24 Ma egli rispose: «Io non sono stato mandato che alle pecore perdute della casa d'Israele». 25 Ella però venne e gli si prostrò davanti, dicendo: «Signore, aiutami!» 26 Gesù rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli per buttarlo ai cagnolini». 27 Ma ella disse: «Dici bene, Signore, eppure anche i cagnolini mangiano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». 28 Allora Gesù le disse: «Donna, grande è la tua fede; ti sia fatto come vuoi». E da quel momento sua figlia fu guarita.


Vangelo del Mattutino  Aurorale XI per il 2020


XI (Giovanni 21, 11-25)


11 Simon Pietro allora salì sulla barca e tirò a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci; e benché ce ne fossero tanti, la rete non si strappò. 12 Gesù disse loro: «Venite a fare colazione». E nessuno dei discepoli osava chiedergli: «Chi sei?» Sapendo che era il Signore. 13 Gesù venne, prese il pane e lo diede loro; e così anche il pesce.
14 Questa era già la terza volta che Gesù si manifestava ai suoi discepoli, dopo esser risuscitato dai morti.
Gesù e Pietro
Lu 22:55-62; 24:34; Ml 3:3 (1P 5:1-4; 2P 1:13-14) Gv 12:26; 20:30-31; 1Co 13; 2Co 5:14; Ap 2:4-5
15 Quand'ebbero fatto colazione, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi ami più di questi?» Egli rispose: «Sì, Signore, tu sai che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16 Gli disse di nuovo, una seconda volta: «Simone di Giovanni, mi ami?» Egli rispose: «Sì, Signore; tu sai che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pastura le mie pecore». 17 Gli disse la terza volta: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?» Pietro fu rattristato che egli avesse detto la terza volta: «Mi vuoi bene?» E gli rispose: «Signore, tu sai ogni cosa; tu conosci che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pasci le mie pecore. 18 In verità, in verità ti dico che quand'eri più giovane, ti cingevi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio, stenderai le tue mani e un altro ti cingerà e ti condurrà dove non vorresti». 19 Disse questo per indicare con quale morte avrebbe glorificato Dio. E, dopo aver parlato così, gli disse: «Seguimi».
Il discepolo che Gesù amava
1Co 15:51-52; 1Te 4:14-18
20 Pietro, voltatosi, vide venirgli dietro il discepolo che Gesù amava; quello stesso che durante la cena stava inclinato sul seno di Gesù e aveva detto: «Signore, chi è che ti tradisce?» 21 Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: «Signore, e di lui che sarà?» 22 Gesù gli rispose: «Se voglio che rimanga finché io venga, che t'importa? Tu, seguimi». 23 Per questo motivo si sparse tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto; Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che rimanga finché io venga, che t'importa?»
24 Questo è il discepolo che rende testimonianza di queste cose, e che ha scritto queste cose; e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera.
25 Or vi sono ancora molte altre cose che Gesù ha fatte; se si scrivessero a una a una, penso che il mondo stesso non potrebbe contenere i libri che se ne scriverebbero.



 dalla Très Riches Heures du Duc de Berry, quindicesimo secolo.




Per i testi liturgici della Festa della Presentazione del Signore al Tempio  si rimanda ( domenica 2 Febbraio 2020) 

https://padridellachiesa.blogspot.com/2015/02/2-febbraio-festa-della-presentazione-al.html?fbclid=IwAR0AmWH4Rb_EQYWegwJOAy21R2fv7SPLrnm2qWqLP-7kcx6x41LlkZQfNE0


Al Mattutino  Lettura dall’Evangelo di Luca 2, 25-32.

