Ma la sento perché pesa a me: per così dire, mi dà fastidio, mi fa star male.
Perché alcune sofferenze degli altri mi sono insopportabili"
(Pietro Ingrao, Lettera a Goffredo Bettini, gennaio 1992)
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Mi sono imbattuto in solitudini strazianti in questo mio prezioso e temporaneo eremo ospedaliero.
Silenzi vertiginosi di donne e uomini travolti dalla malattia e dalla cura della malattia. Ho percepito nelle frettolose parole che ci siamo scambiati, in quelle raffiche di parole-ansie-paure vi sono lacerti di insospettabile bellezza di incredibile forza, e di troppa inquietudine non per il futuro ma per fare la spesa giorno per giorno.
Io non credo in un Dio che si impiccia, forse in un Dio che partecipa.
Come posso astrarmi, da uomo che è Dio nella sua umanità, dalle inquietudini paure ansie in cui Dio è implicato e partecipa?
Il breve testo di Ingrao, il primo che fa il mestrino con la penna rossa sull'opportunità di citare Igrao verrà ferocemente bannato, evidenzia come la partecipazione alla sofferenza altrui sia essa sociale sia essa esistenziale sia Liberazione di sè, sia strategia di emancipazione dai violenti processi politici economici quindi sociali ce ci vogliono e sempre più ci vorrebbero atomizzati e l'un dell'altro nemici.
"I veri violenti sono quelli che si preparano per i
summit accumulando candelotti di gas lacrimogeno, proiettili di plastica e pepper spray. Quelli che promulgano leggi e misure che mettono per la strada centinaia di migliaia di persone in povertà, quelli che permettono alle multinazionali farmaceutiche di fare miliardi sulle malattie, causando la morte di milioni di persone, quelli che stanno brevettando la vita, creando la dipendenza e la fame. In una parola, quelli che mettono i loro profitti avanti alle nostre vite. Questi sono quelli di cui dobbiamo avere pau- ra, non degli anarchici."
Vi è una diffusa violenza di Stato che passa attraverso: la paura, la separazione atomizzazione, la repressione anche psichiatrica, di TSO si muore ed i TSO sono in vertiginoso aumento (non a causa della Pandemia ma della gestione e strumentalizzazione politica della medesima). La precarizzazione nell'ottica del Panoptikon pone le masse individuali, illividite in un affanno perenne, in un continuo sbattersi (quello che fino a ieri era comportamento dei tossici ora è comportamento collettivo necessitato) in un aderire a stili di vita conformistici e definitivamente "impropri" che alienano nella farmacopea del benessere: tranquillanti, ansiolitici, stimolanti. Un popolo sedato non si rivolta.
Sento tutto questo ed anche questa violenza schiantarsi sul mio corpo, sul corpo della Chiesa ( no quella si auto celebra nella GMG come nei trionfi barocchi dietro cui si celava putredine malattia violenza) e schiantare il mio corpo ed il corpo della Chiesa.
Occorre ancor più penetrare, in modo quasi mistico, questo mistero di iniquità, occorre ancor più penetrare e lasciarsi penetrare da questo dolore e poi farne sintesi narrativa capace di scuotere le colonne del Tempio.
I Vangeli nacquero così.
Amen.