Leyla e Majnun i Romeo e Giulietta della tradizione persiana e araba, vissero un amore struggente, passionale, contrastato e infelice che tutti (in Medio Oriente) conoscono. La storia d’amore scritta dal poeta persiano Nezami nel 1188 (tradotta in italiano nel 1985 da Giovanna Calasso per Adelphi) esiste in numerose varianti, riadattate secondo tradizioni locali ed è stata fonte di ispirazione per tanti poeti di lingua araba, turca, persiana e urdu. Per Qawsi Tabrizi, poeta di lingua turca azerbaigiana, che compose tra il 1766 e il 1776 la poesia pubblicata nella raccolta “Poesia dell’Islam” (Sellerio editore, 2004), l’esaltazione dell’amore gentile, delicato ed assoluto per la sua Leyla lo porta a domandarle se ha bisogno di Majnun per sé.
Ecco dunque “Molto ti dona” di Qawsi Tabrizi:
Ti dona molto, sì, quel tuo vestito rosso;
è però il taglio perfetto
di netta ebbra statura
che oltre ogni tua veste
sapore d’artificio dona a te.
Queste labbra di zucchero e di sale
fan dir senza violenza a chi le vede:
coppiere, il vino rosso è qui concesso,
assoluta canonica licenza.
Bozzetti, aste di prova, modellini,
quei cipressi in giardino tesi in fila:
stilo divino, e stile,
su quelli hanno tracciato
snellezza di statura alta per te.
T’imploro, sfioro incanti con i toni morbidi e sottili:
la pietra intenerisce, e la magia
non per l’ombra d’una fola
ha fascino su di te.
Coltivano l’intento di vedermi
mansueto e obbediente altre gazzelle,
e tu, Leyla davvero, alla fin fine,
non hai bisogno d’un Majnun per te?
Per una notte almeno a quella luce
illumina il palazzo del mio occhio:
cielo, offerta benevola del giorno la chiarezza variegata sia per te.
Da quando aspiri a quella sola vetta, non valgono, Qawsi, mille cipressi
un verso tuo rifiutato.
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Poesia dell'Islam
Componimenti di: Kumayl Ibn Ziyād, Qutayla. Hassān ibn Thābit, Jamīl, Akhtal, Jarīr, Kuthayyir, Dhū’l-Rumma, Walīd ibn Yazīd, Rābi‘a al-‘Adawiyya, al-Sayyd al-Himyarī, Bashshār ibn Burd, ‘Ulayya bint al-Mahdī, Abū’l-‘Atāhiya, Abū Nuwās, Husayn al-Dahhāk, al-‘Abbās ibn al-Ahnaf. Ibrāhīm al-Nazzām, Abū’l Haytham Khālid ibn Yazīd al-Kātib, ‘Abdallāh ibn al-‘Abbās ibn al-Fadl ibn al-Rabī‘, Abū Tammām, al-Buhturī, Ibn al-Mu‘tazz, al-Mutanabbī, Abū’l-’Alā al- Ma‘arrī, Ibn Hamdīs, ‘Abd al-Rahmān ibn Abī’l-‘Abbās al- Kātib, IbnZaydūn, Abū Muhammad ibn Sufyān, Ibn al-Haddād, Ibn Khafāja, Ibn ‘Arabī, Ibn Zamrak, ‘Umar ibn al-Fārid, Rūdakī, Daqīqī, Farrukhī,Manūchihrī, Gurgānī, Asadī, Nāsir-i Khusraw, Mas‘ūd-i Sa‘d, Sanā’ī, Nizāmī, ’Attār, Kamāl Isfahānī, Rūmī, ‘Irāqī, Yunus Emre, Kaigusuz Sultān, Khwārazmi, Hāfiz, Nasīmī, Jāmī, Sultān Husayn Bayqara, Nawā’ī, ’Ali Harīrī, Ahmad Nishānī, Fuzūlī, Bāqī, Ghālib, Qawsī, ‘Ali Mihrī ‘Arab, Gāzī Gīray, Lisānī, Mullā Wajhī, Sā’ib, Ahmad Khānī, Khushhāl Khān, Hātif Isfahānī, Nazīr Akbarābādī, Bīdil.
«L'ordito del prodotto islamico classico è inconfondibile, così nelle belle lettere come in arte» (Gianroberto Scarcia). La prima antologia completa di poesia islamica dal VII al XVIII secolo.
«L'ordito del prodotto islamico classico è inconfondibile, così nelle belle lettere come in arte. Dal comune Ombelico del Mondo, anche in quei lidi dove l'onda mediterranea pare travolta dalla marea oceanica e il palmeto par inghiottito dalla giungla, il plettro islamico che dà voce alle corde è sempre in qualche modo inconfondibile». In un momento in cui di Islam si parla moltissimo, avendo perduto ogni buona conoscenza di esso e quasi ogni fraterno contatto, la scelta di questa prima antologia completa di poesia islamica (cioè beduina, araba, iranica, indiana, turca, dal VII secolo al XVIII) è necessaria e fortemente voluta. Pur vivendo un'epoca ormai postislamica, come postcristiana è la nostra (lo spiega il professor Scarcia, curatore del volume), essa intende restituire il senso della diversità e insieme il senso della comune origine presentando il panorama vastissimo di mille anni di visioni poetiche. Da Platone la comune origine. La diversità, in due diverse versioni della stessa illusione, la realtà. Per l'Islam è la definitiva impossibilità di conoscere ogni senso e disegno, la distanza radicale inavvicinabile tra il creatore e la creatura, e l'antirealismo che di tutto questo è figlio. Da cui la trasformazione dell'arte in quell'ardente, variopinta, enigmatica, voluttuosa, instancabile tessitura del sogno che Borges amava tanto. E questa antologia, che presenta tutti i più grandi poeti accompagnando ciascuno con una breve introduzione biobibliografica, facendo chiarezza anche dei miti e delle false immagini creati da un orientalismo occidentale di maniera, è classicamente borgesiana.
https://sellerio.it/it/catalogo/Poesia-Islam/-/718
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