Luca 2,25-32 


25 Vi era in Gerusalemme un uomo di nome Simeone; quest'uomo era giusto e timorato di Dio, e aspettava la consolazione d'Israele; lo Spirito Santo era sopra di lui; 26 e gli era stato rivelato dallo Spirito Santo che non sarebbe morto prima di aver visto il Cristo del Signore. 27 Egli, mosso dallo Spirito, andò nel tempio; e, come i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere a suo riguardo le prescrizioni della legge, 28 lo prese in braccio, e benedisse Dio, dicendo:
29 «Ora, o mio Signore, tu lasci andare in pace il tuo servo,
secondo la tua parola;
30 perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
31 che hai preparata dinanzi a tutti i popoli
32 per essere luce da illuminare le genti
e gloria del tuo popolo Israele».



Alla Divina Liturgia 
Letture: Epistola: Ebrei 7, 7-17; Evangelo: Luca, 2, 22b-40;



Apostolo-della Festa (Eb 7, 7- 17) 
Fratelli, senza dubbio l’inferiore viene benedetto dal superiore. Qui riscuotono le decime uomini mortali, là invece colui di cui si attesta che vive. Anzi, per così dire, anche Levi –che pur riscuote le decime- ha versato la sua decima in Abramo, perché egli si trovava ancora nei lombi del suo antenato quando gli venne incontro Melchisedek. Se dunque la perfezione fosse stata possibile per mezzo del sacerdozio levitico –sotto di esso infatti il popolo ha ricevuto la Legge- che bisogno c’era che sorgesse un altro sacerdote secondo l’ordine di Melchisedek, e non fosse detto, invece, secondo l’ordine di Aronne? Infatti, se viene cambiato il sacerdozio, necessariamente avviene anche un cambiamento della legge. Colui del quale si dicono queste cose, ha fatto parte di un’altra tribù, della quale nessuno mai fu addetto all’altare. È noto infatti che il Signore nostro è germogliato da Giuda, e di tale tribù Mosè non disse nulla riguardo al sacerdozio. Ciò risulta ancora più evidente dal momento che sorge un altro sacerdote a somiglianza di Melchisedek, costituito tale non secondo la legge di un ordine carnale, ma per una forza di vita indistruttibile. Gli è stata resa infatti questa testimonianza: Tu sei sacerdote per l’eternità, secondo l’ordine di Melchisedek 

Vangelo-della Festa (Lc 2, 22- 40)

In quel tempo, i genitori portarono il bambino Gesù a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge di Mosè: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore, e per offrire in sacrificio, come prescrive la Legge del Signore, una coppia di tortore o di giovani colombi. Ed ecco, c’era in Gerusalemme un uomo di nome Simeone; quest’uomo era giusto e pio e aspettava la consolazione di Israele. Lo Spirito santo era su di lui e gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte prima d’avere visto il Cristo del Signore. Mosso dunque dallo Spirito si recò al tempio, e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per compiere a suo riguardo quanto ordinava la Legge, egli lo prese tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: “Ora lascia, o Sovrano, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, che hai preparato davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele”. Suo padre e sua madre rimasero meravigliati di quanto era stato detto di lui. Simeone li benedisse e disse a Maria, sua madre: “Ecco, egli è posto per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, e come segno di contraddizione, affinché i pensieri di molti cuori siano svelati. E anche a te una spada trafiggerà l’anima”. C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanti negli anni, aveva vissuto con il marito sette anni di matrimonio, poi era rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio e rendeva culto a Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, rendeva anche lei grazie a Dio e parlava del bambino a tutti quelli che aspettavano la redenzione di Israele. Quando ebbero compiuto tutto secondo la Legge del Signore, ritornarono in Galilea, alla loro città di Nazaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui.

sabato 21 gennaio 2017

Domenica di Zaccheo



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Domenica di Zaccheo..

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Luca 19,1-10

Zaccheo
1 Poi Gesù, entrato in Gerico, l'attraversava; 2 ed ecco un uomo, chiamato Zaccheo, il quale era il capo dei pubblicani ed era ricco. 3 Egli cercava di vedere chi fosse Gesù, ma non poteva a motivo della folla, perché era piccolo di statura. 4 Allora corse avanti e salì su un sicomoro per vederlo, perché egli doveva passare di là. 5 E, quando Gesù arrivò in quel luogo, alzò gli occhi, lo vide e gli disse: «Zaccheo, scendi giù subito, perché oggi devo fermarmi in casa tua». 6 Ed egli scese in fretta e lo ricevette con gioia. 7 Vedendo ciò, tutti mormoravano, dicendo: «Egli è andato ad alloggiare in casa di un uomo peccatore». 8 Ma Zaccheo si alzò e disse al Signore: «Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri e, se ho defraudato qualcuno di qualcosa, gli restituirò quattro volte tanto». 9 E Gesù gli disse: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anche costui è figlio d'Abrahamo. 10 Perché il Figlio dell'uomo è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

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1Timoteo 4,9-15

9 Questa parola è sicura e degna di essere accettata in ogni maniera. 10 Per questo infatti ci affatichiamo e siamo vituperati, poiché abbiamo sperato nel Dio vivente, il quale è il Salvatore di tutti gli uomini e principalmente dei credenti. 11 Comanda queste cose ed insegnale. 12 Nessuno disprezzi la tua giovinezza, ma divieni esempio ai fedeli nella parola, nella condotta, nell'amore, nello Spirito, nella fede e nella castità. 13 Applicati alla lettura, all'esortazione e all'insegnamento, finché io venga. 14 Non trascurare il dono che è in te, che ti è stato dato per profezia, con l'imposizione delle mani da parte del collegio degli anziani. 15 Adoperati per queste cose e dedicati ad esse interamente, affinché il tuo progresso sia manifesto a tutti.
https://doxologia.ro/duminica-32-dupa-rusalii-lui-zaheu


per il 2021  Vangelo del Mattutino  per l'Aurorale  I

Matteo 28:16-20

16 Quanto agli undici discepoli, essi andarono in Galilea sul monte che Gesù aveva loro designato. 17 E, vedutolo, l'adorarono; alcuni però dubitarono. 18 E Gesù, avvicinatosi, parlò loro, dicendo: «Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra. 19 Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, 20 insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente».

sabato 14 gennaio 2017

DOMENICA XII DI LUCA – del Vangelo DEI DIECI LEBBROSI

Risultati immagini per icona dell'episodio evangelico dei 10 lebbrosi

Guarigione dei dieci lebbrosi, manoscritto dal Codex Aureus, 1035-1040 circa, Norimberga

Vangelo al Mattutino  Aurorale 9  del  Vangelo  della Resurrezione   per il 2020 

nel Mattutino Vangelo- IX (Gv 20, 19-31)

 La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo a loro e disse: Pace a voi! Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi. Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: Ricevete lo Spirito Santo. A chi rimetterete i peccati saranno rimessi; e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi. Tommaso, uno dei dodici, chiamato Didimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dissero allora gli altri discepoli: Abbiamo visto il Signore! Ma egli disse loro: Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, io non crederò. Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo a loro e disse: Pace a voi! Poi disse a Tommaso: Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo, ma credente! Rispose Tommaso: Mio Signore e mio Dio! Gesù gli disse: Perché mi hai veduto, hai creduto? Beati quelli che pur non avendo visto crederanno! Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro. Questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome

Alla Divina Liturgia per il 2020


Tropario Modo pl.II -tono quinto
Le potenze angeliche * erano vicino al tuo sepolcro * ed i custodi * divennero come morti * e stava Maria alla tomba * cercando il tuo corpo immacolato: * Hai spogliato l’ade, * senza esserne tentato, * sei andato incontro alla Vergine, * donando la vita. * O risorto dai morti, * Signore,


Kontakion modo 1

 Il grembo verginale hai santificato con la tua nascita * e le mani di Simeone hai benedetto, come conveniva, * ci hai prevenuti anche ora e ci hai salvato, Cristo Dio. *Ma da pace nelle guerre alla città, *e rafforza i regnanti che hai amato, * o solo amico degli uomini


Lettura della pericope apostolica




Colossesi 1,12-18

12 rendendo grazie a Dio e Padre, che ci ha fatti degni di partecipare alla sorte dei santi nella luce. 13 Poiché egli ci ha riscossi dalla potestà delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio, 14 in cui abbiamo la redenzione per mezzo del suo sangue e il perdono dei peccati. 15 Egli è l'immagine dell'invisibile Dio, il primogenito di ogni creatura, 16 poiché in lui sono state create tutte le cose, quelle che sono nei cieli e quelle che sono sulla terra, le cose visibili e quelle invisibili: troni, signorie, principati e potestà; tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. 17 Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui. 18 Egli stesso è il capo del corpo, cioè della chiesa; egli è il principio, il primogenito dai morti, affinché abbia il primato in ogni cosa,

Fraţilor, mulţumim cu bucurie Tatălui celui ce ne-a învrednicit pe noi să luăm parte la moştenirea sfinţilor, întru lumină. El ne-a scos de sub puterea întunericului şi ne-a strămutat în împărăţia Fiului iubirii Sale, întru Care avem răscumpărarea prin sângele Lui, adică iertarea păcatelor. Acesta este chipul lui Dumnezeu celui nevăzut, mai întâi născut decât toată făptura. Pentru că întru El au fost făcute toate, cele din ceruri şi cele de pe pământ, cele văzute şi cele nevăzute, fie tronuri, fie domnii, fie începătorii, fie stăpânii. Toate s-au făcut prin El şi pentru El. El este mai înainte decât toate şi toate prin El sunt aşezate. Şi El este capul trupului, al Bisericii; El este începutul, Întâiul-Născut din morţi, ca să fie El Cel dintâi întru toate.


Vangelo- XII Domenica di Luca (Lc 17, 12-19)   

Luca 17,12-19


12 Come entrava in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, i quali si fermarono lontano da lui, 13 e alzarono la voce, dicendo: «Gesù, Maestro, abbi pietà di noi!» 14 Vedutili, egli disse loro: «Andate a mostrarvi ai sacerdoti». E, mentre andavano, furono purificati. 15 Uno di loro vedendo che era purificato, tornò indietro, glorificando Dio ad alta voce; 16 e si gettò ai piedi di Gesù con la faccia a terra, ringraziandolo. Or questo era un Samaritano. 17 Gesù, rispondendo, disse: «I dieci non sono stati tutti purificati? Dove sono gli altri nove? 18 Non si è trovato nessuno che sia tornato per dare gloria a Dio tranne questo straniero?» 19 E gli disse: «Àlzati e va'; la tua fede ti ha salvato»


În vremea aceea, intrând Iisus într-un sat, L-au întâmpinat zece bărbaţi leproşi, care au stat departe şi care au ridicat glasul, zicând: Iisuse, Învăţătorule, miluieşte-ne! Şi, văzându-i, El le-a zis: Duceţi-vă şi vă arătaţi preoţilor. Dar, pe când ei se duceau, s-au curăţit. Iar unul dintre ei, văzând că s-a vindecat, s-a întors, cu glas mare slăvind pe Dumnezeu. Şi a căzut cu faţa la pământ la picioarele lui Iisus, mulţumindu-I. Iar acela era samarinean. Şi răspunzând, Iisus a zis: Oare nu zece s-au curăţit? Dar cei nouă unde sunt? Nu s-a găsit să se întoarcă să dea slavă lui Dumnezeu decât numai acesta, care este de alt neam? Şi i-a zis: Ridică-te şi du-te! Credinţa ta te-a mântuit



sabato 7 gennaio 2017

Domenica dopo la Luci delle Sante Teofanie del Signore



Domenica dopo la Teofania

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TYPIKON DELLA DOMENICA  DOPO LE SANTE TEOFANIE DEL SIGNORE

Vangelo del Mattutino 2021  Aurorale   NONO

Giovanni 20:19-31
Gesù appare ai discepoli; Tommaso non è con loro

19 La sera di quello stesso giorno, che era il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, Gesù venne e si presentò in mezzo a loro, e disse: «Pace a voi!» 20 E, detto questo, mostrò loro le mani e il costato. I discepoli dunque, veduto il Signore, si rallegrarono. 21 Allora Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre mi ha mandato, anch'io mando voi». 22 Detto questo, soffiò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo. 23 A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati; a chi li riterrete, saranno ritenuti».

Gesù appare ai discepoli, tra i quali è Tommaso

24 Or Tommaso, detto Didimo, uno dei dodici, non era con loro quando venne Gesù. 25 Gli altri discepoli dunque gli dissero: «Abbiamo visto il Signore!» Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi, e se non metto il mio dito nel segno dei chiodi, e se non metto la mia mano nel suo costato, io non crederò».
26 Otto giorni dopo, i suoi discepoli erano di nuovo in casa, e Tommaso era con loro. Gesù venne a porte chiuse, e si presentò in mezzo a loro, e disse: «Pace a voi!» 27 Poi disse a Tommaso: «Porgi qua il dito e guarda le mie mani; porgi la mano e mettila nel mio costato; e non essere incredulo, ma credente». 28 Tommaso gli rispose: «Signor mio e Dio mio!» 29 Gesù gli disse: «Perché mi hai visto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!»

Lo scopo del Vangelo secondo Giovanni

30 Or Gesù fece in presenza dei discepoli molti altri segni miracolosi, che non sono scritti in questo libro; 31 ma questi sono stati scritti, affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e, affinché, credendo, abbiate vita nel suo nome


Vangelo del Mattutino 2020  Aurorale  Ottavo

Giovanni 20:11-18

Gesù appare a Maria Maddalena
11 Ma Maria era rimasta fuori del sepolcro a piangere. E, mentre piangeva, si chinò dentro il sepolcro, 12 e vide due angeli, vestiti di bianco, che sedevano l'uno al capo e l'altro ai piedi del luogo, dove era stato posto il corpo di Gesù. 13 Essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Ella rispose loro: «Perché hanno portato via il mio Signore, e io non so dove l'abbiano posto». 14 Detto questo, ella si volse indietro e vide Gesù, che stava  in piedi; ma ella non sapeva che fosse Gesù. 15 Gesù le disse: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Lei, pensando che fosse l'ortolano, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove l'hai posto e io lo prenderò». 16 Gesù le disse: «Maria!». Ed ella allora, voltandosi, gli disse: «Rabboni!» che significa: Maestro. 17 Gesù le disse: «Non toccarmi, perché non sono ancora salito al Padre mio; ma va' dai miei fratelli e di' loro che io salgo al Padre mio e Padre vostro, al Dio mio e Dio vostro». 18 Allora Maria Maddalena andò ad annunziare ai discepoli che aveva visto il Signore, e che lui le aveva detto queste cose.



Vangelo del Mattutino 2019 Aurorale XI 


Giovanni 21:15-25

15 Dopo che ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giona, mi ami tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo Signore, tu lo sai che io ti amo». Gesù gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16 Gli chiese di nuovo una seconda volta: «Simone di Giona, mi ami tu?». Gli rispose: «Certo Signore, tu losai che io ti amo». Gesù gli disse: «Abbi cura delle mie pecore». 17 Gli chiese per la terza volta: «Simone di Giona, mi ami tu?». Pietro si rattristò che per la terza volta gli avesse chiesto: «Mi ami tu?», e gli rispose: «Signore, tu sai ogni cosa, tu sai che io ti amo». Gesù gli disse: «Pasci le mie pecore. 18 In verità, in verità ti dico che, quando eri giovane, ti cingevi da te e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio, stenderai le tue mani e un altro ti cingerà e ti condurrà là dove tu non vorresti». 19 Or disse questo per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo, gli disse: «Seguimi». 20 Or Pietro, voltatosi, vide che li seguiva il discepolo che Gesù amava, quello che durante la cena si era anche posato sul petto di Gesù e aveva chiesto: «Signore, chi è colui che ti tradisce?». 21 Al vederlo, Pietro disse a Gesù: «Signore, e di costui che ne sarà?». 22 Gesù gli rispose: «Se voglio che lui rimanga finché io venga, che te ne importa? Tu seguimi!». 23 Si sparse allora la voce tra i fratelli che quel discepolo non sarebbe morto; ma Gesù non aveva detto a Pietro che egli non sarebbe morto, ma: «Se io voglio che lui rimanga finché io venga, che te ne importa?». 24 Questo è il discepolo che rende testimonianza di queste cose e che ha scritto queste cose; e noi sappiamo che la sua testimonianza è verace. 25 Or vi sono ancora molte altre cose che Gesù fece, che se fossero scritte ad una ad una, io penso che non basterebbe il mondo intero a contenere i libri che si potrebbero scrivere. Amen.


Lettura Apostolica della Divina Liturgia



Venga la tua misericordia, Signore, su di noi, così come in te abbiamo sperato. Esultate, giusti, nel Signore, ai retti si addice la lode. (Sal 32, 22. 1) 

Apostolo- della Festa (Ef 4, 7-13) 


Efesini 4,7-13

7 Ma a ciascuno di noi la grazia è stata data secondo la misura del dono di Cristo. 8 Per questo è detto:
«Salito in alto,
egli ha portato con sé dei prigionieri
e ha fatto dei doni agli uomini
».

9 Ora, questo «è salito» che cosa vuol dire se non che egli era anche disceso nelle parti più basse della terra? 10 Colui che è disceso, è lo stesso che è salito al di sopra di tutti i cieli, affinché riempisse ogni cosa. 11 È lui che ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e dottori, 12 per il perfezionamento dei santi in vista dell'opera del ministero e dell'edificazione del corpo di Cristo, 13 fino a che tutti giungiamo all'unità della fede e della piena conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomini fatti, all'altezza della statura perfetta di Cristo;


Vangelo alla Divina Liturgia


Le tue misericordie, Signore, canterò in eterno, di generazione in generazione annuncerò la tua verità con la mia bocca. Perché hai detto: In eterno la misericordia sarà edificata. Nei cieli sarà stabilita la tua verità. (Sal 88, 2. 3) 


Vangelo- della Festa (Mt 4, 12-17) 


Matteo 4,12-17


12 Gesù, udito che Giovanni era stato messo in prigione, si ritirò in Galilea.
13 E, lasciata Nazaret, venne ad abitare in Capernaum, città sul mare, ai confini di Zabulon e di Neftali, 14 affinché si adempisse quello che era stato detto dal profeta Isaia:
15 «Il paese di Zabulon e il paese di Neftali,
sulla via del mare, di là dal Giordano,
la Galilea dei pagani,
16 il popolo che stava nelle tenebre,
ha visto una gran luce;
su quelli che erano nella contrada e nell'ombra della morte
una luce si è levata
».

17 Da quel tempo Gesù cominciò a predicare e a dire: «Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è vicino».



Homélie : 

http://www.sagesse-orthodoxe.fr/wp-content/uploads/2016/01/616-Ordo-du-10-janvier-2016.pdf

on pourra souligner que l’essentiel de la vie chrétienne est annoncé en ce jour – la relation entre la conversion et la participation au Royaume. «Convertissez-vous » traduit exactement le verbe grec métanoiete qui veut dire « retournez votre esprit », « changez de mentalité ». Le noûs qu’il s’agit ici de changer ou de retourner n’est pas l’esprit (pneuma) insufflé en l’homme à sa création. Il s’agit de la part « noétique » ou intuitive de l’âme, distincte de sa part psychique soumise aux attractions et aux répulsions. Le noûs est appelé « œil de l’âme » par certains Pères, parce qu’il constitue la faculté de voir Dieu intuitivement par la grâce du saint Esprit. Ceux qui viennent au baptême dans le Jourdain sont appelés à se retourner, ou à se redresser, afin de voir la « grande lumière » dont parle le prophète. Or, cette lumière est identifiée au Verbe incarné, le Fils de Dieu, Lumière en personne. Changeons notre mentalité captive des diverses idoles et nous verrons le Christ Lumière, nous pourrons le reconnaître comme Roi de tous les mondes, et devenir ainsi citoyens de son Royaume. Sont dans le Royaume ceux qui ont le Roi pour Seigneur. Cela veut dire qu’en obéissant au Christ comme Roi et comme Seigneur, nous serons conduits naturellement, non seulement à être les sujets de son Royaume charismatique, mais encore à « régner avec lui sur la terre », selon l’Apocalypse. Être chrétien, c’est être roi. L’Église n’est pas une démocratie. Elle est la royauté par excellence, celle du Roi des rois que sont les baptisés. Mais tout cela doit être manifesté autour de nous, pour ne pas rester à l’état d’une belle promesse

giovedì 5 gennaio 2017



6 gennaio le Sante Luci delle Sante Teofanie del Signore

Vespro e Mattutino del 6 gennaio: Santa Teofania del Signore, Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo (italiano)

sta in

http://www.ortodossia.it/w/media/com_form2content/documents/c17/a1136/f255/6%20gennaio17.pdf

http://www.ortodossia.it/w/media/com_form2content/documents/c17/a1135/f255/5%20gennaio%20Ore%20Imperiali17.pdf

SANTE TEOFANIE  DEL SIGNORE NOSTRO GESÙ CRISTO
TESTI LITURGICI
Ai Vespri celebrati insieme alla Liturgia di san Basilio
  sta in 
http://oodegr.co/italiano/tradizione_index/testilit/teofania.htm 


La parola del Signore: Letture della Grande Santificazione delle Acque nella Santa Teofania del Signore, Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo (testo multilingue)

sta in

http://www.ortodossia.it/w/index.php?option=com_content&view=article&id=1137:letture-della-grande-santificazione-delle-acque-nella-santa-teofania-del-signore-dio-e-salvatore-nostro-gesu-cristo&catid=173:la-parola-del-signore&lang=it


LA GRANDE SANTIFICAZIONE DELLE ACQUE NELLA SANTA TEOFANIA DEL NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO
sta in  
http://www.ortodossia.it/w/media/com_form2content/documents/c17/a1131/f255/8%20GRANDE%20SANTIFICAZIONE%20DELLE%20ACQUE.pdf 
Ed anche  sta in
http://oodegr.co/italiano/tradizione_index/testilit/benedacqueteofanie.htm
 http://www.episcopia-italiei.it/index.php/opinii-ortodoxe/4809-grande-benedizione-delle-acque-nel-giorno-delle-teofanie

 

LA PAROLA DEL SIGNORE Patriarcato Ecumenico- Sacra Arcidiocesi Ortodossa di Italia e Malta Vicariato arcivescovile della Campania Chiesa dei SS. Pietro e Paolo- Napoli 6 gennaio- La Santa Teofania del Signore, Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo 

sta  in

http://www.ortodossia.it/w/media/com_form2content/documents/c17/a1129/f255/304.%20Liturgia%20Santa%20Teofania-%20italiano.pdf


DIVINA LITURGIA  
MERCOLEDI’ 06 GENNAIO 2016 TEOFANIA DEL SIGNORE GESU’ CRISTO
sta in 
file:///C:/Users/Portatile/Downloads/LITURGIA%20MERCOLEDI%20%2006%20GENNAIO%202016%20(1).pdf
 http://www.ortodossia.it/w/media/com_form2content/documents/c17/a2782/f255/La%20Parola%20quotidiana-%20Venerd%C3%AC%206.I.2017.pdf
http://www.sagesse-orthodoxe.fr/wp-content/uploads/2016/01/615-Ordo-du-6-janvier-2016.pdf

 https://www.sagesse-orthodoxe.fr/wp-content/uploads/2016/12/672-Ordo-du-6-janvier-2017.pdf